non voglio elemosine di 20 euro presi dal tesoretto per propaganda pd alle elezioni elezioni,voglio la rivalutazione reale della mia pensione che da 550 euro minimo deve essere di 900 euro se fosse stata rivalutata da gente onesta, cosa che dubito ci sia negli enti statali,parlo delle dirigenze naturalmente io pensionata con chi parlo,con la camusso che si becca 4000 euro netti al mese?Chi mi da ascolto,perchè nel 2001 con una pensione di un milione di lire eri non benestante,ma manco pezzente,il pane costava 3000 lire al chilo,mi chiedo quale luminare o imbroglione,io credo fermamente che è un 'imbroglione può in un paniere equiparare il costo di un pc, o tv o lavatrice o mobile con il cibo,i farmaci e i beni di prima necessità,dunque siccome i politici si sono loro aumentati i compensi,ossia la svalutazione l'hanno ripresa in pieno ed anche aumentato i compensi,un sindaco da 7 milioni al mese a 7000 euro,cioè il doppio,un parlamentare da 30 milioni a 30.000 euro il costo odierno in tutto, e i dirigenti poi sono su un'altro pianeta, chi ci ha rimesso la gente che lavorava con salari medio bassi e i pensionati,sempre quelli con una pensione che non supera i 1000 euro, così io dico non voglio elemosine di 20 euro presi dal tesoretto per propaganda pd alle elezioni ,voglio la rivalutazione reale della mia pensione che da 550 euro minimo deve essere di 900 euro se fosse stata rivalutata da gente onesta, cosa che dubito ci sia negli enti statali,parlo delle dirigenze naturalmentebologna 2012Dieci anni di euro, lungo salassoLa spesa costa il 70% in piùAumenti a due cifre per gli alimentariE il dentista si paga il doppioBOLOGNA - Dieci anni di euro non sono passati senza lasciare tracce sulle tasche dei bolognesi. Da quando, nel gennaio 2002 è stata introdotta la moneta unica, il cosiddetto «effetto euro» si è fatto sentire, portando a una consistente crescita dei prezzi, che certo non è stata d'aiuto in un periodo già appesantito dagli effetti della più grande crisi economica dal '29.Analizzando i dati forniti dalle associazioni dei consumatori e dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero dello Sviluppo Economico, si conferma quello che, tra l'altro, in molti percepiscono da tempo: negli ultimi 10 anni a Bologna i prezzi sono cresciuti praticamente in tutti i settori, con punte che fanno pensare. Beni di prima necessità come pasta, latte e carne costano oggi più del 60%, quando l'inflazione su Bologna nel periodo dal 2001 al 2009 (dato Istat) è del 22%.Gli aumenti che colpiscono di più riguardano sicuramente i generi alimentari: in particolare l'insalata (+96,5 % al kg), l'olio extra vergine d'oliva (+92,5% al litro), la carne bovina (+70,4% al kg). La pasta, passata dalle 2.200 lire al kg del 2001 (1,14 euro) agli 1,85 euro attuali, è aumentata del 65%. Così se nel 2001, per esempio, una casalinga in media per acquistare un chilo di pasta, un litro di latte e un chilo di insalata spendeva 5.750 lire (2,97 euro), oggi arriva a spendere 5,12 euro, con un aumento di più del 70%. Una mazzata non indifferente per le tasche dei bolognesi. A sorpresa invece, secondo l'Osservatorio Prezzi diminuisce il prezzo del pane che cala dell'8%. Se nel dicembre 2001 un chilo di pane costava 5.440 lire, pari a 2,81 euro, oggi lo stesso tipo di pane costa 2,59 euro, anche se su questo dato non è d'accordo l'associazione Panificatori, secondo cui l'aumento c'è stato, e del 25%.Secondo Marinella Degli Esposti, presidente dettaglianti ortofrutticoli Ascom, questo aumento generalizzato è dovuto all'accresciuto prezzo delle materie prime e dei costi di lavorazione, mentre sarebbero da escludere delle forme di speculazione: «Incide l'aumento di beni come l'elettricità e il carburante, si tratta di una crescita dei prezzi piuttosto fisiologica» spiega la Degli Esposti. Anche per Francesco Mafaro, presidente dell'associazione Panificatori: «Gli aumenti sono da ascrivere al maggiore costo delle materie prime». Neanche i settori servizi e tempo libero sono stati risparmiati dai rincari: un'otturazione dal dentista oggi, ad esempio, costa mediamente 127 euro, il 98% in più del 2001, quando costava 120.000 lire (62 euro), mentre il gasolio è passato dalle 1.900 lire al litro (0,98 euro) a 1,44 euro. Anche prendere qualcosa al bar pesa di più nelle nostre tasche: per una bevanda analcolica si può arrivare a spendere il 94% in più.Tra i beni e servizi meno toccati dagli aumenti ci sono: il caffè espresso al bar (+22%), una messa in piega (+18,5%), il biglietto del cinema (+23,7%). Anche una margherita in pizzeria costa «solo» il 29% in più. Invece per una donna, una messa in piega e un taglio di capelli oggi costano circa 39 euro, contro i 31 euro del 2001. Un aumento del 25%, uno dei pochi dati in linea con l'inflazione. In definitiva, per molti beni di prima necessità, il primo decennio di moneta unica ha portato aumenti ben più consistenti di quelli previsti dall'andamento medio dei prezzi. Un compleanno sofferto per l'euro e soprattutto per i consumatori, in un periodo in cui si parla sempre più frequentemente di seconda recessione.Noemi BicchiarelliDomenico Mascialinodadematail 05/12/2007 ore 17:15Io ricordo che a mercato con 5000 lire facevi la spesa di frutta e verdura al sabato per 2 persone e che con 250.000 si mangiava un mese, sfizi a parte. Sappiamo tutti cosa farci con 2,50 euro di questi tempi: un chilo di mele, ancora per poco. Ma non è questo il problema di memoria degli Italiani. L'amnesia consiste nel non ricordare che una ventina d'anni fa due nostri connazionali, professori emeriti ascoltati da tutt'Europa, erano in disaccordo se partire dalla moneta e dal mercato finanziario unici o dal sistema di collocamento al lavoro e di formazione. Se ne parlò dovunque: merci contro persone. Vinse la prima ipotesi e oggi l'Euro va alle stelle, siamo senza regole comunitarie per il lavoro e per i titoli di studio di scuola secondaria ed a Strasburgo si parlano più lingue che a Babele. Vi immaginate, viceversa, i nostri ragazzi FI-NAL-MEN-TE mettersi a studiare, che con un diploma italiano possono iscriversi ad un collocamento svedese e che, a parità di studi, tutte le posizioni migliori di Manpower se le prendono i figli dei nostri immigrati di rientro dalla Germania e Belgio? E le immaginate le aziende straniere che facilitate ad investire da noi e portare un pò di soldi e legalità al Sud invece che essere focalizzate sulle acquisizioni bancarie e la creazione di posti di lavoro "a basso costo" ad Est? Vi ricordate che l'oggi poteva essere così. Purtroppo ricordo solo uno dei due cognomi, uno era Monti ... qualcuno sa dirmi l'altro?
non voglio l'elemosina di 20 euro,ma la mia pensione rivalutata all'inflazione reale e non la falsa dell'istat
non voglio elemosine di 20 euro presi dal tesoretto per propaganda pd alle elezioni elezioni,voglio la rivalutazione reale della mia pensione che da 550 euro minimo deve essere di 900 euro se fosse stata rivalutata da gente onesta, cosa che dubito ci sia negli enti statali,parlo delle dirigenze naturalmente io pensionata con chi parlo,con la camusso che si becca 4000 euro netti al mese?Chi mi da ascolto,perchè nel 2001 con una pensione di un milione di lire eri non benestante,ma manco pezzente,il pane costava 3000 lire al chilo,mi chiedo quale luminare o imbroglione,io credo fermamente che è un 'imbroglione può in un paniere equiparare il costo di un pc, o tv o lavatrice o mobile con il cibo,i farmaci e i beni di prima necessità,dunque siccome i politici si sono loro aumentati i compensi,ossia la svalutazione l'hanno ripresa in pieno ed anche aumentato i compensi,un sindaco da 7 milioni al mese a 7000 euro,cioè il doppio,un parlamentare da 30 milioni a 30.000 euro il costo odierno in tutto, e i dirigenti poi sono su un'altro pianeta, chi ci ha rimesso la gente che lavorava con salari medio bassi e i pensionati,sempre quelli con una pensione che non supera i 1000 euro, così io dico non voglio elemosine di 20 euro presi dal tesoretto per propaganda pd alle elezioni ,voglio la rivalutazione reale della mia pensione che da 550 euro minimo deve essere di 900 euro se fosse stata rivalutata da gente onesta, cosa che dubito ci sia negli enti statali,parlo delle dirigenze naturalmentebologna 2012Dieci anni di euro, lungo salassoLa spesa costa il 70% in piùAumenti a due cifre per gli alimentariE il dentista si paga il doppioBOLOGNA - Dieci anni di euro non sono passati senza lasciare tracce sulle tasche dei bolognesi. Da quando, nel gennaio 2002 è stata introdotta la moneta unica, il cosiddetto «effetto euro» si è fatto sentire, portando a una consistente crescita dei prezzi, che certo non è stata d'aiuto in un periodo già appesantito dagli effetti della più grande crisi economica dal '29.Analizzando i dati forniti dalle associazioni dei consumatori e dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero dello Sviluppo Economico, si conferma quello che, tra l'altro, in molti percepiscono da tempo: negli ultimi 10 anni a Bologna i prezzi sono cresciuti praticamente in tutti i settori, con punte che fanno pensare. Beni di prima necessità come pasta, latte e carne costano oggi più del 60%, quando l'inflazione su Bologna nel periodo dal 2001 al 2009 (dato Istat) è del 22%.Gli aumenti che colpiscono di più riguardano sicuramente i generi alimentari: in particolare l'insalata (+96,5 % al kg), l'olio extra vergine d'oliva (+92,5% al litro), la carne bovina (+70,4% al kg). La pasta, passata dalle 2.200 lire al kg del 2001 (1,14 euro) agli 1,85 euro attuali, è aumentata del 65%. Così se nel 2001, per esempio, una casalinga in media per acquistare un chilo di pasta, un litro di latte e un chilo di insalata spendeva 5.750 lire (2,97 euro), oggi arriva a spendere 5,12 euro, con un aumento di più del 70%. Una mazzata non indifferente per le tasche dei bolognesi. A sorpresa invece, secondo l'Osservatorio Prezzi diminuisce il prezzo del pane che cala dell'8%. Se nel dicembre 2001 un chilo di pane costava 5.440 lire, pari a 2,81 euro, oggi lo stesso tipo di pane costa 2,59 euro, anche se su questo dato non è d'accordo l'associazione Panificatori, secondo cui l'aumento c'è stato, e del 25%.Secondo Marinella Degli Esposti, presidente dettaglianti ortofrutticoli Ascom, questo aumento generalizzato è dovuto all'accresciuto prezzo delle materie prime e dei costi di lavorazione, mentre sarebbero da escludere delle forme di speculazione: «Incide l'aumento di beni come l'elettricità e il carburante, si tratta di una crescita dei prezzi piuttosto fisiologica» spiega la Degli Esposti. Anche per Francesco Mafaro, presidente dell'associazione Panificatori: «Gli aumenti sono da ascrivere al maggiore costo delle materie prime». Neanche i settori servizi e tempo libero sono stati risparmiati dai rincari: un'otturazione dal dentista oggi, ad esempio, costa mediamente 127 euro, il 98% in più del 2001, quando costava 120.000 lire (62 euro), mentre il gasolio è passato dalle 1.900 lire al litro (0,98 euro) a 1,44 euro. Anche prendere qualcosa al bar pesa di più nelle nostre tasche: per una bevanda analcolica si può arrivare a spendere il 94% in più.Tra i beni e servizi meno toccati dagli aumenti ci sono: il caffè espresso al bar (+22%), una messa in piega (+18,5%), il biglietto del cinema (+23,7%). Anche una margherita in pizzeria costa «solo» il 29% in più. Invece per una donna, una messa in piega e un taglio di capelli oggi costano circa 39 euro, contro i 31 euro del 2001. Un aumento del 25%, uno dei pochi dati in linea con l'inflazione. In definitiva, per molti beni di prima necessità, il primo decennio di moneta unica ha portato aumenti ben più consistenti di quelli previsti dall'andamento medio dei prezzi. Un compleanno sofferto per l'euro e soprattutto per i consumatori, in un periodo in cui si parla sempre più frequentemente di seconda recessione.Noemi BicchiarelliDomenico Mascialinodadematail 05/12/2007 ore 17:15Io ricordo che a mercato con 5000 lire facevi la spesa di frutta e verdura al sabato per 2 persone e che con 250.000 si mangiava un mese, sfizi a parte. Sappiamo tutti cosa farci con 2,50 euro di questi tempi: un chilo di mele, ancora per poco. Ma non è questo il problema di memoria degli Italiani. L'amnesia consiste nel non ricordare che una ventina d'anni fa due nostri connazionali, professori emeriti ascoltati da tutt'Europa, erano in disaccordo se partire dalla moneta e dal mercato finanziario unici o dal sistema di collocamento al lavoro e di formazione. Se ne parlò dovunque: merci contro persone. Vinse la prima ipotesi e oggi l'Euro va alle stelle, siamo senza regole comunitarie per il lavoro e per i titoli di studio di scuola secondaria ed a Strasburgo si parlano più lingue che a Babele. Vi immaginate, viceversa, i nostri ragazzi FI-NAL-MEN-TE mettersi a studiare, che con un diploma italiano possono iscriversi ad un collocamento svedese e che, a parità di studi, tutte le posizioni migliori di Manpower se le prendono i figli dei nostri immigrati di rientro dalla Germania e Belgio? E le immaginate le aziende straniere che facilitate ad investire da noi e portare un pò di soldi e legalità al Sud invece che essere focalizzate sulle acquisizioni bancarie e la creazione di posti di lavoro "a basso costo" ad Est? Vi ricordate che l'oggi poteva essere così. Purtroppo ricordo solo uno dei due cognomi, uno era Monti ... qualcuno sa dirmi l'altro?