storie di mondi

Poesia cosmica


Giovanni Pascoli, vissuto tra la fine dell'ottocento e i primi anni dell'ottocento, periodo molto fecondo nel campo degli studi e delle scoperte di astronomia, è forse il nostro poeta più colto in campo astronomico insieme a Giacomo Leopardi. Il poeta delle piccole cose scrisse poesie che potrebbero considerarsi vere e proprie lezioni di astronomia, anticipando anche scoperte dei nostri giorni, come l'esistenza di pianeti extrasolari:"...quella nebbia di mondi, quella rena di Soli sparsi intorno alla Polare dentro la solitudine serena.Ognuno dei Soli nel tranquillo andare traeva seco i placidi pianeti come famiglie intorno al focolare...Di Pascoli è molto conosciuta "10 agosto" poesia rammentata quando le Perseidi solcano il cielo, ma il punto più alto della sua capacità di descrivere la gelida attrattiva del cielo sugli esseri umani è raggiunto ne "Il bolide", forse il più bel componimento mai dedicato a un fenomeno celeste in tutta la letteratura mondiale:"... ecco scoppiaree brillare, cadere, esser caduto,dall'infinito tremolio stellare,un globo d'oro, che si tuffò mutonelle campagne, come nebbie vane,vano, ed illuminò nel suo minutosiepi, solchi, capanne e le fiumaneerranti nel buio, e gruppi di foreste,e bianchi ammassi di città lontane.Grida, rapito sopra di me: vedeste?Ma non v'era che cielo alto e serenocielo e non altro, pieno di grandi stelle.E la Terra sentii nell'Universo,sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella.Su quell'immenso baratro di stelletu passi correndo, o Terra...