annavera

IL BAR


IL BARPer tornare in tema di curativo cazzeggio, oggi vi parlerò di una delle più grandi invenzioni umane, principe della socializzazione, della confidenza sfrenata, dell’acchiappanza sfrontata. No, non è il Wonderba push up, e nemmeno il Levis 101, ma niente po’po’ di meno che…. Il mitico, l’intramontabile, l’irrinunciabile BAR.Per delucidarvi sul mio tipo di cultura localesca devo proprio ammettere che è vastissima, ho frequentato credo ogni tipo di ritrovo possibile, dalla megadiscoteca veneta alle cantine bolognesi, dalle esclusivissime feste nei castelli alle sagre calabresi, dai circoli sportivi a quelli nautici, dalle osterie ai grandi alberghi, e poi discoteche d’ogni tipo, d’elite e di massa, piccolissime e faraoniche, in grotte e su velieri, night e cabaret, innumerevoli poi ristoranti, d’ogni livello e ubicazione, dalla cima delle montagne alla riva del mare, pub, rosticcerie, pizzerie, brasserie, creperie……una giostra sulla quale sono salita precocemente, e dalla quale non sono mai più scesa. Ma chiunque dovesse chiedermi di scegliere, fra questo ampissimo ventaglio di opzioni, quale sia il posto che amo di più, non esiterei a rispondere “ il bar”.Per i bar ho da sempre una passione sfrenata, e non c’è giornata bella o brutta, felice o disperata, in cui io non riesca a ritagliare un tempo da dedicargli. Diciamo che a seconda dell’umore, cambia soltanto il grado alcolico delle consumazioni. I miei preferiti sono quelli con comodi tavolini, intorno ai quali intrattenersi, il mordi e fuggi devo proprio essere costretta per farlo. Il bar è il luogo eletto per tutti i miei appuntamenti. E in quel tempo indefinito, di fronte ad un aperitivo, con chiunque io sia, vi è nell’aria una sensazione di libertà e di festa. Seduta al tavolino di un bar, ho amoreggiato, ho pianto, mi sono confidata, ho concluso affari, ho lasciato ragazzi, mi sono disperata e sono stata felice. I baristi dei miei locali preferiti potrebbero raccontare la mia vita, senza che io abbia mai detto loro più di un: “Due martini, per favore”. Il bar non ha orari, vincoli, limiti, ti accoglie sempre nell’esatto momento in cui tu lo desideri. E accoglie i tuoi umori, desideri, speranze, per tutto il tempo di cui ne hai bisogno. Vieni coccolata, accudita, deliziata, e puoi alzarti dopo un minuto o dopo tre ore, in perfetta libertà. E quel tempo rimane come in una bolla, avulso dal quotidiano, oasi spesso nelle mie giornate. A tutti i baristi che ho conosciuto e che conoscerò, grazie. Annavera