annavera

amarsi


AMARSIL’egoismo è sempre stato visto come un qualcosa di negativo, precipua caratteristica di esseri a dir poco ignobili, perché non dediti al mille per mille, agli altri. Quest’aggettivo dunque, viene scagliato addosso a molti di noi, come un’offesa o, ancora più spesso, un’accusa.  Questo mio post, quindi, ne sono sicura, susciterà un vespaio di polemiche, ma mi sento in dovere di scriverlo ugualmente, perché penso, che queste mie considerazioni, siano alla base della felicità. Distinguerei l’egoismo in due forme, quello un po’ gretto dei poveri di spirito, che si concentra soprattutto su i beni materiali, e il sano egoismo che spinge a una sana forma di tutela della nostra persona, e a mettere l’amore per se stessi al primo posto. E questo voglio dirvi: fatelo! Mettetevi sempre al primo posto.Abbiate cura di voi, badate a voi stessi, ai vostri bisogni e ai vostri sogni, operate affinché tutto ciò che vi fa stare bene non passi mai in secondo piano, mettetevi davanti a tutto, perché nessun altro lo farà per voi. E comunque non nello stesso modo. Siete voi i padroni del vostro orticello, coltivatelo con l’amore che solo il contadino che ha piantato l’insalata con le sue mani, sa avere. . E amatevi, stimatevi, piacetevi, coltivatevi, tenetevi buona compagnia. Siete la persona con cui passerete sicuramente tutta la vostra vita, e quindi quella che merita di più da voi.E perdonatevi, siate indulgenti verso voi stessi, il che non significa trovare ipocrite giustificazioni ai propri errori, ma neanche massacrarsi con masochistici sensi di colpa. Semplicemente, invece, riconoscerli come tali, imperfezioni di esseri imperfetti.Abituatevi a voler vivere bene, sì, ho detto abituatevi. Perché è incredibile il numero delle persone, a cui manca proprio la dimestichezza col benessere, con la serenità, e che non ci provano neanche a modificare lo stato di malessere che li avvolge. Perché l’adattabilità, se da un lato è stata la molla principale per l’evoluzione della specie umana, dall’altro è la nostra più grande condanna. Ci si abitua a tutto, anche a vivere male.In tre passi dunque si è costruita una buona esistenza, l’egoismo che ci porta ad amarci, l’amarci che ci spinge a perseguire il nostro benessere, il benessere che diffonde serenità.Cercare di trarre sempre il meglio da ogni situazione che si presenta, diventa allora una precisa caratteristica di chi si è abituato a voler vivere bene comunque. Perché c’è sempre un modo migliore per affrontare gli ostacoli che si presentano, e chi ragiona così lo trova. C’è sempre un attimo di felicità da cogliere in ogni occasione, e chi ragiona così lo vede. E di questo alla fine ne beneficiano tutte le persone che ci circondano. Come una pietra scagliata in un lago, il cerchio di positività si allarga e abbraccia gli altri intorno a noi. Allo stesso modo, chi non si ama, non si stima e sta male con se stesso, trasmette il suo malessere a chi gli è vicino. Chi non ama se stesso, non è assolutamente in grado di amare nessun altro. La tutela della nostra esistenza è il primo dovere che ci viene imposto con la nascita, il più importante, il più grande. Gesù Cristo, di cui possiamo liberamente dubitare, senza tuttavia non riconoscere che fosse una persona di un’intelligenza straordinaria, condanna il suicidio, lo spreco di un dono così grande come quello della vita. Ma ci sono tante forme di suicidio, e tanti modi per sprecare una vita. Non lavorare costantemente per la propria felicità è il primo.Annavera