formidabili i 70

la peggio gioventù


"Madri che pretendono di entrare a scuola per allattare il bambino di cinque anni. Genitori inviperiti perché la classe è stata spostata al secondo piano e la scuola non accetta di alleviare la fatica dei figli caricando gli zaini in ascensore. Madri che chiedono di non portare alla materna il bimbo quando piove e altre - molte altre - che «pretendono» dalle scuole elementari l’autorizzazione a far saltare un numero imprecisato di lezioni per partecipare a casting e riprese cinematografiche. La preside si è sentita dire che "in giardino devo coprire di terra tutte le radici, altrimenti i bambini inciampano."(da "La Stampa", 29 aprile 2009)Confesso, mi piacerebbe  incontrare qualcuno di questi personaggi. Per sapere che effetto fa avere un QI pari alla temperatura media invernale di Mosca (-20). Mi affascina il vuoto pneumatico che alberga in certe menti.Confesso inoltre le seguenti drammatiche angherie che venivano perpetrate sui ragazzini della mia generazione e invoco l'intervento di Telefono Azzurro sia pure con un certo ritardo.1/ venivamo mandati a scuola a piedi. Nel caso piovesse, non si richiedeva l'intervento della Protezione Civile. Davanti a scuola non c'era la sfilata di SUV posteggiati in dodicesima fila perchè il pargolo non si bagnasse. Ci si bardava con l'impermeabile e gli stivaletti rossi che tingevano i piedi che sembravano colorati con l'Uniposca e via andare. Fra parentesi, bambini obesi se ne vedevano ben pochi, chissà perchè.2/ di quanto pesasse la nostra cartella, non gliene fregava sostanzialmente niente a nessuno. Se ti veniva la scoliosi ti iscrivevano al corso di nuoto, rimedio universale per qualunque malattia, dall'asma al gomito del tennista. Se qualche madre avesse proposto l'installazione dell'ascensore a scuola per non affaticare le nostre fragili spalle sarebbe stata internata ipso facto.3/ essendo, tranne rare eccezioni, discretamente roiti, a nessuno veniva in mente di portarci ai casting. Al massimo ci mettevano in piedi sul tavolo a dire la poesia a Natale.4/ il cortile della mia scuola era fatto in pura ghiaia. A nessuno è mai passato per la testa di moquettarlo per salvaguardare le nostre sacre ginocchia. E così siamo caduti, ce le siamo sbucciate (senza che la maestra venisse denunciata), abbiamo frignato un po' e incredibilmente ci siamo rialzati.Perchè prima o poi da qualche parte si inciampa sempre. E' rialzarsi da soli che è difficile, se c'è sempre stato qualcuno che ci ha tirato su.