JUKE-BLOG

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Guidavo col punta-tacco e sognavo la Hayworth............Quella volta che con l' Aurelia B20 scivolai in un film anni ' 50 tra «atomiche» e calze nere.....Mi incuriosiscono i collezionisti che si accaparrano i loro gioielli nelle aste miliardarie. Ma preferisco i vecchi signori che conservano come una reliquia la loro prima macchina. Se avessi avuto i soldi avrei comprato un capannone e ci avrei messo dentro tutte le auto che hanno segnato la mia vita. Non sono un feticista ma un sentimentale. E così un giorno mi sarebbe piaciuto guidare la Topolino dove sedussi la mia attuale moglie, finché spuntarono le torce elettriche della Buoncostume. E un' altra mattina avrei guidato la Giulietta TI dove avevo respirato la colonia «4711» di mia madre e l' odor di latte di mio figlio nel cestone. E un pomeriggio avrei tirato fuori la Maserati Indy con cui facevo le asinate da casello e casello. Allora sopravvivevo a rate e il capannone-album restò una velleità. Ma ho un amico che già se la passava bene (mentre io, cronista abusivo, arrancavo in lambretta) e che ha religiosamente custodito una macchina di sangue blu: la Lancia Aurelia B20 GT, berlina per famiglia ma anche protagonista negli anni ' 50 di strepitosi successi alla 24 ore di Le Mans e alla Carrera messicana. Conoscendo il mio debole, l' amico mi ha offerto un breve revival ai suoi comandi. La B 20 è nera, un frontale prepotente, una linea morbida e filante, uno charme ancora irresistibile. Apro lo sportello di sinistra, ma poi ricordo che la guida è a destra. Afferro il volante grande come un timone e sottile come un grissino. Cerco istintivamente il cambio di fianco al sedile, ma è sul volante. Una leva da scambio ferroviario. Parto con circospezione, poi prendo confidenza. Oggi le signore saettano nei loro salottini di velluto e moquette, guidano con un mignolo (al resto pensa il servosterzo), frenano col piedino (al resto pensa il servofreno). Qui si guida aggrappati al timone, si frena pompando con disperate pedate e in discesa si aiutano i freni a tamburo scalando le marce col punta-tacco (che le nuove generazioni credono sia un vecchio ballo come il tip tap e il fox trot). Pian piano scivolo dentro un film in bianco e nero dove affiorano i fantasmi dell' epoca. Le atomiche che esplodono in Russia e in America. Un' altra atomica che deflagra in tutto il mondo: Rita Hayworth. La Dama Bianca ci ruba Fausto Coppi. La senatrice Merlin chiude i casini. Le extrasistole delle platee maschili per le calze nere di Silvana Mangano in «Riso amaro». Guido per mezz' ora in pieni anni ' 50, poi riporto il cimelio. Ho la camicia bagnata per la tensione e perché non c' è l' aria condizionata. Alzo il vetro con la manovella. Chiudo uno ad uno tutti gli sportelli perché non esiste il telecomando centralizzato. Come appaiono ovvie le invenzioni, dopo che sono state inventate. Goldoni Luca