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La mia automobilina.....


....Preferita ;-)Lamborghini miura, 40 anni di un mitoLa Lamborghini ha aperto in questi giorni( 11 aprile 2005 n.d.r.)i festeggiamenti per celebrare i 40 anni della Miura, la mitica supercar sportiva prodotta dalla Casa emiliana (oggi sotto il controllo dell’Audi) e disegnata dalla Bertone. I festeggiamenti, cominciati in occasione di Techno Classica 2005 a Essen, proseguiranno per tutto il 2006 con una serie di eventi che coinvolgeranno direttamente la Lamborghini, i Club Lamborghini e moltissimi clienti e appassionati sparsi nei cinque Continenti. In effetti, la Miura non fu solo una straordinaria e innovativa auto ad alte prestazioni, ma anche un fenomeno di costume paragonabile a quello Ferrari.Il rivoluzionario concetto della supersportiva a motore posteriore, centrale e trasversale, si deve a due (allora) giovani ingegneri, Gianpaolo Stanzani e Gianpaolo Dallara, sostenuti da Ferruccio Lamborghini, il fondatore della Casa che ha per simbolo un Toro, l’uomo che volle sfidare Enzo Ferrari nel mondo della velocità. Il telaio «TP400» (la sigla stava per «Trasversale Posteriore 4 litri») vantava una costruzione in lamiera d'acciaio piegata, tagliata, saldata e forata di stile più aeronautico che automobilistico, una radicale innovazione rispetto ai tubi a sezione circolare o ovale sui quali si basava fino a quel momento la tecnica delle grandi firme del settore. Questa intricata struttura di lamiera d'acciaio provvedeva a formare l'ossatura della vettura, gli attacchi per le sospensioni, lo spazio centrale per l'abitacolo e la culla per il gruppo motopropulsore, che era almeno altrettanto rivoluzionario. Il motore V12, che aveva una cilindrata di 3.929 cc e una potenza di 350 Cv, era stato modificato con la creazione di un nuovo basamento nel quale erano stati inglobati il cambio e la trasmissione. Una grande scultura in lega leggera in cui i principali organi meccanici erano compattati: un tutto unico, leggero, rigido e di dimensioni contenute, l'ideale per una applicazione sportiva ad altissime prestazioni. Il fatto che tale gruppo meccanico venisse montato subito dietro all'abitacolo, davanti alle ruote posteriori e quindi in prossimità del centro di gravità dell'automobile, rendeva la distribuzione dei pesi e il momento di inerzia particolarmente favorevoli.L’audace approccio tecnico piacque moltissimo. Ma si trattava di «vestirlo» in modo adeguato ed emozionante. Ferruccio Lamborghini si accordò con Nuccio Bertone, un maestro del design altrettanto coraggioso e innovatore. Nel mese di febbraio del 1966, Bertone poté ufficialmente dichiarare di essere stato incaricato dalla Lamborghini di creare una carrozzeria per questo telaio. Il responsabile dello stile, Marcello Gandini, aveva in effetti cominciato a lavorare sul progetto alla fine del 1965, subito dopo la chiusura del Salone di Torino.La presentazione dell'automobile finita a Ginevra avvenne in tempi record: appena cinque mesi dopo quella del telaio. Era nato un capolavoro: una vettura biposto bassa e filante, che pareva voler aggredire la strada. E mai denominazione fu più indovinata. Miura era il nome della più feroce e temuta razza di tori da combattimento di Spagna.