Un anno in Caritas

Pax


Vanno i Corrs su questa mattina d'autunno ancora soleggiata. E dovrebbere essere inverno, mentre ci troviamo 13°C alle 18.40 di sera.Bel pacco.Beh, non è su questo clima il focus del post odierno, comunque.Ieri sera ho assistito all'annuale incontro/ricorrenza del 15 dicembre, data di promulgazione della prima legge sull'Obiezione di Coscienza e sul servizio civile sostitutivo.. una pietra miliare per coloro che rifiutavano il ervizio militare. Questo nel 1972... e non ero ancora nato.Un film di 60 minuti, una tastimonianza di un ragazzo (della Pastorale, per giunta) che ha vissuto in zone di guerra, giù in Palestina.Una lunga riflessione.........connessa alle letture di oggi sullo scoutismo, cercando un brano adatto per l'attività del Consiglio di Zona di stasera.Non è riassumibile: il film di DelBono non è stato poi questa miniera di fonti o un capolavoro, forse tutt'altro. Avrò dei gusti strani ma gli spunti sono giunti in opposizione. Per quello che il film ha calcato, estraniato, esagerato e non detto o mostrato. Insomma... non ha trasmesso quello che può davvero essere l'orrore intimo di uno scontro nelle piazze, del dolore e delle sofferenza. La Paura e l'Orrore (mi si passi il termine nephandico).Però ha tirato fuori un qualcosa che non sempre esce da queste proiezioni: in genere tutti colpiti, lacrimevoli, "Uh, povera gente...", "Oh come siamo fortunati noi qua...", "E' sempre la povera gente a pagare, mai i ricchi e i potenti".E' tutto vero, ci mancherebbe altro, ma pensiamo che sia quetso il punto fermo della questione? Non forse il cercare di fare qualcosa, invece di fare i santi soccorritori? Piuttosto, apprezzo la tesimonianza parallela al film, di uno che là c'è stato (come DelBono, ovviamente) e non per portare la potenza occidentale, ma per lavorare fianco a fianco con la gente dle posto per costruire pace e futuro. E' inutile scandalizzarci e metterci la coscienza a posto con una donazione... forse non è quella la strada.Diceva B.P. che se tutti i ragazzi fossero stati mebri di una fraternità internazionale come quella dello scoutismo, un giorno, da adulti, non avrebbero mosso guerra da dulti, perchè tra amici non ci si aggredisce.Utopico, a leggerlo un secolo dopo, ma una trovata geniale nel 1911. E' questo lo stile con cui lavorare: educare, insegnare e apprednere la convivenza pacifica. Apprendere? Certo, non siamo mica superiori a chi è in guerra, solo un pelo più fortunati.C'è sempre un torto in una guerra, ce n'è più d'uno, forse due o tre... e non possiamo risolverli noi con la nostra supponenza. Possiamo solo stare vicini ai fratelli in difficiltà, mostrare i problemi che noi abbiamo superato e farci aiutare a superare quelli che ancora abbiamo (basti guardare la nostra economia folle...).Così c'è futuro, non credete?