anonimalamente

Post N° 55


Ancora giorno Capitolo nono Per noi la partita fu più che altro un passatempo visto che i discorsi si fecero seri anche se molto lenti visto che il gioco assorbiva la concentrazione e ad una domanda potevi aspettare anche due tre mani prima di ricevere una risposta.-         Michele, ma questa erba a quanto la fate?- Domandai curioso e voglioso.-         Otto al grammo.-         Un po’ meno, no?-         Fosse per me anche si, ma in realtà ci sono i miei coinquilini, al massimo posso farvela in compra vendita.-         Ne riparleremo a casa. Verrò a trovarti una sera in appartamento.-         Si dai, che così ci facciamo una bella fumata.-         Però una volta era bello. Dio ….-         Pensa Chicco che almeno noi abbiamo beccato anche se di striscio il miglior periodo. Anni ottanta, novanta altro che. Quella era pacchia.- Si intromise Carlo con occhi lucidi.-         Vi ricordate quella volta che abbiamo comprato quella erba a ottocento lire al grammo. Ottocento. Sette euro. Avete presente la differenza.- Chicco si era infervorato.-         Io sono dell’idea che in Olanda sono stati i più furbi. Anche se volessero, come fanno a tornare in dietro? Hai presente tutta una nazione che schizza?- Dissi e cercai di immaginare nella mia testa quel preciso istante in cui tutto un popolo va fuori di testa contemporaneamente e mi venne da ridere.-         Da quando l’hanno legalizzata i fumatori sono diminuiti.- Sentenziò Michele.-         Si, ma saranno aumentati nei paesi al confine.- Obiettai.-         Figata. Chicco pensa ad essere nato, che ne so, in un paese in Belgio al confine con l’Olanda.-         Perché Carlo? Se devo sognare, sognerò di essere nato in Olanda. A questo punto.-         Sai che delirio se in Italia fanno come in Olanda?- Si era in vena di sogni.-         Non ci guadagnerebbe più la mafia. I magrebi non si finanzierebbero gli attentati e i documenti falsi, ci sarebbero meno carte e la finanza potrebbe finalmente fare qualcos’altro di più utile per lo Stato.- Sentenziò Carlo, ma l’uragano di idee che c’era nella testa di Chicco smaniava di esprimersi.-         Che poi non capisco perché la Guardia di Finanza si occupa della droga. Cioè dal nome si dedurrebbe che si occupasse di finanza, non di droga. Se no chiamala Guardia delle Droga, sbaglio?-         Dovrebbero legalizzare la coltivazione e il consumo di marijuana dentro le abitazioni private. Sono a casa. Mia. Il fatto che sia in Italia è un’altra cosa. E’ mia. Ho lavorato per farla e non posso coltivarci una cazzo di pianta e fumarmela. Ma c’è gente che può mangiare mille aspirine e morire. Dio ....-         Cosa centrano le aspirine?- Domandò Michele.-         E’ tutta colpa delle aspirine e delle lobby farmaceutiche.-         Oddio. Ecco che parte. Sapevo che c’era qualcosa che covava nella tua piccola e bacata testolina. Raccontami che sento puzza di stronzata.- Dissi stuzzicando il mio compagno di squadra.-         Tu Michele non ascoltare, vuole solo distrarti per vincere a carte.- Disse Carlo dopo che la prima partita al trentuno l’avevamo portata a casa noi.-         Lo so lo so. Ma che ci vuoi fare, è un discorso così interessante.-         Una volta negli anni trenta quaranta la maria non era considerata una droga. Era una pianta, molto meno potente con cui facevi un casino di cose e in più se ti sentivi un po’ male, malessere, robe così, ti giravi una sigaretta. Con la canapa del tuo campo e stavi un po’ meglio. Sai con cosa andava la prima macchina a motore? Olio di canapa. I vestiti come li facevi? Era così complicato farne uno? Pensa alle coperte. -         Cos’hanno le coperte?-         Erano fatte di canapa.-         Così potevi fumare stando a letto. Bastardi.-         Comunque un giorno le lobby farmaceutiche, che poi sono a braccetto con le multinazionali del petrolio, fanno la pensata: “E se noi facciamo diventare illegale la canapa”. Bene l’hanno fatto e ora tutti mangiano pastiglie per malattie immaginarie e indossano traspirantissimi vestiti fatti di plastica. Quando finirà il petrolio la rilegalizzeranno. Anche perché se ci tenessero veramente alla mia salute renderebbero illegali le sigarette e un sacco di piante che fanno le stesse cose ma che non vanno di moda. Ma è un altro capitolo ancora.-         Però se si facesse un referendum si vincerebbe di brutto.-         Non credere. Vuoi sapere l’unico modo per legalizzarla?-         Direi.-         E’ un’idea di un mio amico stra fuori. Il suo obbiettivo nella vita è racimolare più soldi possibili…-         Grazie tante, mi spiega come fa?-         Bo? Non so, quello è il problema, ma aspetta che ti dico cosa vuole farci. Insomma si fa fare un seme di marijuana non tanto potente, ma che si riproduca bene in climi come il nostro e soprattutto velocemente. Piante madri, le impollina e produce migliaia e migliaia di semi.-         E poi?-         Poi prendere e li svuota col deltaplano sulle colline, magari nei parchi naturali e via. La sua teoria è che se non la legalizzano loro la legalizziamo noi. O no?-         Malati. Voi siete malati.- Disse Alberto che ci aveva sentito parlare animatamente e da distante ci stava ascoltando.-         Secondo me è una bella pensata invece. Io gli farei una statua.-         Se lo farà te ne accorgerai. Comunque ragazzi vorrei dirvi che abbiamo vinto ancora noi. Portate il vino. Dio….Avevamo giocato due partite fino al trentuno. La fame si faceva sentire e Carlo provò a entrare in cucina, ma la porta era bloccata e da dentro ci dissero di aspettare altri dieci minuti. Notammo che Filippo dormiva ancora, allora decidemmo di aprire una finestra per cambiare l’aria e fondamentalmente per rompergli le scatole. Entrò un freddo glaciale, la temperatura esterna si era abbassata di molto e anche il tempo non sembrava essere dei migliori. Il dormiglione non aveva reagito e allora iniziammo a picchiarci per gioco.Vinceva sempre il nostro gigante preferito che con le sue braccia poteva prenderti anche a due metri di distanza e che decise di dar la sveglia a Filippo. Gli atterrò sopra volando giù dal soppalco cercando di imitare una mossa del Wrestling e sfondando il letto. Al sentire il “crak” tutti guardammo il padrone di casa ancora sotterrato dalla mole di Carlo. Non disse nulla, ci guardò veramente shockato e noi ci calmammo improvvisamente.Dopo interminabili minuti, in cui si sentirono solo dei flebili gemiti da parte di Filippo ancora disteso nella posizione in cui l’aveva schiacciato Carlo, la porta della cucina si aprì e fu come una magia.La luce entrava e più ci venimmo avvolti da un profumo di carne cucinata e aromi vari. La tavola era imbandita come una cena di natale, anzi sembrava capodanno.Mangiammo gli antipasti, fette di salame e mortadella e partì anche il primo brindisi. Per primo piatto, le donne, avevano preparato una pasta alla carbonara con i fiocchi e molto abbondante. Poi portarono in tavola funghi, patate fritte in padella e una mega braciola a testa. Sembrava di essere in una di quelle trattorie dove si trangugiano fiumi di vino e si vivono le storie più vere e strane.Quando i caffé si presentarono in tavola in compagnia di una bottiglia nuova di zecca di Averna e una di Amaro Lucano scattò un applauso spontaneo verso le cuoche.-         E’ per tutto quello che ci offrite. Per ringraziarvi.-         Io vi sposerei tutte quante. Maledetta monogamia. Dio….- Sbottò Chicco.