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« Messaggio #36Messaggio #38 »

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 12 Maggio 2008 da anonimalamente

Ancora giorno

 

Capitolo ventisettesimo

 

Prese un’altra bottiglia di vino ed iniziò a versare su due bicchieri. Io avvicinai il terzo.

-         Sai dove andrai a finire?- Mi disse.

Di risposta ebbe uno sguardo di sufficienza che gli bastò.

-         Cosa mi dici del film di oggi?

-         Molto interessante. Devo essere sincero. Tu Carlo cosa ne dici?

-         Che la teoria del Grande Parapiglia mi prende bene.

-         Speri che succeda veramente?

-         Si e no. Tanto se non succede a me, capiterà ai nostri figli, tanto vale poter dire: “io c’ero”. No?

-         Siete fuori voi due.

-         Vedrai Carlo- disse Chicco, brindando con lui e mettendogli un braccio sopra le spalle. -Sarà un ciclone, un tornado. I politici sono così cechi che finiranno malissimo. Fidati. E spero che nessuno gli apra gli occhi. Continuate ad andare da Vespa.

-         E cosa dici delle elezioni?- Buttai lì curioso.

-         Che facciano quello che vogliono. Poi a quali ti riferisci? Comunali, amministrative, parlamentari, referendum, pi pi, pa pa. Il Grande Parapiglia sta arrivando. Dio ….

-         Per i politici userei la frase mitica dei professori alle mamme. “Presi singolarmente sono dei bravi ragazzi, ma quando sono assieme. Mamma mia. Tirano fuori il peggio. Si sfogano.”

“Aveva ragione” pensai mentre Chicco riempiva nuovamente i bicchieri fiero di quello che aveva detto.

-         Si, ma il problema è un altro. Ti dico.

-         E qual è Chicco?

-         La politica in sé. Pensaci. Cos’è? Usiamo la storia. Siamo nel mille e cinquecento e andiamo in Francia. Tutti contadini, toh, trenta milioni, sottomessi da un numero di potenti. Tra conti, visconti, abati e chissà cosa. Un certo numero. Ok? Questa è la prima foto. Seconda: mille e settecento: persone non nobili hanno soldi e li investono in fabbriche, la popolazione aumenta, ma i potenti rimangono quelli, si chiama ereditarietà, in più cominciano a impoverirsi. Terza foto: mille e ottocento: e qui c’è il nocciolo dell’errore. La gente schizza. Troppe persone non nobili hanno molti soldi. La gente nelle campagne vuole essere rappresentata. Nasce la politica. Persone che rappresentano un territorio. Che va gestito. Magari ci si trova assieme perché il problema è il medesimo e lo si risolve. Comunque è gestione del territorio. C’è una cosa che non va? Si risolve. Quarta foto: Napoleone distrugge tutto. Ora guarda oggi: sessantamilioni. I politici saranno tra regione, provincia e parlamento mezzo milione, un milione, quello che è. Cosa fanno? Rappresentano un’ideologia. Comunisti, fascisti, imprenditori, operai. Classi di persone. Hai capito. Non gestiscono il territorio. Cos’è cambiato dal mille e cinquecento? Nulla. Il potere è stato ridistribuito più equamente. Doveva solo tornare in equilibrio. Politica è potere o gestione? Ultima foto: domani. Ora tutti abitiamo mischiati, comunisti ricchi con fascisti poveri e viceversa, operai con imprenditori, come fai a gestirli? Troppo tardi.

-         Non l’avevo mai vista da questo punto di vista.

-         Hai capito perchè ti dicono che non c’è più differenza tra destra e sinistra? Prima era facile gestire un comune operaio con un sindaco comunista, ma ora come fai? Hai un territorio con imprenditori, dipendenti, dieci percento di stranieri, pensionati, giovani rampanti e le solite faccia di merda. Che sia di destra o di sinistra non potranno mai fare quello che gli imporrebbe la loro ideologia. Qualsiasi sia.

-         Sapete che iniziate ad affascinarmi. Ad essere sincero non vi pensavo così sofisticati.

-         Grazie. Dio ….- Riempimmo nuovamente i bicchieri.

-         Dovreste andare in una trasmissione voi due. Sapete?- Dissi versando ancora vino.

-         Il nocciolo mi è venuto giocando al lotto.

-         Lotto e politica. Cioè?

-         Tu conosci gente che ha fatto una mega vincità alla lotteria?

-         No.

-         E tu Carlo?

-         No.

-         Neanche io. Però ci sono. Se cerchi li trovi. Conosci persone, personalmente, che hanno vinto alle elezioni? Anche fossero della provincia?

-         No.

-         No.

-         Neanche io. Però ci sono. Se li cerchi li trovi. E’ l’equilibrio perfetto. Quando per trovarli devi iniziare a cercare troppo significa che il sistema sta sballando.

Aveva finito il suo discorso e anche la bottiglia di vino.

Carlo vide la bottiglia di grappa ne versò nei nostri bicchieri.

Questa ultima bevuta mi diede il colpo finale, mi girava la testa e non mi sentivo per niente bene.

-         Ora è giunto il momento di abbassare i gradi.- Disse Carlo stappando una birra.

Io cercai di alzarmi per scappare e fu uno sforzo immenso. Riuscii a mettermi in piedi e mi avviai verso le ragazze. Non avevo visto che Michele stava facendo cariche con per la pipa ad acqua e vedendomi me lo porse. Credo di averlo guardato nel modo più impietoso della mia vita, ma fu inflessibile.

-         Vendetta.

-         O dio, ma sta sera è già ora?

-         Esatto.- Disse mettendomi la pipa in mano.

Io ero completamente andato, anche perché se fossi stato sano non avrei accettato, ma se fossi stato sano non avrei avuto problemi a farla. Insomma non mi capivo, affioravano mille pensieri e lo sguardo spaziava alla ricerca di un qualcosa che non sapevo. Cercava. In generale. Fumai e mi sedetti pensieroso.

-         Cos’hai?

-         Non vedi che è fuori?

-         No, sta male, non l’avevo mai visto così.

-         Guardate che vi sento.

-         Deve aver bevuto un po’ troppo.- Disse Filippo che mi conosceva.

-         Esatto.

-         Però un rum e pera lo bevi?- Disse provocandomi.

-        

-         Dai.

-         Ma mi hai visto?

-         Si, ma sei a mille chilometri da casa o sbaglio?

-         E cento dall’ospedale più vicino.

-         Dai che un coma etilico non ha mai ucciso nessuno.

-         Cazzo dici?

-         Se mi parli così significa che non sei così leso. Dai dai.- Disse riempiendo due bicchieri.

Rimasi fermo a fissare i bicchieri senza prenderli in mano. Poi con uno scatto felino buttai giù tutto.

Ero caput. Mi sedetti il più comodo possibile e in silenzio mi guardai in giro. Qualcuno aveva messo nello stereo un live dei Prodigy e le ragazze mezze brille ripresero a ballare. Rimasi a fissare le ragazze per un lasso di tempo indefinito. Alberto si era unito al ballo della sua ragazza, imitato da Filippo. La Valeria convinse Michele e io rimasi seduto da solo. Mi girai per vedere se ci fosse qualcun altro. Carlo e Chicco proprio in quel momento mi stavano fissando. Carlo fece un “ciao ciao” con la mano e un sorriso da trentadue denti. Chicco ribadì il saluto alzando il bicchiere ed io pensai che la mia fuga fosse finita, “mi hanno scoperto”, mi alzai e mi sedetti vicino a loro.

-         Ben tornato.

-         Ti mancavamo? Dio ….- Mi domandò Chicco versando del limoncello nel mio bicchiere.

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