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ABANO TERME - Il resoconto dal 14 al 18 Marzo 2017

Post n°920 pubblicato il 21 Marzo 2017 da diddleangel

Gli imprevisti succedono quando meno te l’ha aspetti! Dovevo partire per Abano Terme in orario ma quel dispettoso di Artù, il peloso perenne, è riuscito a chiudere il cancelletto e ci ha chiusi fuori casa senza chiavi. Non avevamo scelta, qualcuno doveva scavalcare. Solo mio padre era agile, ne sono ancora convinta ma chi se lo aspettava che l’arco del cancelletto si doveva staccare proprio quel giorno, forse perché il peso di mio padre era elevato? Fortunatamente è caduto seduto con l’arco di dieci chili in mano. Dopo aver costatato che era tutto ok, siamo partiti. Per tutto il viaggio, sono stata in ansia e ogni tre per due chiedevo: “Papà come stai?” La risposta era sempre la stessa: “Bene!”. A dir il vero, ci ho creduto poco ma per fortuna la caduta non aveva dato noia. Il viaggio era stato piacevole nonostante l’apprensione che avvertivo, viaggiare ti da un senso di libertà: non sapevo come spiegarlo ma ti sembrava di stare in un flusso famigliare di un pianeta a parte. Camion e auto le ritrovavi sempre le stesse, anche nell’autogrill, mi sentivo in competizione con loro anche se non guidavo. Era bello trovare la stessa macchina dopo ore, meno bello era ritrovarsi in mezzo a due camion grandi il quadruplo di te. Siamo arrivati ad Abano Terme verso le 13,30. Abano è un paese e Abano Terme è un altro. Le piccole cittadine sono circondate dai colli Euganei che sono un gruppo di rilievi di origine vulcanica. Sorgono sulla pianura veneta centrale, a sudovest di Padova. Dopo aver guardato un po' intorno, siamo andati alla reception dell’Hotel Harry’s Garden dove ci aveva accolto un ragazzo elegante ma scorbutico. La nostra avventura era iniziata nella camera quattrocentotré403. Camera su vista piscine e giardino, situata vicino all’ascensore e al quarto piano. La camera era piccola ma carina, una bomboniera; le pareti ricoperte con carta antica, per terra c’era la moquette rossa, di fianco ai letti c’erano due armadi a scomparsa in marmo verde, un grosso specchio ad arco, una scrivania e una TV. Dopo esserci sistemati, siamo andati direttamente in piscina. Quando entri per la prima volta nella zona termale, l’impatto è nauseante perché senti un forte odor di zolfo. Già nella mezza giornata del primo giorno avevo provato la piscina interna, il bagno turco e la sauna.L’acqua della piscina me l’ha aspettavo più calda, la sauna tutta in legno a quattro livelli è sopportabile invece il bagno turco pieno di vapore era per me una vera tragedia. Mi mancava l’aria in una maniera bestiale. L’interno del bagno era tutto piastrellato da piastrelle grigie e oro, era tutto molto scivoloso. In un angolo, c’era un finto braciere con dei sassi roventi. Per aumentare la temperatura bastava mettere un mestolo d’acqua fredda, che c’era per terra in un secchio in ghisa all’interno del braciere. La porta del bagno turco era trasparente ma sempre appannata. La sera, la prima cena, è stata al lume di candela. In quella circostanza ho conosciuto le cameriere e il maitre di sala Adriano. Come primo impatto non è stato dei migliori, parevano tutti “disturbati” dalla presenza della mia carrozzina; il maitre ancora di più ma avevo subito intuito che era tonto, per me assomiglia a Fredd Flintstone, però in versione acida. Dopo cena, nella hall ho ”fatto conoscenza” con Gianni, il baristasommelier dell’hotel. Persona gentile e la più carina della struttura. Poi siamo saliti in camera a guardare la TV. Il giorno seguente, dopo una colazione a base di cereali e latte (purtroppo in polvere), siamo andati in piscina. Nell’Hotel Harry’s Garden si sta sempre in accappatoio e costume, a pranzo in tuta e a cena in ”abito elegante”. Ho voluto entrate dalla piscina interna per poi uscire e andare in quella più grande. Le due vasche non erano purtroppo comunicanti, bisognava uscire e attraversare una passatoia, cosa non sempre gradevole! L’acqua è a 34°c e fuori alla mattina c’erano solo 1415°c..una bella bastosta!! Nella piscina grande c’erano ogni tipo di idromassaggio: le buche le mie preferite, la serpentina per i piedi che faceva i solletico, due lettini, due cascate per la cervicale, un passaggio con un tappeto di sassi per massaggiare il piedi con bocchette al muro dove fuoriuscivano bollicine d’aria ed infine c’erano sparsi dei tombini traforati dove se schiacciavi un bottone azionavi un “motore” e uscivano bolle d’acqua. Dopo la piscina, sauna e doccia profumata al mandarino. Nella sauna resisto un po' di più, l’aria è secca e fa molto caldo (sopra alla testa 80°c). Anche la dentro, in un angolo, c’era una stufa elettrica con dei sassi “ roventi”. La sera dopo cena mi rilassavo nella hall. Più o meno le mie quattro giornate alle Terme erano strutturate in questo modo, era un relax e un fare le stesse cose.Dopo pranzo mi piaceva passeggiare nel parco ben curato. C’erano molte piante grasse, limoni, ulivi, palme e magnolie. Avevo e ho tuttora un debole per le piante grasse, specialmente per l’Aloe. Nel parco dell’Hotel c’erano conigli selvatici e un picchio. Le cose che mi sono piaciute di più dell’hotel sono: la visione della piscina alla mattina colma di vapore, sentire il picchio alla mattina presto, prendere il sole pur sapendo che è ancora Marzo con i suoi 19 gradi, nuotare sotto un cielo azzurro e divertimi con mio padre. Non ho mangiato nulla di particolare, anzi, per essere un Hotel a tre stelle mi sembrava un po' fiacco di porzioni e di qualità. Per non parlare dei vetri delle finestre che vibrano ad ogni macchina e all’ascensore che si chiude e parte molto ma molto lentamente. Venerdì pomeriggio ho visitato il paese e così ho anche approfittato per andare a messa. Il paese non è nulla di speciale, tanti hotel, tanti negozi. Una cosa che mi è piaciuta e che lo trovata davvero singolare è che alcuni tronchi degli alberi del centro erano avvolti da sciarpe di lana. Venerdì sera nella hall, hanno fatto la tombolata. Fortunatamente i miei numeri non sono usciti, chi andava da Gianni a prendere il premio con tutti che applaudivano? Dei fanghi posso dire ben poco, ho visto solo le stanze dove li facevano. Fuori dall’entrata della piscina interna, c’era un lungo corridoio con tante porte, una di fianco all’altra. Sbirciando nelle varie stanze ho visto che avevano un lettino ricoperto dal cellofan, uno sgabello e un macchinario appeso al muro. Giuro sembrava al macchinario che distribuisce il mangime agli animali. Infine sabato mattina, sveglia presto, tuffo nell’acqua alle ore 08,00, il termometro dell’hotel segnava 14°c. Fare qualche pazzia a volte fa davvero bene, nuotare tra il vapore mattiniero fa un certo effetto; ti sembra novembre. Era tutto perfetto, per fare questa pazzia avevo saltato la colazione e le conseguenze si erano sentite. Verso le 10.30 abbiamo lasciato la camera e siamo andati a far un giro in centro. Alberghi, alberghi di lusso e ancora alberghi, strade principali e viuzze, statue e qualche fontana, negozi e negozietti...Questo è Abano Terme! Dopo un pranzo discreto a base di pasta al forno alla vegetariana e per secondo un pezzo di coniglio con muse di patate, siamo partiti. Un misero “arrivederci” dal maitre Adriano. Il viaggio del ritorno mi è sembrato più corto, non riuscivo a non pensare alla mia stanza, la quattrocentotré, pronta ad accogliere qualcun altro. L’hotel è un viavai di vite che mai e poi mai riuscirai davvero a conoscere.

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