infinito

Post N° 157


ODE ALLA PACE Sia pace per le aurore che verranno,pace per il ponte, pace per il vino,pace per le parole che mi fruganopiù dentro e che dal mio sangue risalgonolegando terra e amori con l’anticocanto;e sia pace per le città all’albaquando si sveglia il pane,pace al libro come sigillo d’aria,e pace per le ceneri di questimorti e di questi altri ancora;e sia pace sopra l’oscuro ferro di Brooklin, al portalettereche entra di casa in casa come il giorno,pace per il regista che grida al megafono rivolto ai convolvoli,pace per la mia mano destra che brama soltanto scrivere il nomeRosario, pace per il boliviano segreto come pietranel fondo di uno stagno, pace perché tu possa sposarti;e sia pace per tutte le segherie del Bio-Bio,per il cuore lacerato della Spagna,sia pace per il piccolo Museodi Wyoming, dove la più dolce cosaè un cuscino con un cuore ricamato,pace per il fornaio ed i suoi amori,pace per la farina, pace per tutto il granoche deve nascere, pace per ogniamore che cerca schermi di foglie,pace per tutti i vivi,per tutte le terre e le acque.Ed ora qui vi saluto,torno alla mia casa, ai miei sogni,ritorno alla Patagonia, doveil vento fa vibrare le stallee spruzza ghiacciol’oceano. Non sono che un poetae vi amo tutti, e vago per il mondoche amo: nella mia patria i minatoriconoscono le carceri e i soldatidanno ordini ai giudici.Ma io amo anche le radicidel mio piccolo gelido paese.Se dovessi morire mille volte,io là vorrei morire:se dovessi mille volte nascere,là vorrei nascere,vicino all’araucaria selvaggia,al forte vento che soffia dal Sud.Nessuno pensi a me.Pensiamo a tutta la terra, battendodolcemente le nocche sulla tavola.Io non voglio che il sanguetorni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:ed io voglio che vengano con mela ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambolee che escano a bere con me il vino più rosso.Io qui non vengo a risolvere nulla.Sono venuto solo per cantaree per farti cantare con me.Neruda