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Inghilterra, nazione primogenita dell'Era Industriale


"Con rivoluzione industriale si designa la trasformazione produttiva che prese le mosse dall'Inghilterra del tardo '700(...).Tale evento determinò un mutamento profondo e molecolare dei costumi,dei rapporti di classe,della cultura,della politica,delle condizioni generali di vita e coinvolse direttamente o indirettamente l'intera umanità compresi i popoli sottosviluppati che furono oggetto dello sfruttamento imperialistico(o per altri,del nuovo sistema organizzato di produzione di beni).Da quando l'ampliarsi delle risorse è venuto a dipendere piuttosto dalle aumentate capacità umane di sfruttarle che dalla materialità della loro esistenza lo sviluppo,malgrado le ricorrenti crisi imputabili agli aspetti deteriori del sistema capitalistico,ha assunto un andamento progressivo e continuo quale non aveva mai avuto.All'Inghilterra dunque va il merito della primogenitura industriale.Se la premessa teorica fondamentele della rivoluzione industriale è lo sviluppo della scienza la sua premessa più ravvicinata è lo sviluppo della tecnica: e l'industrializzazione fu inizialmente resa possibile dalle invenzioni di tecnici che,per quanto geniali,non erano sostenuti da una solida e sistematica cultura scientifica.Una delle ragioni per le quali l'Inghilterra fu la nazione primogenita dell'industria fu la superiorità dei suoi tecnici nel corso del secolo XVIII:una superiorità così netta che,persino dopo l'invenzione e l'adozione delle prime macchine per filare e per tessere,occorsero parecchi decenni perchè all'estero si imparasse a ricostruirle.E spesso le copie stesse furono realizzate mediante il contributo di tecnici inglesi.Tale primato tecnologico va in parte imputato alla tradizione empirica inaugurata da Bacone(1561-1626) che aveva avvertito con grande chiarezza la stretta connessione fra teoria  e prassi e dunque fra il progresso delle conoscenze e il dominio dell'uomo sulle forze della natura.Poi la mobilità della società inglese caratterizzata da un ricambio delle classi più vivace che altrove permetteva un più ricco flusso di ingegni creativi verso i problemi della produzione;e il precoce smantellamento dei regolamenti corporativi,già in gran parte eliminati alla fine del '600, lasciava spazio all'introduzione di metodi e strumenti di lavoro assolutamente nuovi.Il disprezzo per le attività manuali,da riservare alle classi "inferiori",non faceva parte di pregiudizi inglesi.Cosicchè gli appartenenti alle classi medie,dalle quali di fatto provennero per lo più gli inventori,non si vergognavano di dedicarsi ai problemi della tecnica(si pensi invece quanto sia ancora oggi frequente fra di noi...chi si fa vanto della propria inettitudine manuale,scientifica e matematica plaudendo solo alle discipline letterarie).Infine i tecnici inglesi erano tutt'altro  che digiuni di matematica e fisica divulgate da periodici e da enciclopedie popolari e in corsi serali promossi da associazioni private.Anche il quadro politico era in Inghilterra ben più favorevole che altrove  alla nascita e allo sviluppo dell'industria.Perchè con le rivoluzioni del '600 la borghesia aveva conseguito,se non il monopolio del potere,almeno la possibiltà di condizionarlo significativamente.Ciò che aveva permesso sia una sempre più rapida trasformazione capitalistica dell'agricoltura,grazie alle enclosures approvate dal Parlamento a ritmo incalzante,sia l'abolizione delle dogane interne e delle gabelle feudali e la conseguente formazione di un ampio mercato unico nazionale(condizione necessaria per l'assorbimento di una produzione su larga scala),sia lo sviluppo di una rete di strade e di canali navigabili adeguata alle esigenze di una distribuzione rapida ed economica dei prodotti.Intorno alla metà del '700 l'Inghilterra disponeva di quasi 2000 chilometri di canali navigabili,mentre nei decenni successivi l'incremento delle vie di comunicazione subì un'impennata,tanto per iniziativa del Parlamento che varava leggi sulle strade alla media di una quarantina all'anno,quanto per iniziativa di privati che nell'ultimo trentennio del secolo investirono 7-8 milioni di sterline nello scavo e nella sistemazione di canali navigabili."(Augusto e Camera,"l'Età Moderna")