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Michel de Montaigne,il mito del buon selvaggio


"Michel de Montaigne(1533-1592)...scrisse i suoi famosi saggi nella seconda metà del '500 quando giungevano in Europa le notizie,più o meno fantasiose,sulle nuove terre scoperte oltre oceano e sui popoli che le abitavano.Vivendo in un paese travagliato dalle guerre di religione,egli rimase colpito dalla presunta mitezza e semplicità di vita di quei "primitivi" e fu tra i primi inventori del mito del "buon selvaggio"....Quanto Montaigne scrive contiene peraltro l'involontaria confutazione di quel mito...perchè un popolo privo di vizi e di virtù sarebbe indistinguibile da un branco di animali...e la "perfezione"...identificata con l'innocenza dei bruti("nessuna sorta di traffici;nessuna conoscenza delle lettere;nessuna scienza dei numeri...").Così lo stesso de Montaigne:"...quei popoli...sembrano barbari perchè,non modellati dallo spirito umano,sono ancora molto vicini alla loro semplicità originaria.Li governano leggi naturali,non imbastardite dalle nostre...e con tale purezza che mi dispiace che no se ne sia avuta nozione prima quando c'erano uomini che avrebbero potuto giudicare meglio di noi.Mi spiace che Licurgo(800-730 a.C.)e Platone(428-348 a.C)non ne abbiano avuto conoscenza...e direi loro che in quei popoli non esiste uso delle lettere ,dei numeri,non la servitù,la ricchezza o povertà,né contratto,successione o spartizione;nessuna occupazione;non la  menzogna,tradimento,dissimulazione,avarizia,invidia,diffamazione,perdono.Quanto lontana da questa perfezione egli,Platone che delineò nella "Repubblica" un grandioso progetto di organizzazione statale e lontanissimo dallo stato di natura,troverebbe la repubblica che ha immaginato".