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Il teatro comico del '500


"L'Italia nel Cinquecento ebbe un ruolo di primissimo piano nello sviluppo degli spettacoli.Nel nostro paese infatti si attuò il passaggio dall'austero teatro medioevale al ricco e vario spettacolo rinascimentale che divenne un esempio per tutta Europa.I fautori di questa rivoluzione furono i principi italiani che diedero grande impulso alle sfarzose feste di corte all'interno delle quali venivano date le rappresentazioni teatrali.Il '500 fu il secolo nel quale si recuperarono le tragedie e le commedie classiche.Si recitarono testi greci e latini in lingua originale.Si produssero commedie e tragedie nuove,nacquero nuovi generi come la pastorale ed il melodramma.La scenografia e l'architettura teatrale vennero rivoluzionate e nacque un teatro comico gestito da attori professionisti,non da letterati,che dominerà le scene europee fino al '700:la Commedia dell'Arte.Il teatro comico moderno nacque dunque in Italia tra la fine del '400 e l'inizio del '500 sul modello della commedia latina di Plauto(250-184a.C.)e di Terenzio(190-85-159a.C.).E fu sempre l'ambiente delle corti a maturare un gusto estetico raffinato e ormai distaccato dal teatro medioevale.I primi teatri stabili vennero istituiti proprio nelle corti principesche.Fu altresì importante l'influenza di Boccaccio(1313-1375)per la costruzione dell'intreccio e dei dialighi delle commedie."La Calandria", del cardinale Dovizi da Bibbiena(1470-1520),di intreccio più plautino che boccaccesco ma decameroniana per la psicologia dei personaggi, fu uno dei primi esempi di commedia rinascimentale.Anche le commedie di Ariosto(1474-1533),ancorchè più complesse per l'ambiziosa sperimentazione linguistica e stilistica sono fra i primi lasciti delle performance teatrali del XVI secolo.E nello stesso Ariosto come in Trissino(1478-1550)le opere dipendono direttamente dai modelli latini.Con Aretino(1492-1556)si giunse allo sforzo di rinnovare il teatro attraverso la sostituzione degli schemi classici con una poetica che comunque attingeva alla novellistica e calava l'azione nella realtà contemporanea.Preziosi rimangono tuttavia i profili psicologici caricaturali dei personaggi che attraverso la lingua rafforzano il legame con il presente.Con Alessandro Piccolomini(1508-1578),senese,docente di filosofia a Padova,arcivescovo di Patrasso e di raffinatissima erudizione letteraria,si giunse a un particolare e interessante approfondimento psicologico e morale dei caratteri dei personaggi.Machiavelli(1469-1527)poi proponeva "La Mandragola" una commedia originale e di grande successo.Un intrigo comico curato con grande intelligenza dove i protagonisti si lasciano coinvolgere dagli avvenimenti.La commedia del primo Cinquecento con Angelo Beolco(1502-1542)avrebbe infine trovato le sue ultime espressioni nelle proposte teatrali in chiave di polemica morale e sociale tese a rendere negli spazi scenici "la coscienza di un mondo privo di ogni finalità".Beolco cercò di fondere la tradizione letteraria con quella popolare.Sperimentò soluzioni tecniche e linguistiche e nuove modalità di rappresentazione.Anche lui, pur contrario al processo di codificazione normativa della lingua e dei modelli culturali, rivelò di possedere la piena coscienza problematica tipica del letterato di grande qualità:esprimere e comprendere con realismo e ossequio le realtà di cui si scrive.Dalla metà del XVI secolo si sarebbe diffusa in tutta Europa La Commedia dell'Arte da cui sarebbe dipesa per molti aspetti la rappresentazione di buona parte della società e dei rapporti di classe tipici del suo tempo.