Povera madre, madre nel dolore e nel pianto, senza più il figlio che aspettavi, che come un'attesa a una nuova vita vivevi per rinascere tu stessa con lui. Oh la natura, questa macchina imperfetta se la guardiamo con il sentimento. Non c'è sentimento, povera madre, nel meccanismo. Sei tu che piangi e a me si gonfia il cuore di dolore, ti vedo fragile davanti a ciò che sei, a quello per cui tanto tendi e la vita ti ha tolto. Come vorrei sorpassare il dolore, che sia tuo o mio, di chi avrebbe dovuto esserci e non ci sarà. Di quel figlio con tanta forza difeso da dentro, sperato attimo per attimo, cresciuto anche con la forza del pensiero. Ma il dolore, povera madre, il dolore non ha occhi nè braccia nè gambe, non ha una vita, non nasce e non cresce, questo dolore è presenza al di là di un tempo, del tempo, di tutto il tempo. E se può diventare sentimento di aiuto, questo dolore, se niente è più grande dell'essere sotto la stessa pioggia, allora tenera madre, io sono con te.