Non so, non so se io faccia bene o male, ma ci tento. Con un grande abbraccio.
Emozione
Torna, ti prego, torna alla tua casa come un uomo: torna nel cuore, emozione, torna mia per un istante, per un secondo! Torna a me in una chiesa, sgorga dalle vetrate colorate semiaperte per la vita, dai gladioli densi rosa screziati di bianco ai piedi della Madonna; torna a me dalle rose scure rosse che hanno offerto alla Donna; torna a me da un silenzio che non avrò rotto. Porta con te la consapevolezza del mio essere, che mi si è rotta, che ho perso, che non ho e che ora è umile e serena come un giorno in lavoro. Non mi lasciare più sola quando sono senza pensieri, non mi lasciare per un’angoscia, non mi abbandonare al silenzio dell’anima, quando l’anima non sa che cosa deve fare: torna sorridendo in un trionfo, che lasci correre il cuore nel sogno della speranza: nel sogno del presente.
Tributo al Signore degli Anelli, devo ammettere. Ma sperando sempre che dietro una figura ci siano una maschera e un animo. Umano, anzi, un po' migliore. Un abbraccio a chi passa di qui e un biondo sorriso.
173.
Non c’è parola che non riecheggi la tua bellezza, in suoni silenti come cascate di ghiaccio, sciolte da austera solitudine che non ha dimenticato se stessa in ascetico oblio, ma che sa vedere e riconoscere e celebrare con dignità umana e giustizia di porpora l’uomo che rispecchia il divino, senza alcuna colpa aggiunta. Non c’è parola che non possa dispiegare, schiudere, luminare il colore di vaniglia, della quale tu non profumi, e l’ardore del cedro, entro cui tu cammini, e l’odore della buccia dei limoni profumati e pieni, nitido come le linee meditate della tua bellezza, che genera sogni dello spirito della memoria e lo lenisce, e gli dà speranza: di poterti cogliere in un baleno, mentre lo guardi con gli occhi spalancati, e di poterti dipingere, tra i tuoni, nel silenzio teso e perfetto della tua meditazione.
Chiudo gli occhi, anche se non dovrei. Ripenso, e salto nel buio vuoto. Un abbraccio. Sottovoce, ma abbraccio forte.
Chissà
Chissà se le betulle soffrono mentre il vento strappa le loro foglie vestite di festa, per un nuovo novembre; o se si lasciano agitare come vive alghe i rami che cedono alla lusinga del sonno le loro piccole dita a cuore, rosse d’oro Se sia guerra tenace, per la penultima linfa, per l’ultimo sangue che avviva chi deve partire: l’ultimo sangue prima della vita; o se sia abbandono, come le chiome che si spandono nelle acque della morte e le avvolgono e si dipanano e si lasciano addormentare in quella frescura gelida Chi può sapere quale calma sia in quei rami quando il vento non è più quel dolce strazio ai miei occhi, quel dolore che vorrei fosse tutto per me; quale sollievo o quale paziente attesa per il nuovo impeto: del freddo d’inverno che spoglia di tutto e del tutto sopisce: nella speranza di una nuova vita.
E provo di nuovo a cambiare: spero che questo possa essere un respiro per voi, un piccolo nuovo respiro. Poi saranno, forse, di nuovo migliori consigli. Consueto abbraccio, e sorriso.
206.
Ti amo, ti amo, ti amo: ti amo, ti amo: stanne certo Ti vedo e non voglio guardarti (tanto ti ricordo!), e ti vedo e vorrei parlarti e ti vedo e mi sembri più giovane, nei capelli tagliati che tornano al loro ordine: come una statua scolpita nella vita Ti amo, ti amo e non te l’ho mai detto ma forse lo sai: penso che tu lo sappia e ne sorrida, poiché ridicolo e fatuo è il mio amore, passionale e delicato, d’altri tempi, radicato e profondo, come il mare che accarezza la terra e ad ogni carezza si ritrae come se non volesse averla donata, perché dimentica che la terra è tutte le donne del mondo, che la terra è tutti gli uomini del mondo. Ma, quando il mare dorme, la terra gli ridona la sua brezza, che è un sogno amarodolce: tu sei la brezza che è stata donata a me.
Torno ad altro registro, ad altro tema...però mi piacerebbe che leggeste ancora il post precedente: anche se ho ceduto alla voglia di aggiungerne uno nuovo, potreste soffermarvi un momento ancora su quello vecchio? Ogni critica e parere sono benvenuti :) Un abbraccio.
265.
Il mio destino è nella sera, quando ritornano le forze dello spirito e calma e speranza o concitazione di caffè, e speranza acquietano l’anima. Gli occhi a volte si appannano, è normale, però l’animo sembra vedere chiaramente. È allora che mi sveglio, contenta, dolcemente, e confido nelle bellezze della notte e l’attendo luna e tutta per me. Ma il mio destino è nella sera, nel capire troppo tardi eppure sperare che non sia tardi per capire e fare: per svegliarsi e, davvero, tutti amare.