Ti dono la mia gioia, o Padre, tramutata in lacrime: Ti ringraziano di essermi state donate, come diamanti Ti ringraziano mentre volano liberati giù dagli occhi, nell’aria, sulla polvere. Ti dono le mie mani, o Padre, disperate e aperte come ferite: Ti dono la sabbia d’oro che ne cade: inclinate, la lasciano andare: essa è il mio tempo che sfugge, le prove e i talenti e i doni che non ho saputo scorgere, le occasioni di bontà che ho abbandonato. Ti dono la mia tristezza, Signore, e la mia solitudine e la mia stretta al cuore, temendo che Tu non le ami: sono poche e misere, eppure sono mie ed ora occupano tutti i miei respiri
Torno...ad un semi-buio...piegandomi al passato e al presente...non vorrei sfidarli, ma solo descriverli, per un lungo momento. Un abbraccio a chi passa di qui, abbraccio sincero, che spero serva anche a me.
260. Sera
Angeli, angeli e materni cieli
E città e luci arancio opache e rosa e bianche, stellanti e flou e con le mezzelune blu.
E occhi vicini scoccanti, imbronciati, stanchi forse, insieme alle mani che li evitano appena, per sorreggere il volto.
E paura per i vecchi giorni bui, che stringono il cuore emergendo mezzi dimenticati, con le mani non ancora digerite che afferrano lo stomaco per stritolarlo: hanno ancora il loro dolore.
E gli alberi non fanno rumore nel buio blu: gli fanno compagnia nel rumore e proteggono le anime con le loro grandi anime delicate, dall’affetto mai frenante.
Paura del passato nel giorno dei ricordi: ma il passato va pianto, non temuto, e non va mai dimenticato.
Provo: con un'esagerazione, questa volta...come se non avessi già spesso esagerato, ahimé! Ma attendo critiche...pur nel consueto abbraccio! Sorriso luminoso e abbraccio per chi passa di qui, e anche per chi non passa e quindi non sa (di ciò che, appunto, sta ricevendo).
Desiderio: ritratto
Le tue stelle sono irraggiungibili, brillanti come l’inimmaginabile, talmente nascoste che le loro esplosioni di emozione giungono a terra soltanto in anni di luce, come lumicini di fuoco che l’occhio umano non può sostenere e ove le dita non osano scottarsi. Tu possiedi l’eternità della mente e attraverso parole la specchi, tutta la rischiari, in dolci e scabri enigmi, d’amore, immagini e puri suoni. Non guardi il reale perché temi di calcolare tutto, ma i cronometri non ti sfuggono. Un desiderio può tutto su di te: su un cuore sviato, disperso nella delusione di sé, disperso nell’esplosione delle sue stesse stelle: quelle che arderanno per sempre, per me.
Meglio per me, stasera, affidarmi al silenzio, ringraziando coloro che ascoltano tutti, coloro che dimostrano amore, coloro che accettano e decidono di donarsi: ogni giorno e momento, rinnovano l'impegno, così, ogni giorno e momento, vorrei poter rinnovare la gratitudine. E qui, ora, esprimerne una gioia, se posso e riesco. Vorrei.
261.
Ho alle spalle il vento, e gonfio allegramente le mie vele; sono pesante eppure navigo e navigo, con la leggerezza della mente. Laghi grandi, mari, oceani mi sono amici, mi sento splendere di sole: non vedete che il mio viso vi abbaglia? (Per forza non lo vedete: vi abbaglia!) È incredibile non avere paura, ma è il frutto dell’aiuto ricevuto: come averlo colto dall’albero umano, o forse averlo ricevuto in testa, e mangiato lentamente: ci vogliono anni, sapete, per accorgersi tardi di quando è maturo per prenderlo dolcemente, senza fargli troppo male, o anni di probabilità ignara per essere sotto e prenderlo addosso o in braccio, al volo. Ma la mano che lo culla è quella che scioglie le vele e che, tacitamente, prega l’aria di assieparsi in vento. È così che prende forma la gioia.
Le voglio bene. Non c'è altro. Anche se non ho pensato necessariamente a lei nello scrivere quelle parole. Ma questo non importa. Spero che qualcuno possa condividere, in parte... Sorriso e abbraccio a tutti voi.
51. Da una madre
Se non mi somiglierai, ti amerò; se mi somiglierai, ti amerò. Ti presterò i miei occhi, le mie mani, le mie parole, e quando i tuoi sensi saranno saldi e sicuri come i nostri passi, lascerò che il mio amore finga di dileguarsi, perché tu possa imparare un tuo equilibrio. Se non vorrai vedermi, farò che il mio sguardo non abbia un peso; se proprio non vorrai, ti abbraccerò solo nei ricordi e poi ti dirò addio e forse proverò a dimenticarti un po’ Se vorrai, starò con te, prendendo il sole con te, se avrai posto per tenermi tra le mani. Se la solitudine avvolgerà il tuo animo, ti basterà pensare a me e io ti difenderò. Se avrai paura del tramonto, starò con te per dirti come l’arancio e il giallo tenui e convinti siano tiepido bordo per il cielo che si fa azzurro più intenso per prepararsi alla lunga notte, quando lavora per preparare a chi lo ama diademi di stelle, folle di brillii o piccoli ricami solitari e preziosi. Se il giorno ti opprimerà, ti mostrerò l’alba, così potrai condividere, con il sole e con me, il rosa ed il rosso, che non sono più il sangue della sera, ma una energia diversa, che non medita ma agisce d’impulso. Troverai una via per sopportare ogni colore del cielo, per scegliere quello della tua mente, per indagare quelli del tuo spirito, e se non conoscerò un modo per aiutarti, cercherò e cercherò implacabilmente, finché non sarò disperata e finché non saprò che avrai combattuto e avrai quelle ferite che aprono la strada alla vita: e desidererò averle su di me, anche se saranno state necessarie; ma non le curerò, perché tu abbia la tua libertà ed io un pizzico di dolore, che mi farà essere felice seriamente e convintamente, per aver lottato, con il silenzio e con le rissosità, per te e con te, per il mio piccolo amore.