Politica e Cultura

Quel che manca ai politici di oggi: Gramsci


Cosa manca ai politici odierni? Tutto, lo possiamo affermare con assoluta certezza. In tempi attuali dove è richiesta la massima applicazione del principio fondamentale del termine politica e del termine politico, si evince chiaramente che è l'ingrediente che manca maggiormente. La fondatezza e l'applicazione degli stessi. Il passato politico italiano ci ha lasciato un'eredità fatta di grandi uomini che hanno saputo fare dei loro principi e ideali politici il bene comune. Di questi uomini ne potremmo citare tanti, tra questi Turati, Nenni, Brodolini, Togliatti, Matteotti, Pertini, Berlinguer, Gramsci etc. Tutti hanno portato il loro contributo per un'Italia migliore hanno provato a lasciare un eredità culturale, etica, e morale politica che oggi è calpestata senza vergogna. Ci dobbiamo consolare col fatto che, almeno in altre parti del mondo, i nostri padri fondatori della repubblica e coloro che la stessa hanno sacrificato la propria libertà, sono riconosciuti e celebrati come esempio. Questo deve esser ciò che ha pensato un ragazzo, un artista svizzero, che ha avuto l'idea di dipingere un murales dedicato ad Antonio Gramsci. Lo ha fatto in una strada newyorckese e, l'evento è diventato motivo di festa e tra la gente che passava e si fermava ad ammirare. Da li è nata l'estate happining un evento culturale intriso di murales con il volto di Gramsci, la sua storia e le sue più celebri affermazioni. Qualcuno mentre passava e leggeva il nome Antonio, si chiedeva chi era stato costui, se era d'origini spagnole o chi sa da quale altra nazione. No, Antonio Gramsci è Sardo, scusate, lo pongo l'accento con l'orgoglio sardo che mi scorre nelle vene, è italiano, è uomo del mondo perché il suo pensiero è quello di un uomo il cui orizzonte di cittadinanza era ampio. Un filosofo morto in carcere, scrive l'inviato di Repubblica, ma, senza forse, Gramsci era un uomo che sapeva parlare con semplicità, lui che uomo semplice era. Gramsci non era laureato questo, però, non ha mai scalfito, e mai lo farà, di un solo millimetro la sua grandezza. Voglio fare una piccola premessa, giusto in considerazione del fatto che in questi giorni grande polemica ha suscitato il decreto assunzioni, proprio nella parte che sembra escludere i possessori di titoli come diploma o laurea. Non voglio nemmeno incoraggiare al non studio tra i banchi di scuola, no, mai sia, l'istruzione è il vero motore della società, la cultura e il sapere sono il futuro della nostra nazione e di tutti le nazioni. Ma, nel situazione è bene ricordare anche che il sapere e la saggezza non hanno mai avuto titoli di sorta. La storia di Gramsci c'insegna anche questo, il titolo di studio non può esser il solo ed unico criterio per valutare le capacità di una persona, si smetta una buona volta di considerare il pezzo di carta come monumento celebrativo strumento per passare dalle porte di favore. Tornando a Gramsci, egli rimane, aldilà del suo essere uomo politico e intellettuale italiano, uno degli scrittori italiani più tradotti al mondo, i suoi "Quaderni dal carcere" restano una delle opere più vere della storia. Esempio di pazienza, dedizione, sacrificio e fermezza nel credere fino in fondo per portarle alla realizzazione le proprie idee che non furono mai per il solo bene personale quanto piuttosto mirate al bene comune. La storia di Gramsci non è una leggenda costruita, è la storia di una vita vissuta. E' la storia di un uomo che ha dato la vita per le cose in cui credeva. Per spiegare bene il concetto uso una sua frase celebre. "Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione". Antonio Gramsci è nato ad Ales, in Sardegna, il 22 gennaio 1891 è stato un politico, filosofo, giornalista, linguista e critico letterario italiano.di Antonella Soddu