ora di basta!!!!

il lupo perde il pelo e non il vizio


Sui mercati torna la bomba dei derivati. Rischiamo una nuova crisi finanziaria Martedì, 3 gennaio 2012 - 14:15:41 Del resto giocare sui tassi è al momento il modo più rapido per fare soldi per le banche, che anche in Europa si sono viste "regalare" (data l'eccezionalità del momento) quasi mezzo triliardo di dollari dalla Bce a tre anni al tasso fisso dell'1% per poterlo poi reinvestire in titoli i stato (e sfruttare così un "carry trade" che consente loro di guadagnare la differenza tra il tasso pagato a Eurotower e quello garantito dal titolo sottoscritto). Un bel gioco, che però coi derivati può essere ulteriormente moltiplicato ampliando ancora i profitti, ma parallelamente il rischio di perdite se qualcosa va storto. Non speriate che di questo impressionante flusso di denaro che gira vorticosamente sui mercati finanziari mondiali qualche briciola finisca col finanziare l'economia reale, anzi quando questi strumenti, emessi da quel centinaio di banche che una ricerca dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (intitolata "La rete globale del controllo societario") indica in grado di controllare il 40% di tutto il potere finanziario mondiale, sono stati utilizzati per finalità teoricamente di "copertura" e dunque per garantire alcuni debitori (tipicamente pubblici), i guai concreti si sono rivelati superiori ai benefici potenziali. A Milano sono finiti davanti al Tribunale con l'accusa di truffa i funzionari di Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa Bank, che avrebbero guadagnato illecitamente circa 100 milioni di euro da uno swap acceso nel 2005 dal Comune di Milano legato ad un bond da 1,6 milioni di euro. Il caso, nato dalla denuncia dell'allora consigliere comunale ed oggi City Manager Davide Corritore (che la materia conosce bene essendosi per anni occupato di tesoreria prima per Citigroup e poi per la stessa Deutsche Bank della cui Sgr è stato dal 1993 al 1998 amministratore delegato), non è l'unico. Proprio in questi giorni è ad esempio tornato alla ribalta il caso del comune di Cassino dove il costo legato ad uno swap da 22 milioni di euro acceso nel 2003 con Bear Stearns (poi acquisita da Jp Morgan Chase) ha lasciato l'amministrazione comunale senza fondi per poter pagare il servizio di asilo nido per 60 bambini.fonte affari italiani.it pagina economica