ora di basta!!!!

il senso del LAVORO


“Lavoro, i diritti non sono in vendita”. 11 febbraio, l’adesione di Stefano RodotàARTICOLI CORRELATIAiraudo: "Così la Fiat ci ha cacciato fuori da Mirafiori"Maurizio Landini: perchè scenderemo in piazza l'11 febbraio11 febbraio, la società civile in piazza con la Fiom per un'Italia di 'giustizia e libertà' - Firma l'appellodi Stefano RodotàHo aderito all’appello per la manifestazione dell’11 febbraio indetta dalla Fiom per molte ragioni che vanno anche al di là di quello che è l’oggetto specifico della mobilitazione, la tutela del lavoro, ma che non sono aggiunte pretestuose. Perché affrontare oggi le questioni del lavoro significa riprendere il filo di temi capitali quali sono quelli del rispetto della persona, della tutela della dignità, della necessità di non ridurre tutto alla misura e alla logica del mercato.L’articolo 1 della Costituzione non soltanto ci dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro – che non è un’affermazione puramente astratta, retorica o enfatica – ma attribuisce al lavoro in tutte le sue forme e manifestazioni – anche al di là di una analisi puramente di classe – un valore fondativo della repubblica.Ma sappiamo che ci sono altre norme significative in questa materia. E vorrei fare riferimento a due tra queste.1)L’art. 36 della Costituzione parla della retribuzione del lavoratore e dice che questa retribuzione deve garantire al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Il lavoro non è quindi soltanto la possibilità o il diritto di lavorare, ma attraverso la retribuzione è il modo per realizzare quella libera costruzione della personalità di cui la Costituzione parla al suo inizio. Questa è un’affermazione di carattere generale che riguarda tutti e che impone un vincolo all’imprenditore quale che esso sia, pubblico o privato. E che ci porta al di là della pura logica della sopravvivenza. La retribuzione deve garantire il minimo vitale? No, deve garantire l’esistenza libera e dignitosa. Ecco così che attraverso il discorso sul lavoro penetrano nel nostro sistema costituzionale e assumono particolare rilevanza i principi di libertà e dignità, uniti tra loro. Questo è un punto essenziale che in questo momento abbiamo visto messo in discussione: i ricatti nei confronti dei lavoratori, la riduzione dei salari, l’aumento delle ore di lavoro, le condizioni di lavoro, sono tutti elementi che contribuiscono a ridurre l’area della libertà e della dignità delle persone.2)L’articolo 41 afferma la libertà dell’iniziativa economica privata e tuttavia pone un limite insuperabile nel fatto che non deve contrastare la sicurezza, la libertà e la dignità della persona. Di nuovo, la logica di mercato non può espropriare le persone di quelli che sono alcuni elementi costitutivi del loro essere in società. I costituenti furono lungimiranti, misero addirittura la sicurezza prima ancora della libertà e della dignità. E sappiamo quanto questo sia un punto assolutamente attuale con le morti e gli infortuni sul lavoro, che sono ancora un elemento drammatico del nostro panorama sociale, sul quale tante volte ha richiamato l’attenzione il Presidente della repubblica. La riduzione, in qualunque modo, della rilevanza di questi principi che si sta cercando di fare in molto modi è una regressione culturale e una violazione sostanziale della Costituzione. L’art 41 non può essere riletto, come ad esempio fa l’art. 1 del decreto “cresci Italia”, quasi che si limitasse ad affermare la libertà d’impresa e il principio di concorrenza. Questo tentativo di riduzione è assolutamente contradditorio col fatto che c’è un limite invalicabile rappresentato dal quei tre principi: sicurezza libertà e dignità. Ecco perché penso che la manifestazione sell’11 febbraio sia importantissima in questo momento. Ci aiuta a mantenere aperta davanti all’opinione pubblica discussione su questi temi e quindi può servirci a tenere viva la consapevolezza che si tratta di principi che non possiamo assolutamente abbandonare.(27 gennaio 2012)FONTE MICROMEGA