ora di basta!!!!

i matti sono in parlamento


LEGGE 180, NO ALL'INVOLUZIONEdi Don Virginio Colmegna - 8 giugno 2012Di tutto abbiamo bisogno tranne che di riaprire la questione legislativa per rivedere la legge 180. L'approvazione del decreto Ciccioli è fonte di preoccupazione, perché potrebbe determinare abusi. Non riapriamo vecchi steccati, respingiamo questa involuzione 
C'è bisogno di promuovere interventi su sofferenza e disagio psichico, di riflettere su come prendersi cura delle fragilità, sostenendo i famigliari e prolungando gli orari dei servizi, per esempio. Occorre che quanto di buono è stato promosso sul territorio in questi anni, attuando il processo di de-istituzionalizzazione, entri nella prassi sociale, sanitaria e nella cultura. Soprattutto in questa fase di crisi, ogni processo di separazione e chiusura va respinto perché è un grave arretramento di cui pagherebbero le conseguenze coloro che soffrono e i loro famigliari. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di riaprire la questione legislativa per rivedere la legge 180. L'approvazione da parte della 12ª commissione parlamentare del testo unificato dei vari decreti legge di riforma degli articoli 33, 34, 35 della legge 833, noto come decreto legge Ciccioli, è fonte di grande preoccupazione per chi opera nel settore. Ciò che è previsto nell'emendamento, e cioè la riduzione delle garanzie procedurali e temporali per gli interventi sanitari senza consenso e la possibilità di effettuare trattamenti di un anno senza consenso del paziente in strutture residenziali, è un grave sbilanciamento nei rapporti tra il cittadino sofferente e le istituzioni. Può, per esempio, dar luogo ad abusi, ad usi impropri e custodiali di questi strumenti.L'urgenza di migliorare la qualità dell'assistenza non passa per un percorso come questo. I tanti anni di psichiatria territoriale hanno ormai raggiunto un consenso suffragato dall'esperienza: l'uso di strumenti come il trattamento sanitario obbligatorio (quando è solo un'azione di contenimento priva di ogni presa in carico) ha conseguenze gravi in termini di allontanamento dai processi di cura, con il rischio della cronicizzazione.Non riapriamo vecchi steccati, respingiamo questa involuzione. Abbiamo bisogno di rimettere al centro la questione della salute mentale, aumentando gli interventi di prevenzione, di presa in carico e moltiplicando gli interventi di natura territoriale. Abbiamo bisogno di sviluppare ancora di più un percorso serio di informazione e di coinvolgimento dei pazienti e delle reti affettive dalle quali non deve essere allontanato. E, in un momento di grave crisi economica come questo, abbiamo bisogno di preservare e salvaguardare le risorse destinate alla salute mentale.fonte cadoimpiedi.it