Creato da ironwoman63 il 26/03/2010

ora di basta!!!!

rossa sempre!!!

 

 

rodota' for president

Post n°920 pubblicato il 18 Aprile 2013 da ironwoman63

 
 
 

non vogliamo Giuliano Amato

Post n°919 pubblicato il 18 Aprile 2013 da ironwoman63

"Amato è stato il cassiere e il tesoriere di Craxi per 10 anni insieme a Berlusconi": con la candidatura di Giuliano Amato al Quirinale i partiti "si stanno suicidando". Diffondete questo appello: NON VOGLIAMO AMATO AL COLLE!....e neanche la Finocchiaro, che ha detto sì al Ponte, e all'immunità parlamentare, ed è moglie di un indagato per truffa alla regione...una bella faccia da c....inciuciosa e di casta !!!!!! Questi devono scomparire !!!!! o il PD si sveglia o saranno i forconi.....e fuori anche Renzi e Dalema

 
 
 

buona Pasqua

Post n°918 pubblicato il 29 Marzo 2013 da ironwoman63

Auguro una Buona Pasqua a tutti voi!!

E speriamo che sia sotto il sole.

ciao a tutti!!!

LULU'

 
 
 

habemus papam ber....

Post n°917 pubblicato il 15 Marzo 2013 da ironwoman63

 
 
 

LETTERA APERTA DI ANTONIO INGROIA

Post n°916 pubblicato il 10 Marzo 2013 da ironwoman63


3:56pm Mar 10
"Care rivoluzionarie e cari rivoluzionari, la nostra storia e’ appena cominciata, nonostante il primo risultato elettorale non ci abbia dato ragione. Abbiamo raccolto le vostre mail, le vostre richieste, i suggerimenti, le critiche di tutti e in questi giorni si susseguono riunioni e incontri con i referenti territoriali del movimento e gli esponenti della società civile per rinnovare la nostra azione politica. I partiti che hanno aderito a Rivoluzione Civile sono impegnati a discutere il proprio impegno in vista dei prossimi appuntamenti elettorali e al momento non sappiamo quali saranno le loro determinazioni finali, ma una cosa è certa: comunque Rivoluzione civile andrà avanti, convinta di poter dare un contributo significativo alla ricostruzione morale, sociale ed economica che diventa ogni giorno più urgente.

Sentiamo una grande responsabilità nei confronti degli 800mila elettori che ci hanno dato fiducia alle elezioni politiche, allargheremo la base del nostro consenso e daremo il via ad una serie di iniziative per riorganizzare dal basso la nostra presenza nella vita politica e culturale del Paese. Abbiamo davvero bisogno del sostegno di tutti, oggi più di ieri, per creare la casa comune dei cittadini, per portare le nostre istanze nelle amministrazioni locali e nelle istituzioni nazionali, per contribuire a cambiare l’Italia ripartendo dal territorio e dalla diffusione capillare di Rc.


Siamo per difendere i diritti calpestati, contro i poteri forti che dettano legge sulla politica con la ‘p’ minuscola, siamo per rimettere al centro il lavoro e l’equità, contro la casta famelica che dissangua la nostra economia. Siamo per riaffermare la legalità come motore dello sviluppo, contro le mafie, la corruzione e l’evasione che avvelenano il tessuto sociale e produttivo. Questo sono le ragioni che mi hanno spinto a fondare il movimento andando incontro alle critiche e alle accuse, ovvie, e che ora rafforzano la volontà di rilanciare la nostra Rivoluzione Civile. Continuerò ad impegnarmi in prima persona in questo progetto perche’ ci credo, andremo avanti insieme per cambiare finalmente le cose. Ci aspettano giorni fondamentali per gli equilibri politici e per il futuro del Paese: noi ci saremo, più rivoluzionari che mai."


Antonio Ingroia


(
www.rivoluzionecivile.it)
Rivoluzione Civile Ingroia - La Rivoluzione Civile comincia con Antonio Ingroia. Vinciamo.
www.rivoluzionecivile.it
La Rivoluzione Civile comincia con Antonio Ingroia. Vinciamo.

 
 
 

facciamogli fare il passo giusto!

Post n°915 pubblicato il 04 Marzo 2013 da ironwoman63



In questo momento PD e Movimento 5 Stelle sono a un punto morto nella scelta del prossimo Presidente del Consiglio, e Berlusconi potrebbe approfittarne per rientrare in gioco in una grande coalizione con il PD. Ma possiamo sbloccare questo stallo con una richiesta fortissima a Bersani affinché proponga un presidente indipendente con il sostegno del M5S. Firma ora e condividi con tutti

Firma la petizione

 
 
 

trasloco

Post n°914 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da ironwoman63

Da questa sera il blog si trasferisce ad un nuovo indirizzo.

Questo non significa che lascero' definitivamente libero e i miei amici...

Vi aspetto tutti al link http://www.oradibasta.info

una nuova veste per oradibasta , aspetta tutti gli aficionados ^_^

Continuero' ad avvisarvi sulla mail , ma vi chiedo la cortesia di 

mandarmi le vostre mail personali in modo da poter fare in un prossimo futuro 

l'invito diretto.

Spero di non perdere la vostra attenzione.

Buona serata a tutti, 

Lulu'

  email  luisella@oradibasta.info

 
 
 

un'ottima analisi del m5stelle

Post n°913 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da ironwoman63

http://t.co/lfsReAYF

 

di Barbara Collevecchio

fonte twitter

 
 
 

finmeccanica

Post n°912 pubblicato il 14 Febbraio 2013 da ironwoman63

http://t.co/Nn3ycXfW guida minima per capire il caso finmeccanica

 
 
 

stiamo morendo.. ma non e' grave!

Post n°911 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da ironwoman63

IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’ (MES) E I SUOI POTENZIALI EFFETTI SUL DEBITO PUBBLICO ITALIANO “Quanto è il valore degli indicatori di radiazioni?” “3,6 Röntgen/ora” “Non è molto per fortuna” “Signore,… Il contatore indica massimo 3,6 Röntgen/ora… ” [ricostruzione colloquio telefonico tra un funzionario di Mosca e un operatore del reattore n°4 alla centrale nucleare di Chernobyl subito dopo il disastro. In seguito fu misurato un valore di oltre 20.000 Röntgen/ora…”. Non venne detto nulla, il giorno dopo il disastro le squadre che costruivano i reattori 5 e 6 andarono regolarmente al lavoro. Insieme a tanti altri morirono in modo orribile a causa delle radiazioni… ]. Come già ho avuto modo di scrivere, stiamo scoprendo che non bisogna fidarci di quello che ci viene detto. Tutti noi, dobbiamo imparare a ragionare con la nostra testa e valutare le poche notizie che ci arrivano con spirito critico. So che non è facile, anche perché spesso ci viene parlato di economia con termini astrusi e volutamente fuorvianti. Inglesismi come “haircut” (che letteralmente vuol dire “taglio di capelli”), “stripping” (che significa “spogliare”), oppure parole come “ristrutturazione”, “riscadenziamento” che hanno normalmente un altro significato. Una specie di codice segreto, sconosciuto ai più. Anche gli indicatori “oggettivi” come il famoso “spread BTP-Bund”, indici azionari, prezzi dei titoli sono comunque manipolabili. Ovviamente nessuno può sapere se al momento sono stati manipolati (molti esperti sostengono di sì), ma comunque è un dato di fatto che una grande banca, un’istituzione finanziaria o una banca centrale avrebbe i mezzi per farlo. Il sospetto diventa sempre più forte notando l’incongruenza tra l’apparente aumento della fiducia nei mercati finanziari e il continuo deterioramento dell’economia reale (sotto tutti i punti di vista: PIL, debito pubblico, tasso di disoccupazione, emigrazione, fallimenti di imprese, pressione fiscale, ecc.). Quindi non fidatevi troppo degli indicatori finanziari, soprattutto quando vengono trionfalmente sbandierati dai media. DISASTRO = TRIONFO Quanti di voi sanno che la Grecia è FALLITA circa un anno fa? Immagino pochi, perché hanno “preferito” chiamarlo “haircut”, “ristrutturazione” e qualche ipocrita addirittura “salvataggio”. In realtà lo Stato Greco l’anno scorso ha proposto (di fatto, imposto) agli investitori privati di accettare titoli di nuova emissione dopo un “haircut” (che a casa mia si chiama “perdita”) del 53,5%. In pratica, a fronte di un titolo greco del valore nominale di 1000€, me ne sarebbe stato dato un altro di 465€. Ovviamente i nostri abilissimi media hanno fatto passare questa manovra per un “trionfo”, un “accordo storico” o “successo dell’Eurogruppo [riunione dei ministri dell’economia e finanze dei paesi aderenti all’Euro”. Chiaro, uno Stato difficilmente dirà “Siamo falliti”, ma di “fallimento” purtroppo si tratta quando non si è in grado di far fronte agli impegni finanziari presi. Nonostante questo alleggerimento del debito pubblico l’economia reale greca è al collasso a causa delle draconiane, quanto inutili, misure di austerità imposte dalla Troika. E’ curiosa la scelta di questo termine che tanti usano senza porsi il minimo problema sulla sua origine. WHAT’S TROIKA? Troika è una parola russa che vuol dire “triunvirato”. Era in uso soprattutto in epoca stalinista e indicava il triunvirato composto da un membro del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni (Nkvd), un rappresentante dell’Ufficio della Procura e dal segretario locale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (Pcus). Essa sostituiva la normale struttura legale allo scopo di perseguire in modo molto rapido i dissidenti o chiunque fosse accusato di crimini politici. Adesso il termine viene usato per indicare i rappresentanti delle tre istituzioni: Unione Europea – Fondo monetario internazionale – Banca centrale europea. Questi signori viaggiano in modo abbastanza incognito (in mini bus neri o grigi con lampeggiante) tra i paesi in difficoltà. Una volta là “assistono” e “consigliano” gli Stati (ancora in teoria sovrani) sulle misure economiche e legislative che devono o non devono adottare. Ma tranquilli, non ha nulla a che fare con la “troika stalinista”. La loro visita ha solo “convinto” politici “inadeguati” come George Papandreou (che si era permesso di proporre un referendum che facesse decidere ai cittadini greci se accettare o meno gli aiuti e le misure imposte dalla Troika) a farsi da parte e farsi sostituire da persone più valide come Lucas Papademos (ex governatore della Banca centrale greca dal 1994 al 2002 e vicepresidente della Banca centrale europea dal 2002 al 2010) che invece di essere “eletti” da milioni di persone che non hanno la maturità per capire gli interessi superiori, sono “selezionati” dalla elite colta e illuminata europea. Ma formalmente tutto regolare: questi governi “tecnici” (solo nel nome) ricevono la fiducia dei parlamenti nazionali, quindi tutto normale. E’ successa una cosa simile in un altro paese mediterraneo, a forma di scarpa o ciabatta, di cui non ricordo il nome… Fa niente, non è importante. MA L’ITALIA NON E’ COME LA GRECIA! Ma a noi che ci importa? La Grecia è lontana. Si sa, è colpa dei greci, non dei loro politici. I greci sono pigri, svogliati, vanno in pensione a 50 anni (Brunetta docet) non sono mica come noi. Un grande Paese, che produce (sempre meno in Italia e sempre più in Polonia, Serbia, Cina senza comunque rinunciare al marchio “Made in Italy”), guidato da un grande Presidente del Consiglio (international advisor della banca d’affari Goldman Sachs fino al 2011), con politici seri e competenti (“onorevoli” la cui moralità è fuori discussione), che operano nel solo interesse del Paese e di noi cittadini. A volte i primi segnali di un uragano sono leggere brezze. Chissà che questo non sia un venticello allora. WHAT’S MES? Il Ministero dell’Economia, dopo le tante misure di “rigore”, “equità” e “crescita” (delle tasse e del debito pubblico) ci ha messo un altro regalino di Natale sotto l’albero. Con circolare 7 dicembre 2012 (pubblicata in Gazzetta ufficiale 18 dicembre 2012) è stato previsto che alle emissioni di titoli di Stato a partire dal 1 gennaio 2013 con scadenza superiore ad un anno saranno applicate le “clausole di azione collettiva” (CACs), previste dal “Meccanismo europeo di stabilità” da noi ratificato. Queste clausole, in breve, consentiranno al debitore (lo Stato) di: - Rinegoziare gli interessi - Decidere quanto capitale restituire - Allungare la scadenza del titolo. - Imporre agli investitori lo scambio del titolo con eventuali nuove emissioni aventi caratteristiche differenti In pratica, sottoscrivendo questi nuovi titoli, lo Stato debitore si riserva di rinegoziare completamente gli accordi preventivamente presi e i creditori (cioè voi che vi siete comprati questi titoli) dovete accettarle senza poter fare nulla, avendo fin dall’inizio accettato queste clausole vessatorie. Di fatto quindi, lo Stato italiano non garantirà più i suoi “titoli di Stato”. Al momento, il “Meccanismo europeo di stabilità” prevede che queste clausole possono essere applicate solo fino al 45% delle emissioni annue di titoli, ma potrebbe aumentare. Titoli su cui lo Stato potrà decidere senza il nostro consenso se, come e quando restituirci i nostri soldi senza esporsi a “fallimento” (appunto perché già questa facoltà è prevista nel contratto) . E’ GRAVE, MA NON E’ SERIO Per adesso questa notizia può non voler dire molto. Forse per questo non ne ha parlato quasi nessuno. Ora comunque lo sapete. La scelta sta a voi. Ricordatevene quando l’impiegato di banca vi proporrà un titolo di Stato italiano o magari quando ci sarà un altro BTP-Day. Farete almeno una scelta più consapevole.

Articolo del Dott. Alessandro Rosanio

 
 
 

una firma contro la corruzione

Post n°910 pubblicato il 12 Febbraio 2013 da ironwoman63

Chiedi a tutti candidati alle prossime elezioni politiche di aderire ai 5 impegni contro la corruzione.
Firma la petizione

Ciao

Due anni fa Libera e Avviso Pubblico hanno lanciato la campagna “Corrotti!”. Un grido per risvegliare coscienze e impegno contro un malcostume sociale che ha profonde ripercussioni sull’economia del Paese. La corruzione sottrae ingenti risorse al bene pubblico, quindi a quei diritti e a quelle opportunità – sanciti dalla Costituzione – che dovrebbero garantire a ciascuno una vita libera, dignitosa, laboriosa.

Quella campagna raccolse ben 1 milione e 200mila firme, e giocò un ruolo non indifferente nel chiedere una legge sulla corruzione che ponesse il nostro Paese all’altezza degli standard europei e delle democrazie più avanzate.

Una legge, nel novembre scorso, è stata approvata, ma in una forma non sufficientemente incisiva.

Per questo Libera e Gruppo Abele rilanciano oggi l’impegno. Con la campagna “Riparte il futuro” chiediamo a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche di sottoscrivere 5 impegni stringenti anticorruzione.

L’obiettivo è di potenziare la legge anticorruzione entro i primi cento giorni di legislatura, e di far crescere in ogni ambito della vita sociale la consapevolezza e la corresponsabilità.

È essenziale non solo che tu firmi la petizione, ma che la diffondi e la fai circolare: tante più saranno le adesioni, tanto più forte, trasversale e collettivo sarà quel grido che chiede alla politica un salto di qualità affinché sia davvero politica trasparente, politica al servizio del bene comune.

La democrazia è incompatibile non solo con l’individualismo e la disonestà. Lo è anche con l’apatia, con l’indifferenza, con la rassegnazione. Facciamo allora di questo grido una voce davvero collettiva capace di spronarci tutti a ripartire per costruire insieme un futuro migliore.

d. Luigi Ciotti

 
 
 

le dimissioni di ratzingher e il loro perche'!

Post n°909 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da ironwoman63

Il Papa si dimette. C'entrano qualcosa Ior e Mps? di Aldo Giannuli - 11 Febbraio 2013 E' troppo pensare che le dimissioni del Papa siano il punto di arrivo di uno scontro politico in Vaticano e che il cuore della faccenda sia lo Ior? E se Ratzinger avesse deciso di dimettersi per pilotare la sua successione? Aldo Giannuli Nella storia della Chiesa c'è un unico precedente, quello di Celestino V di cui sappiamo tutti per aver studiato la "Divina Commedia" negli anni del liceo. Gli altri sono tutti morti in carica; non tutti per morte naturale, va detto: ci sono stati i martiri della prima cristianità, poi qualche papa assassinato nel Medioevo... poi forse qualche altro. In Vaticano pare vada molto in voga il caffè corretto...Il codice canonico prevede la possibilità di dimissioni del Papa, ma la cosa è sempre parsa molto sconveniente. La Chiesa è monarchica e non ama i dualismi: pensate solo al problema della convivenza fra un Papa in carica ed uno emerito. Ogni starnuto del secondo (e questo scrive libri e twitta che è un piacere) potrebbe suonare come sconfessione del precedente. Poi, sul piano simbolico, la cosa può apparire come una fuga dalle proprie responsabilità. Quando Woitjla era già molto grave chiesero ad un prete se avrebbe potuto dimettersi e la risposta fu: "Può dimettersi Gesù dalla croce?". Quella è una carica carismatica e delle normali dimissioni la fanno sembrare una qualsiasi carica politica. Quando Luciani esitava ad accettare l'elezione, un cardinale gli disse: "Se il Signore dà la prova, dà anche la forza". E questo, per un prete, chiude il discorso. Dunque, cosa può esserci stato di così grave da indurre Ratzinger ad un gesto così clamoroso? La salute? Probabilmente questa sarà la spiegazione che verrà data fra poche ore, magari ci sarà uno scoop (naturalmente smentito con forza dal Vaticano) di un Alzheimer o qualcosa del genere. Ma non è cosa da prendersi sul serio e non solo perché Ratzinger appare in buona salute (o per lo meno, nulla fa pensare ad un suo crollo imminente) e Woityla se l'è tirata per almeno otto anni (e negli ultimi due era palesemente malconcio), ma anche per altri aspetti. Ad esempio, lo stesso Sodano ha parlato di "fulmine a ciel sereno" e se il Papa avesse avuto problemi di salute così gravi, la cosa si sarebbe saputa prima. E lo stesso secco comunicato d'agenzia, per ora non fa cenno a motivi di salute. Poi un'altra cosa: nella Chiesa il periodo che precede la Pasqua è quello liturgicamente più intenso e (per chi crede) più importante. Il Papa avrebbe potuto benissimo dimettersi dopo la Pasqua se non proprio dopo la Pentecoste, sotto periodo estivo, quando la cosa, pur sempre clamorosa, sarebbe parsa un po' più "naturale". Magari preparando il terreno con qualche "indiscrezione" nei mesi precedenti. E, invece, tutto fa pensare ad una decisione scaturita da una vera e propria crisi politica dentro le mura leonine. Quindi, la domanda è: che diavolo sta succedendo in Vaticano? Il pontificato del povero Ratzinger non poteva essere più tormentato (e, bisogna riconoscerglielo, ne è uscito dignitosamente): scandalo dei preti pedofili, polemiche aperte con il collegio cardinalizio, problema dei rapporti con l'Islam, confronto costante con il suo predecessore e, più di ogni altra cosa, la raffica di scandali finanziari dello Ior. Prima la fuga di documenti di monsignor Caiola che consentirono a Nuzzi di scrivere il suo libro e che ha rivelato la prosecuzione dello Ior parallelo, che si credeva finito già anni prima. Poi a raffica gli scandali Fiorani, Anemone, Roveraro e riciclaggi vari. Poi l'inchiesta della Procura romana sui movimenti dello Ior presso la Jp Morgan e le pressioni della finanza mondiale perché lo Ior regolarizzasse la sua posizione giuridica (formalmente esso non è una banca e non è soggetto ai controlli internazionali del sistema bancario). Conseguentemente, Benedetto XVI, dopo aver imposto Gotti Tedeschi (uomo dell'Opus Dei) a capo dello Ior (sino a quel punto più vicino all'ala massonica del "sacro collegio"), decise, a fine 2010, di aderire alla convenzione monetaria Ue, accettando l'applicazione delle norme antiriciclaggio. Quel che non servì ad evitare nuovi scandali su sospetti movimenti di capitali. A proposito: nella stranissima vicenda dei falsi titoli di Stato americani, che girano dal 2009, il nome dello Ior spunta in 6 casi su 11. Forse solo un caso. Poi continuò implacabile la fuga di documenti per tutto il 2011-12 dietro la quale non era difficile intravedere lo scontro fra gli uomini dell'Opus e quelli della "Loggia" vaticana. Al punto che, nel maggio dell'anno scorso, Gotti Tedeschi rassegnava le dimissioni, dando il via ad un aperto scontro in seno alla commissione cardinalizia presieduta dal cardinal Bertone, segretario di Stato. Da allora lo Ior non ha un presidente effettivo. Il prossimo 23 febbraio occorrerà riformare la commissione cardinalizia, con l'uscita dei cardinali Attilio Nicora e Laois Tauran (grande amico di Gotti Tedeschi) entrambi assai polemici con Bertone. In queste stesse settimane il nome dello Ior è tornato all'onore (si fa per dire: onore!) delle cronache per l'acquisizione di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena e tutto fa pensare che altro verrà fuori, nonostante la scontata smentita vaticana. Per completare il quadro, ricordiamo che, nell'autunno scorso, ci fu un altro strano caso che coinvolgeva Bertone. Una ventina di anni fa l'ordine dei salesiani ricevette una cospicua eredità che produsse un contenzioso giudiziario, risolto grazie alla mediazione di alcuni valenti avvocati e periti. Solo che, subito dopo i valenti mediatori presentarono richieste economiche che andavano anche oltre il totale dell'eredità, esibendo un accordo sottoscritto dall'ordine. E, infatti, nell'ottobre scorso, l'Autorità giudiziaria dava torto ai salesiani che ora rischiano il sequestro di tutti i loro beni ed il puro e semplice fallimento (e su questo torneremo). Ma come hanno fatto i salesiani a cacciarsi in un pasticcio di questo genere? A indirizzarli in questa direzione sarebbe stato Tarcisio Bertone (che viene proprio da quell'ordine) all'epoca arcivescovo di Genova. Così, Il Reverendissimo Cardinale di Santa Romana Chiesa si vide costretto a scrivere una molto imbarazzata lettera al magistrato, lamentando si essere stato raggirato da persone che avrebbero abusato della sua ingenuità. Un salesiano ingenuo? Come è fatto? Ha le antenne in testa, tre braccia ed è coperto di squame? Del mio lontanissimo passato di giovane cattolico, ricordo una battuta che circolava in molti ambienti ecclesiali: "Non saprai mai cosa pensa un gesuita e dove trova i soldi un salesiano". Don Bosco aveva un senso degli affari ed una spregiudicatezza che era pari solo alla sua straordinaria capacità organizzativa ed al suo genio educativo. Ed i suoi seguaci non sono mai stati da meno. Quello che più inquieta è la coincidenza temporale fra l' "accordo" che avrebbe portato alla spoliazione i salesiani e l'approssimarsi della fine del pontificato di Woitjla. Certamente un caso. Sarà che ho letto troppo Andreotti, ma questo Bertone non mi pare che la conti proprio giusta. Ed allora, è troppo pensare che le dimissioni del Papa siano il punto di arrivo di uno scontro politico in Vaticano e che il cuore della faccenda sia lo Ior? Ma c'è anche un'altra pista - peraltro complementare- che va valutata: Ratzinger è certamente nell'ultima fase del suo mandato (un uomo di 86 anni non può pensare di avere davanti a sé molti anni ancora) ma è ancora vigile ed efficiente. E se avesse deciso di dimettersi per pilotare, in qualche modo, la sua successione? Ed anche qui torna lo scontro fra le varie cordate pontificie: Opus Dei, Massoneria, Cavalieri di Colombo.... Vedremo. Quello che ci sembra certo è che queste dimissioni sono la mossa politica di un uomo che vuole giocare d'anticipo su altri.

Fonte cadoimpiedi . it Dal blog di Aldo Giannuli

 
 
 

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Post n°908 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da ironwoman63

 
 
 

benny 16 si dimette

Post n°907 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da ironwoman63

CERCO CAMERA SINGOLA A ROMA DA 1 MARZO. MAX 450€. SONO UN RAGAZZO EASYGOING E DE MENTALITÁ APERTA. SÌ MISTA, SÌ INTERNATIONAL. RT PLEASE

 

 

 

DON ANDREA GALLO PAPA FOREVER!!!! ironwoman63

 
 
 

n'altra volta...... basta laidume!!!!!!!!!!!!!!

Post n°906 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da ironwoman63

http://t.co/FCWKattU

 
 
 

c'e' stato di certo il colpo di stato.

Post n°905 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da ironwoman63

E' un documento che non può lasciare indifferenti il "Rapporto Camere Aperte 2013" realizzato dall'associazione Openpolis e presentato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati. I numeri relativi alla XVI Legislatura - quella che sta per chiudersi - raccolti e raccontati nel rapporto raccontano di un autentico colpo di Stato avvenuto sotto gli occhi di tutti ma all'oscuro dei più. I principi fondamentali della nostra Costituzione sono stati travolti da pratiche e prassi parlamentari e di Governo che, di fatto, hanno sostanzialmente trasformato la governance del Paese. Il Parlamento è divenuto un inutile orpello istituzionale con il profilo di un grigio burocrate passacarte con l'unico ruolo di "vidimare" scelte e decisioni del Governo senza alcuna concreta facoltà di sindacato. I numeri sono più eloquenti di ogni parola: il Parlamento, nel nostro Paese, nell'ultima legislatura si è completamente lasciato esautorare dal Governo tanto del potere di fare le leggi che del diritto/dovere di controllare ed indirizzare l'operato dell'Esecutivo. I Parlamentari dal canto loro - i numeri raccontano naturalmente la media statistica che soffre, per fortuna, di importanti eccezioni - hanno, ormai, completamente tradito il concetto della rappresentanza e, una volta eletti, si sentono liberi di attraversare l'intero emiciclo, da destra a sinistra, senza avvertire neppure l'esigenza di rendicontazione ai propri elettori. Inutile perder tempo in chiacchiere e parole, i numeri, mirabilmente analizzati e rappresentati da Open Polis parlano da soli. Su 387 leggi approvate nel corso dell'intera legislatura, 297 sono di iniziativa governativa e solo 90 di iniziativa parlamentare. Significa che leggi le ha fatte il Governo per il 77% in barba al principio costituzionale che assegna all'Esecutivo tale ruolo solo in maniera del tutto eccezionale. Ma non basta. Se Deputati e Senatori si azzardano a prendere l'iniziativa legislativa, la percentuale di successo è dell'1%. E' pari a zero - ed è forse uno dei dati più drammatici che emergono dal Rapporto - la percentuale di successo delle iniziative legislative assunte, in conformità alle previsioni costituzionali, dai cittadini, dal CNEL o dalle Regioni. Il Governo che dal Parlamento dovrebbe essere controllato lo tiene, invece, in scacco o lo "minaccia" costantemente utilizzando l'arma del voto di fiducia. Quasi una legge su due tra quelle approvate grazie al voto di fiducia nel corso del breve Governo dei professori. L'alibi della crisi non basta davvero a giustificare una simile dinamica da golpe istituzionale. Il Parlamento, d'altra parte, in ben 12 occasioni presentatesi non è mai stato capace di sfiduciare neppure un singolo Ministro. Sin qui senza parlare del fattore "tempo" che, pure, gioco un ruolo essenziale nel governo del Paese. Per fare una legge in Italia ci vuole un periodo variabile compreso tra i 7 ed i 1456 giorni. Possibile? Più che possibile. E' assolutamente vero ed innegabile perché è quanto accaduto nel corso della XVI legislatura nell'ambito della quale vi sono stati alcuni disegni legge che nel rapporto di Openpolis vengono giustamente definiti "lepre", in genere presentati dal Governo ed altri, in genere di iniziativa parlamentare, altrettanto giustamente definiti "lumaca". Ce ne sarebbe abbastanza per gridare all'attentato alla Costituzione e chiamare a rispondere indistintamente il Governo e chi nel Parlamento - e sono in tanti - ha consentito che l'Esecutivo del Cavaliere prima e del Professore poi si impossessassero di poteri e prerogative che la Carta Costituzionale affida a Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Ma c'è di più. Il potere del Parlamento e la sua Autorevolezza sono stati, ormai, così tanto ridimensionati che i Ministri della Repubblica cui la legge impone di rispondere alle questioni rivolte loro dai Parlamentari, ormai, non avvertono più neppure il dovere di farlo. E' stata, infatti, inferiore al 30% la percentuale di occasioni nelle quali i Ministri del Governo del Professor Monti hanno avvertito il dovere di rispondere alle interrogazioni dei Parlamentari. Il Parlamento, naturalmente, è fatto di uomini ed è proprio degli uomini - alcuni naturalmente - la colpa di una tanto drammatica situazione. Rappresentanti dei cittadini eletti perché hanno liberamente scelto di impegnarsi in Parlamento che poi disertano le aule in percentuali imbarazzanti persino per il peggiore degli scolari: 91,70% di assenze quelle collezionate dal leader degli assenteisti alla Camera dei Deputati, Antonio Gaglione del Gruppo misto e 81,20% quelle di Niccolò Ghedini il cui seggio è servito, sostanzialmente, a consentire al Cavaliere Belrlusconi di imputare ai cittadini italiani gli onorari dovuti al proprio Onorevole avvocato per l'assistenza prestatagli, quasi a tempo pieno, nei numerosi giudizi nei quali è coinvolto. Ma una delle cifre più significative dell'inutilità di un Parlamento che funzioni così e della straordinaria farsa elettorale che sta, ancora una volta, andando in scena in questi giorni è, certamente, rappresentata dalla circostanza che i due maggiori parti del Paese nel corso dell'ultima legislatura - PdL e PD - sono quelli che registrano indici di produttività parlamentare più bassi. Come si fa a non parlare di golpe, colpo di Stato, travolgimento dell'ordine costituzionale o attentato alla costituzione davanti a questi numeri? Ma la conferma della gravità di quanto sta accadendo è data dal vergognoso ed inarrestabile fenomeno del "trasformismo" parlamentare. Nel corso della XVI legislatura si sono registrati ben 267 cambi di gruppo parlamentare con sedici onorevoli che sono arrivati ad indossare fino a 4 casacche diverse. Il mandato parlamentare è diventato solo un treno per Montecitorio, un modo come un altro per entrare nella casta. C'è stato un colpo di Stato e non ce ne siamo accorti. Dal Blog di Guido Scorza su L'espresso

 
 
 

la dignita' perduta del pd

Post n°904 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da ironwoman63

Ma un po’ di dignità, perdio! Ma che teatrino è? Ma dove si sono mai visti due candidati avversari alle elezioni che si scambiano cotante smancerie prima del voto? Bersani e Monti, una coppia di fatto. Resta solo da capire perché il professore non ha fatto le primarie. «Aiuto Pierluigi ma lui non ricambia», si lamenta un po’ offeso l’algido tecnico su Repubblica. «Siamo prontissimi a collaborare con Monti», si fa perdonare l’adone di Bettola. In mezzo ci siamo noi elettori di sinistra. Ci hanno assicurato che i tecnici erano una parentesi dolorosa ma necessaria, i più gaudenti non avevano dubbi (vedi Stefano Fassina) e spiegavano ciò che tutti sanno: Monti è la destra, autorevole ed educata, ma la destra. I neoliberisti. I colpevoli della crisi, come spiega benissimo Luciano Gallino. E bisognava svoltare, tornare a una sana e massiccia dose di “moderato” (non sia mai…) keynesismo, investimenti pubblici e lavoro, lavoro, lavoro. Nel frattempo Monti ha tradito gli accordi col suo garante, Giorgio Napolitano. Si è candidato e contro il Pd, quest’ultimo fedele fino al sadomasochismo con i tecnici tutto loden e classismo ottocententesco che fa tanto antichi valori, quelli pre-emancipazione delle masse. Ora uno si aspetterebbe una specie di amor proprio da parte della “sinistra”. Una voglia di rivalsa di una sinistra capace, finalmente, di dire parole di cambiamento radicale, di uguaglianza sociale, di povertà ed esclusione, di ambiente, di regolamentazione della finanza. Invece no, siamo agli amorosi messaggi, al politicismo spinto (dove c’è D’Alema trionfa quello), alle parole vaghe e democristiane che sanno di conservazione perenne. Allora parlarci oggi di “voto utile” si profila come un attentato all’intelligenza collettiva. Così come le primarie (#oppureMonti) si sono rivelate un festival buono a occupare paginate di giornali, visto che l’accordo tra Pd e centristi è scritto nelle stelle. Lo sanno tutti e ci sfugge come possa non saperlo Vendola e come possa ignorarlo la Cgil. Per chi spera in un governo delle sinistre (riformiste e radicali, ma “sinistre”) il “voto utile”, oggi, è quello chiaramente alternativo al montismo. Nelle parole e – soprattutto – nei fatti.

Matteo Pucciarelli

fonte MICROMEGA

 
 
 

si impicca con l'art 1 al fianco

Post n°903 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da ironwoman63

Una notizia drammatica giunge da Guarrato, un paesino di 1300 persone in provincia di Trapani: Giuseppe Burgarella, operaio, sindacalista della Cgil di 61 anni disoccupato da tempo, si è tolto la vita impiccandosi a una trave sotto casa sua. L'ha fatto, però, in un modo ancor più drammatico, che induce ancor di più a riflettere e chiarisce ulteriormente le cause del suo gesto.

Prima di togliersi la vita l'uomo ha scritto con cura certosina la lista - interminabile - di tutti i "morti per disoccupazione" degli ultimi due anni. Se li era appuntati uno ad uno, copiandoli dalle cronache dei giornali, e in fondo all'elenco aveva scritto il suo: Giuseppe Burgarella.

Ma non solo: l'uomo se ne è andato con la Costituzione a fianco, citando in un foglietto l'articolo 1, che "dice che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Allora perché lo Stato non mi aiuta a trovare lavoro? Perché non mi toglie da questa condizione di disoccupazione? Perché non mi restituisce la dignità? Allora se non lo fa lo Stato lo devo fare io". I Carabinieri lo hanno trovato impiccato con la "magna carta" della Repubblica Italiana a fianco.

FONTE CADOIMPIEDI.IT

 

QUANTE ALTRE MORTI SERVONO PERCHE' L'ITALIA DIVENTI UN PAESE DEGNO DI QUESTO NOME????? IRONWOMAN63

 
 
 

sono circa 4600 raggiungiamo le 5000

Post n°902 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da ironwoman63

Ancora poco per raggiungere le 5.000 firme, a 24 ore dal lancio del nostro appello. Firmate e diffondete! !

 
 
 

grillo e chi deve pagare....

Post n°901 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da ironwoman63

Tutto all’antica: dopo la piazza – per comizi old style -, la lettera. Grillo ne ha indirizzata una agli italiani, confidando sulla funzionalità di stampa e tv, e cioè, secondo lui, la feccia della macchina di comunicazione del nostro paese. C’è un bel «ora basta», un classico, in testa alla comunicazione ultimativa. Dice che così non si può andare avanti – e ha ragione – e che di questo passo il paese rischia di finire, e ha di nuovo ragione. Così, s’improvvisa un cuore tenero che non sopporta più di vedere la gente in coda davanti alle mense della Caritas mostrando comprensione per una middle class schiacciata dalla crisi e, insieme, una bellissima distrazione nei confronti di quei poveracci sempre esistiti ai quali i nuovi arrivati rischiano di portar via il piatto. A tratti pare Karl Marx nella foresta di Sherwood, mentre invoca – nel suo comizio affollatissimo di Padova – la resa dei conti, e cioè: paghino i ricchi. Ottimo, lui è ricco, noi no, quindi tocca a lui. A tratti, invece, sembra Berlusconi dei vecchi tempi, di quando si rivolgeva al paese per eccitarne il bisogno mai soddisfatto di un fermo paternalismo in testa alle sue istituzioni. Come lui, allora, vuol fare tutto da solo: mandare via tutti gli altri, quelli che fanno parte di questo «marcio sistema» per rifondare un paese nuovo, una nuova comunità. Dove tutto sarà bello. «Usciamo dal buio – esorta profetico – e torniamo – dantesco – a rivedere le stelle». Quelle che vuole lui, non più di cinque; se stanno zitte, sennò anche meno.

 

fonte l'UNITA' articolo di Tony Jop

 
 
 
 

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TRACY CHAPMAN PARLANDO DI RIVOLUZIONE

Non lo sai Stanno parlando di una Rivoluzione Sembra un sussurro Non lo sai Stanno parlando di una Rivoluzione Sembra un sussurro Mentre fanno la coda per il sussidio Piangendo alla porta degli eserciti della salvezza Sprecando tempo agli uffici di collocamento Aspettando una promozione La povera gente si ribellerà E si prenderà la sua parte La povera gente si ribellerà E si prenderà ciò che le appartiene Non lo sai faresti meglio a correre, correre, correre Ho detto che dovresti Correre, correre, correre Finalmente la situazione si capovolgerà Parlando di Rivoluzione

 

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