Creato da ironwoman63 il 26/03/2010

ora di basta!!!!

rossa sempre!!!

 

 

ma spariamoci che e' meglio, ha ragione Messora!!!

Post n°837 pubblicato il 11 Giugno 2012 da ironwoman63

 
 
 

il disordine delle forze dell'ordine.

Post n°836 pubblicato il 08 Giugno 2012 da ironwoman63

Il disordine delle forze dell’ordine

DI GIUSEPPE ARAGNO - Non illudiamoci. Le ennesime manganellate, quelle assestate a Trento con cieca e impunita furia sui corpi di chi legittimamente intendeva contestare la Fornero, non vivono di vita propria rispetto al Governo e anzi, a ben vedere, sono uno dei rovesci della medaglia. Col cuore in gola, preso da incomprensibili affanni, i “tecnici” eletti da Napolitano e il Parlamento dei nominati che nessuno ha mai votato portano avanti precipitosamente un progetto di legge di riforma costituzionale che promette esiti devastanti.
Napolitano e Monti fingono d’ignorare che un così profondo mutamento della legge fondante della Repubblica trasforma, di fatto, in una spuria e pericolosa Assemblea Costituente la raccogliticcia banda di inquietanti figuri che tiene in piedi l’Esecutivo. Non bastasse l’anomalia della procedura, il colpo giunge senza una discussione vera, senza la partecipazione dei cittadini, convenientemente informati e messi in condizione di dire la loro. E’ la logica del “fatto compiuto”, l’esito naturale e per molti versi fatale di un dato patologico che non si è combattuto: il prepotere dell’Esecutivo, rinforzato dall’incremento della decretazione d’urgenza su temi che urgenti non sono, dalla sequela ininterrotta dei provvedimenti decisivi per il futuro del Paese, ripetutamente imposti a colpi di fiducia; per dirla tutta, di una vera e propria espropriazione delle prerogative di un Parlamento che, per suo conto, ha fatto il possibile e l’impossibile per delegittimarsi. Su binari paralleli, ormai fuori controllo, viaggiano a tutta velocità – e completano il quadro fosco – la costosa macchina degli armamenti, la scelta di tornare alla guerra ripudiata e il devastante smantellamento del sistema formativo pubblico. Non a caso, l’ineffabile Profumo vibra pugnalate, inserendo per decreto i suoi provvedimenti sulla “meritocrazia”, il cavallo di Troia di una privatizzazione che, sul limitare delle malconce porte Scee, poste a difesa di quanto sopravvive della Pubblica Istruzione, non trova neppure il monito sventurato di un Laocoonte,. Sarà pur vero che la storia non insegna nulla, ma qui docenti e storici siamo chiamati in discussione direttamente e va detto: di errori ne abbiamo fatti.

Prevaricazioni e prepotenze fecero da battistrada al fascismo e non a caso, più che il fascio littorio, il simbolo dell’odioso regime di Mussolini rimane il manganello. Non sarà inutile rammentarlo, in un Paese in cui più il tempo passa, più un “governo tecnico”, nato  male e peggio cresciuto, naviga a vista, in rotta di collisione con i diritti sanciti dalla Costituzione e il manganello impazza. Dove non regna la giustizia sociale, a regnare sono le passioni dei magistrati: è l’alfabeto della politica e non c’è tecnico, sia pure bocconiano, cui sia consentito d’ignorarlo. Piaccia o no a Monti e Napolitano, in democrazia, i governi, quale che sia lo loro forma, sono istituiti dal popolo per il popolo; la fonte dell’ordine è la giustizia e non c’è norma che possa legittimamente trasformarne la gestione in proprietà privata delle Istituzioni, la cui ragion d’essere vive nella volontà del popolo sovrano. Quella volontà della quale esse sono serve. Tutte, anche il ministero dell’Interno cui tocca badare all’ordine pubblico, ma rispondere anche del loro evidente disordine.  

Sembra strano doverlo fare col “governo dei professori”, ma con l’acquisto di De Gennaro, il buio ritorno di sedicenti anarchici e il mistero della bomba brindisina, è bene ricordarlo: a partire dalla fine dell’Ancien Régime, l’arte del governare non consiste nel piegare la maggioranza a vantaggio d’una minoranza, scatenando la violenza delle forze dell’ordine, e il fine del governo è uno, sacro e vincolante, pena il tradimento: eseguire un mandato cui il popolo l’ha delegato, esercitando le funzioni di tutti i poteri come doveri pubblici e non già come diritti personali.
Di fronte al disordine quotidianamente provocati dalle forze dell’ordine, non sarà tempo perso ribadirlo: in una democrazia parlamentare l’equilibrio dei poteri nasce dalla natura delle leggi che hanno tutte un fine: rendere gli uomini felici e liberi. Monti dovrebbe saperlo: la natura democratica di un governo non si misura dal listino della Borsa, ma da due capacità: quella di trovare l’energia per assoggettare gli individui all’impero del mandato popolare ricevuto e quella che gli consente di impedire, tuttavia, che possa abusarne. Fu questo uno dei grandi problemi che arrovellò politici e pensatori negli anni cruciali della rivoluzione francese e, piaccia o no, non aveva torto Robespierre, a sostenere che “questo è il grande problema che il legislatore deve risolvere. Questa soluzione è forse il capolavoro della ragione umana”.
Un capolavoro di cui non c’è traccia nell’opera di un governo che non ha opposizione nel Palazzo e reprime il dissenso nelle piazze. Un governo che si lascia consigliare da passioni e pregiudizi personali, sicché, mentre offre continui e fondati motivi al malcontento popolare, assume malintesi ruoli pedagogici, si occupa con zelo sospetto del potere dell’Esecutivo e lascia mano libera alla polizia. Tutto ciò è tipico di un potere che si specchia in se stesso ed è fermo al tragico equivoco di chi cede a tentazioni autoritarie. Non a caso, Monti garantisce l’ingiustizia, fonte del disordine, e insegue l’ordine col manganello. Ma qual è l’ordine cui pensa Monti, e dove intende condurci?
La risposta incute timore.

fonte ONDALIBERAMAGAZINE

 
 
 

i matti sono in parlamento

Post n°835 pubblicato il 08 Giugno 2012 da ironwoman63

LEGGE 180, NO ALL'INVOLUZIONE

di Don Virginio Colmegna - 8 giugno 2012

Di tutto abbiamo bisogno tranne che di riaprire la questione legislativa per rivedere la legge 180. L'approvazione del decreto Ciccioli è fonte di preoccupazione, perché potrebbe determinare abusi. Non riapriamo vecchi steccati, respingiamo questa involuzione
 
Don Virginio ColmegnaC'è bisogno di promuovere interventi su sofferenza e disagio psichico, di riflettere su come prendersi cura delle fragilità, sostenendo i famigliari e prolungando gli orari dei servizi, per esempio. Occorre che quanto di buono è stato promosso sul territorio in questi anni, attuando il processo di de-istituzionalizzazione, entri nella prassi sociale, sanitaria e nella cultura. Soprattutto in questa fase di crisi, ogni processo di separazione e chiusura va respinto perché è un grave arretramento di cui pagherebbero le conseguenze coloro che soffrono e i loro famigliari. 

Di tutto abbiamo bisogno tranne che di riaprire la questione legislativa per rivedere la legge 180. L'approvazione da parte della 12ª commissione parlamentare del testo unificato dei vari decreti legge di riforma degli articoli 33, 34, 35 della legge 833, noto come decreto legge Ciccioli, è fonte di grande preoccupazione per chi opera nel settore. Ciò che è previsto nell'emendamento, e cioè la riduzione delle garanzie procedurali e temporali per gli interventi sanitari senza consenso e la possibilità di effettuare trattamenti di un anno senza consenso del paziente in strutture residenziali, è un grave sbilanciamento nei rapporti tra il cittadino sofferente e le istituzioni. Può, per esempio, dar luogo ad abusi, ad usi impropri e custodiali di questi strumenti.

L'urgenza di migliorare la qualità dell'assistenza non passa per un percorso come questo. I tanti anni di psichiatria territoriale hanno ormai raggiunto un consenso suffragato dall'esperienza: l'uso di strumenti come il trattamento sanitario obbligatorio (quando è solo un'azione di contenimento priva di ogni presa in carico) ha conseguenze gravi in termini di allontanamento dai processi di cura, con il rischio della cronicizzazione.

Non riapriamo vecchi steccati, respingiamo questa involuzione. Abbiamo bisogno di rimettere al centro la questione della salute mentale, aumentando gli interventi di prevenzione, di presa in carico e moltiplicando gli interventi di natura territoriale. Abbiamo bisogno di sviluppare ancora di più un percorso serio di informazione e di coinvolgimento dei pazienti e delle reti affettive dalle quali non deve essere allontanato. E, in un momento di grave crisi economica come questo, abbiamo bisogno di preservare e salvaguardare le risorse destinate alla salute mentale.
fonte cadoimpiedi.it

 
 
 

ancora verso la dittatura?

Post n°834 pubblicato il 03 Giugno 2012 da ironwoman63

L’appello di 12 giuristi: “Il Parlamento blocchi la riforma costituzionale”


da Repubblica, 1 giugno 2012

Con una inammissibile precipitazione il Senato ha approvato in commissione un disegno di legge di riforma costituzionale che s'intende portare in aula già martedì prossimo. Ma la Costituzione non può essere profondamente mutata senza una vera discussione pubblica, senza che i cittadini adeguatamente informati possano far sentire la loro voce. E' inaccettabile che la richiesta di partecipazione, così forte ed evidente proprio in questo momento, venga ignorata proprio quando si vuole addirittura modificare l'intero edificio costituzionale. I cittadini, che negli ultimi tempi sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione, non possono essere messi di fronte a fatti compiuti.

Offrendo ad una opinione pubblica offesa da prevaricazioni e prepotenze un'esigua riduzione del numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 508 alla Camera e da 315 a 254 al Senato, si vuol cogliere l'occasione per alterare pericolosamente l'assetto dei poteri istituzionali (la riduzione dei parlamentari può essere affidata ad una legge costituzionale a sé stante, senza stravolgere la Costituzione). Viene attribuita una posizione assolutamente centrale al Presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica. Il Parlamento è conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua libertà, fino a poter essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sul quale fosse stata posta e negata la fiducia. 

L'intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere attribuisce a quest'ultimo un improprio strumento di pressione e rende marginale il ruolo del Presidente della Repubblica. I problemi del bicameralismo vengono aggravati, il procedimento legislativo complicato. Gli equilibri costituzionali sono profondamente alterati, cancellando garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico. E ora si propone di passare da una repubblica parlamentare ad una presidenziale, di mutare dunque la stessa forma di governo, addirittura con un emendamento che sarà presentato in aula all'ultimo momento.

I firmatari di questo documento denunciano all'opinione pubblica la gravità di questa iniziativa per i pregiudizi che può arrecare alle istituzioni della Repubblica e si rivolgono a tutti i parlamentari perché rinuncino a portare avanti una modifica tanto pericolosa del sistema costituzionale.

Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Alessandro Pizzorusso, Eligio Resta, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky 

(1 giugno 2012)

 
 
 

buon compleanno Repubblica

Post n°833 pubblicato il 02 Giugno 2012 da ironwoman63

Il 2 giugno 1946 gli italiani e per la prima volta le italiane, furono chiamati a un referendum per decidere se l'Italia dovesse rimanere una monarchia, oppure se essa dovesse essere sostituita dalla repubblica. Vinse questa ultima con il 52% dei voti.

Quello stesso giorno il popolo italiano fu chiamato anche a eleggere un'Assemblea Costituente, che aveva il compito di scrivere la nuova Costituzione. All'interno dell'Assemblea si affermarono tre partiti: la Democrazia Cristiana, con il 35% dei voti, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano. Il Partito d'Azione invece ebbe solamente l'1.5% dei voti, motivo per il quale decise di sciogliersi. Il 25 giugno 1946 cominciò ufficialmente i lavori l'Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza.

Nel dicembre 1947 si terminò di scrivere la costituzione italiana, che entrò in vigore il primo gennaio 1948. Questa costituzione faceva dell'Italia una repubblica parlamentare. Massima carica dello Stato era ed è il Presidente della Repubblica, eletto per via parlamentare, per la durata di sette anni. Ad egli furono affidati ruoli soprattutto rappresentativi, come rappresentate dell'unità  del territorio e capo dell'esercito. Il potere legislativo venne affidato a un parlamento bicamerale suddiviso in Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, svolgendo i loro ruoli in modo paritario e separato. Tale parlamento ha durata di 5 anni.Tra le altre cose, la costituzione vietava la ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista. Tuttavia, il 26 dicembre 1946, reduci della Repubblica Sociale Italiana avevano costituito il Movimento Sociale Italiano. Fondatore era Giorgio Almirante.Il primo Presidente del Consiglio dei Ministri fu Alcide De Gasperi, della Democrazia Cristiana.

Travagliata era la questione del Sud Tirolo: le potenze vincitrici lo assegnarono all'Italia, nonostante ciò qui vi era una consistente parte di popolazione di lingua tedesca. Nel settembre 1946 Alcide De Gasperi, che oltre ad essere Presidente del Consiglio, era anche ministro degli esteri, trovò una soluzione con il collega ministro degli esteri austriaco Karl Gruber: egli costituì la regione a statuto speciale del Trentino-Alto Adige, dotata di ampie autonomie e dove affianco all'italiano, a livello regionale, fu ufficializzato anche il tedesco.Nel frattempo erano stati firmati nel 1947 i Trattati di Parigi con i quali formalmente e definitivamente fu siglata la pace con le potenze alleate e vennero sancite le conseguenze dell'ingresso e sconfitta nella Seconda guerra mondiale, con mutilazioni nazionali territoriali: l'Istria e la Dalmazia cedute alla nascente Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia, il Dodecaneso alla Grecia, il colle di Briga ed il colle di Tenda alla Francia, l' Isola di Saseno all'Albania, il pagamento dei danni di guerra alla URSS e la perdita di tutti i possedimenti coloniali italiani.

dal sito FESTA DELLA REPUBBLICA

 
 
 

disertare la parata per far sentire la nostra voce.

Post n°832 pubblicato il 31 Maggio 2012 da ironwoman63

DISERTIAMO TUTTI LA PARATA DEL 2 GIUGNO, FACCIAMOGLI VEDERE CHE NON LA SEGUIREMO NE DAL VIVO NE IN TELEVISIONE, PER DIRE CHE SIAMO SCHIFATI DAL LORO CONTINUO IGNORARCI. IGNORIAMOLI NOI PER UNA VOLTA!!!! FATE GIRARE.POSTATE L'INVITO NEI BLOG E SUI PROFILI!

 
 
 

il 2 giugno non si tocca, la benzina si

Post n°831 pubblicato il 31 Maggio 2012 da ironwoman63

Il nostro Paese è attraversato da una grave crisi, ma più che una crisi finanziaria credo si tratti di una crisi morale. La vicenda della parata del 2 giugno, difesa dal peggior Presidente della Repubblica che noi abbiamo avuto da quando esiste la Repubblica, ne è esempio. Questa parata poteva perfettamente essere sospesa, rinviata, annullata. E invece si getteranno via milioni di Euro in un'impresa autocelebrativa che non ha assolutamente nulla da dare alla gioventù di questo paese. Una manifestazione che non ci dà assolutamente niente. Siamo di fronte a un dramma umano, politico, collettivo. Siamo incapaci di fermare una macchina che abbiamo messo in moto in un altro momento, con altre regioni, con altri scopi.
A ciò si aggiunge l'aumento delle accise sulla benzina. Questa è la classica operazione di uscita di sicurezza per evitare di affrontare i problemi. Ancora una volta siamo imprigionati in una trappola per cui non ci sono i soldi per aiutare quelli che sono stati colpiti e per avviare seriamente una ricostruzione e cosa si fa? Si chiede alla gente di pagare di nuovo, sapendo benissimo che invece ci sono i soldi e sono da altre parti. E' questo il problema. 
Coloro che hanno in mano il potere e il denaro, cioè la finanza, vuole che la gente continui a pagare. Tutto questo avviene mentre si sta pensando, di nuovo oggi, di ricapitalizzare le banche che sono state già ripetutamente salvate dai propri fallimenti. Ci si mette d'accordo per ridare i soldi alle banche quando invece si dovrebbero dare i soldi direttamente agli stati e alla popolazione. Questo è un vero e proprio disastro!
Questa classe politica (e i suoi tecnici) non è neanche in grado di valutare ciò che sta accadendo. E' lontana le mille miglia dalla situazione psicologica e popolare, si comporta come Maria Antonietta, quando deve dirci qualcosa ci propone di mangiare le brioche. Ma non è assolutamente capace di capire che la gente non vuole più mangiare le brioche e vuole una ridistribuzione del potere, una diversa ridistribuzione del reddito. 
La coincidenza di non fermare la parata del 2 giugno e di aumentare la benzina non è casuale. Questa gente che ci comanda è così lontana dal popolo che non si rende neanche conto di quello che fa. Vive su un altro pianeta, fa parte di un'altra categoria sociale che vive in un altro mondo. 

giulietto chiesa

fonte Cado in Piedi . it

 
 
 

barnard ferrero messora colaninno le ragioni a confronto

Post n°830 pubblicato il 28 Maggio 2012 da ironwoman63

 
 
 

un libro per non dimenticare FALCONE E BORSELLINO

Post n°829 pubblicato il 22 Maggio 2012 da ironwoman63

 
 
 

da vedere tutto.....

Post n°828 pubblicato il 22 Maggio 2012 da ironwoman63

 
 
 

bombe e sistema

Post n°827 pubblicato il 19 Maggio 2012 da ironwoman63

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/19/strage-brindisi-l%e2%80%99identik-mandanti/234784/

 
 
 

il nostro oro per il dieci per cento del debito!

Post n°826 pubblicato il 18 Maggio 2012 da ironwoman63

 

 
 
 

FINE DEL MONDO O FINE DELL'EURO??

Post n°825 pubblicato il 16 Maggio 2012 da ironwoman63

 
di Marco d'Eramo, da il manifesto, 15 maggio 2012

Ma se l'euro si disintegra è proprio Fine di Mondo? Fino a ieri fare questa domanda era appannaggio solo di qualche pericoloso estremista. Ai mitici «mercati» sembrava possibile distinguere fra salvati e sommersi dell'euro. Certo, con un regime di rigore estremo avrebbero sofferto a lungo - e forse sarebbero naufragati - tutti gli esseri umani che non dispongono di fondi, ma almeno i capitali si sarebbero salvati. Oggi invece rischiano di liquefarsi anche i preziosi capitali. Così il dubbio sulla moneta unica viene pure ai portavoce più ortodosssi della finanza mondiale: The Economist ammette che salvare l'euro è auspicabile, «ma non a qualunque prezzo». Persino il presidente della Consob, l'organo di supervisione del capitalismo italiano, ieri si è lanciato contro «la dittatura dello spread»: Giuseppe Vargas ha detto infatti che «lo spread attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale» e compromettendo le stesse fondamenta delle democrazie europee: neanche Nichi Vendola o Mélenchon usano accenti così duri.

Se anche i finanzieri si ribellano contro il rigore, se pure a loro i conti non tornano, siamo alla frutta. E che i conti non tornassero lo hanno già affermato con forza gli elettori greci, francesi, italiani, e domenica anche tedeschi che in modi diversi hanno tutti votato contro l'austerità e il rigore imposto dalla Germania e hanno detto che per la moneta unica hanno già dato abbastanza, forse troppo.

Il dilemma è inaggirabile: senza il rigore l'euro va a picco; con il rigore soffocano tutti gli europei. In questa morsa sono presi tutti, a cominciare dal neo presidente francese. Nel vertice di domani con la cancelliera tedesca, e comunque entro 20 giorni, François Hollande deve strappare ad Angela Merkel almeno qualche concessione di sostanza per avere un risultato presentabile da mostrare ai francesi il 10 giugno, se vuole disporre di una maggioranza nel nuovo parlamento che uscirà allora dalle urne. Nella stessa morsa si trovano gli elettori greci che con ogni probabilità dovranno tornare a votare anch'essi il mese prossimo. E così gli spagnoli che hanno sono sull'orlo di un disastro bancario senza precedenti, solo rimandato dalla nazionalizzazione di Bankia. Gli stessi finanzieri tedeschi, dietro l'oltranzismo rigoristico, in realtà tremano: l'uscita della Grecia dall'euro trascinerebbe con sé in prima istanza Irlanda e Portogallo, e in seconda battuta farebbe affondare le banche spagnole e italiane, di rimbalzo colpendo al cuore il sistema produttivo tedesco: cioè nelle sue esportazioni.

Detto in soldoni: la dissoluzione dell'euro a breve termine è già all'ordine del giorno nelle cancellerie, e nelle stanze del potere, anche se nessuno lo ammette apertamente. E non è detto che sia una tragedia. Certo, il primo anno sarà terribile, ma forse non peggiore di quel che ci aspetta se continuiamo a stringere la cinghia fino a deperire d'inedia.

(15 maggio 2012)

 
 
 

magna magna....attenta analisi della situazione italiana

Post n°824 pubblicato il 15 Maggio 2012 da ironwoman63

MAGNA MAGNA? Tutti a casa! Palingenesi politica - Corruzione, crisi, esodati - I fenomeni Cinquestelle e Pirati - Stop all'acquisto dei caccia F35

Sono le h.16:54 del 13 maggio 2012 e a POSTA e RISPOSTA n. 312 giunge il seguente post del lettore o lettrice CARROZZINI dall'account ric.carrozzini@tiscali.it a proposito di un commento di Rosaria MIRRIONE, pubblicato il 10 precedente: "si ...

Fonte: Studiocataldi.it

Url: http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_11926.asp

 

 
 
 

vogliono vogliono vogliono..... e l'Italia collassa.

Post n°823 pubblicato il 15 Maggio 2012 da ironwoman63

Abi/ Da Moody's aggressione all'Italia. Giudizi irresponsabili su banche
Martedì, 15 maggio 2012 - 10:52:00

''Irresponsabile, incomprensibile, ingiustificabile'', cosi' l'Associazione Bancaria Italiana giudica la decisione di Moody's di tagliare il rating di 26 banche italiane. ''Ancora una volta le agenzie di rating si confermano come un elemento di destabilizzazione dei mercati con giudizi parziali e contradditori. Per abbassare il rating questa volta si tirano addirittura in ballo le misure di austerita' varate dal Governo Monti (''riducono la domanda economica di breve termine'') che una volta le stesse agenzie invocavano allorche' disegnavano l'outlook negativo delle imprese bancarie'', prosegue la nota.

Per l'Abi ''la decisione di Moody's e' un'aggressione all'Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini'' Infine l'Associazione nella riunione di domani del Comitato esecutivo a Milano valutera' ''collegialmente tutte le azioni da adottare, in ogni sede, per tutelare i legittimi interessi dell'economia italiana, cosi' gravemente lesi dalle decisioni delle agenzie di rating''.

fonte Affari Italiani .it

 
 
 

opinioni diverse per un risultato antieuro

Post n°822 pubblicato il 13 Maggio 2012 da ironwoman63

 

di Virginia Perini

 

Dopo una grande attenzione al rigore, sembra che il premier Mario Monti ora possa concentrarsi sulla crescita del Paese. Le politiche per lo sviluppo cui sembra puntare Monti, per riassumere, consistono in un maggiore liberismo e in un mercato del lavoro più flessibile. Ma questo non basta. Anzi, per invertire la rotta servirebbero interventi che cambino la natura stessa della moneta, per allontanarla il più possibile dall'essere una riserva di valore. E poi il patto insito nel rapporto tra debitore e creditore, deve essere ricondotto a criteri più responsabili. Non deve esserci solo l'impegno di chi restituisce il denaro, ma anche l'accortezza e la buona fede di chi lo presta. Sono questi i principali pensieri dei due economisti dell'Università Bocconi di Milano, intervenuti alla filosofia sui Navigli, la colazione con dibattito della domenica mattina milanese. 

Massimo Amato è economista e storico, professore associato all’Università Bocconi. Ha scritto diverse monografie sul tema della moneta e della riforma monetaria. Si dedica da diversi anni allo studio e alla realizzazione di sistemi di moneta complementare e di credito locale. Luca Fantacci invece è docente di scenari economici internazionali e di storia delle crisi finanziarie all’Università Bocconi. Studioso del pensiero di Keynes e convinto, come il grande pensatore, che “se gli economisti fanno bene il loro lavoro, fra venticinque anni non ce ne sarà più bisogno”.

All'interno del noto ateneo milanese entrambi da anni studiano e teorizzano una svolta in campo monetario che si coniuga con un pensiero economico in opposizione ad alcune logiche montiane. Sono anche in procinto di aprire una banca pubblica in Francia.

 

E' l'ora di una nuova moneta. Caro Monti, si riparte da qui

fonte AFFARI ITALIANI.IT

 

 
 
 

il MES cos'e'??? da vedere assolutamente!

Post n°820 pubblicato il 12 Maggio 2012 da ironwoman63

 
 
 

bersani vendola di pietro, adesso tocca a voi

Post n°819 pubblicato il 11 Maggio 2012 da ironwoman63

di Paolo Flores d’Arcais, da il Fatto quotidiano, 10 maggio 2012

Cari Bersani, Di Pietro, Vendola (e naturalmente D’Alema, Veltroni e compagnia cantando), vi rendete conto che ormai il problema siete voi? Vi è rimasta un’oncia di lucidità per capire che il futuro del centrosinistra dipende dalla vostra disponibilità a passare il testimone promuovendo gruppi dirigenti radicalmente nuovi? Se vi poniamo queste domande non è per polemica, e meno che mai per provocazione, ma per REALISMO, come doverosa presa d’atto di una situazione ormai chiarissima, che solo i ciechi riescono a evitare di vedere.

In due parole: sono vent’anni che vince le elezioni chi conquista (almeno nell’immaginario) la piazzaforte dell’antipolitica. Berlusconi si presentò come “imprenditore”, contro Occhetto “politicante”. E Prodi vinse enfatizzando il “valore aggiunto” di società civile dell’Ulivo rispetto ai partiti della coalizione. Ora siamo al passo successivo: tutta la partita si gioca nell’antipolitica, cioè nell’altrapolitica, rispetto alla morta gora che sono (con buona pace di Napolitano) i partiti esistenti.

Berlusconi lancerà una nuova “forza”, perché il Pdl è ormai vissuto come un partito. Casini ha ammesso che il terzo polo non nascerà, e la nuova “forza” conservatrice la potranno fondare solo Passera&Co., i “tecnici” non i politici, candidando Monti alla presidenza della Repubblica. A sinistra, se non vi levate di torno (voi e tutta la nomenklatura dei burocrati grandi e piccoli, allevati come “polli in batteria” nelle manovre di corridoio e nelle stanze dei bottoni, compresi gli infiniti “giovani” nati vecchi, alla Renzi e Civati) sarà un esodo biblico verso il Movimento 5 Stelle, che coinvolgerà anche chi trova detestabile la dittatura carismatico-mediatica di Beppe Grillo, ma riconosce (e simpatizza con) la pulizia e la passione civile dei candidati del suo movimento.

È sperabile perciò una vostra “Damasco”, che vi liberi dalla tentazione di restare abbarbicati alle poltrone e agli strapuntini, alle interviste e ai talk-show. C’è da domandarsi, anzi, perché non ve la impongano i militanti di base del Pd, Sel, Idv, che pure esistono (questo giornale li ha incontrati, a centinaia, ogni volta che ha organizzato un dibattito), che spesso assomigliano in energia e pulizia alle giovani leve di M5S, ma che con la loro passività diventano corresponsabili delle nomenklature nell’harakiri in atto. Dite “basta!”, imponete primarie vere, con pari risorse e pari chance: un candidato della società civile le vincerebbe a mani basse. Solo così la sinistra avrà la possibilità di prevalere sulle destre vecchie e nuove.

(10 maggio 2012)

 

 
 
 

COS'E' E A COSA PORTA IL PAREGGIO IN BILANCIO

Post n°818 pubblicato il 08 Maggio 2012 da ironwoman63

19 Aprile 2012

Austerità
L'austerità voluta dalla Germania è entrata ufficialmente nella Costituzione italiana obbligando lo Stato al pareggio di bilancio

Senza un briciolo di dibattito pubblico, mascherando il tutto dalla solita manovra “tecnica”, difficile da spiegare ai cittadini, anche il senato ha approvato martedì sera, con una maggioranza che superava ampiamente i due terzi necessari, una modifica alla Costituzione che introduce per lo Stato l'obbligo del pareggio di bilancio.

 

I sì sono stati 235 su 231. Ne bastavano 214 per raggiungere idue terzi degli aventi diritto necessari ad apportare modifiche alla Carta. Solo Lega e Italia dei Valori hanno votato contro. Il 6 marzo alla Camera il risultato era stato persino più ampio con 489 voti favorevoli, 3 contrari e 19 astenuti.

 

L'Italia ratifica così il Fiscal Compact, il patto di stabilità europeo voluto dalla Germania e introduce ufficialmente l'obbligo delpareggio di bilancio per lo Stato. L'articolo, come modificato dal parlamento recita adesso: "lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico". E ancora, "il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta, al verificarsi di eventi eccezionali".

 

Ma che significa avere l'obbligo del pareggio di bilancio? Quali sono le conseguenze per i cittadini? Spesso in questi casi la retoricamainstream , quella del potere finanziario per intenderci, utilizza lametafora dello Stato-famiglia per spiegare come sia una cattiva cosa spendere di più di quanto si incassa, alimentando il debito sovrano.

 

In realtà, come molti analisti hanno già ampiamente dimostrato, questa metafora non regge per il semplice motivo che lo Stato non è una famiglia e risponde a logiche completamente diverse. Mentre per una famiglia spendere più di quanto incassa è sinonimo di dissennatezza, per uno stato significa semplicemente cercare di garantire il benessere dei propri cittadini.

 

Il pareggio, o addirittura il surplus di bilancio, significano invece che lo Stato incassa più di quanto spende. E se ciò non è correlato ad un segno positivo della bilancia commerciale(ovvero al fatto che lo Stato esporta più di quanto importa), significa automaticamente che lo Stato si arricchisce a spese dei propri cittadini.

 

Se poi aggiungiamo che lo Stato utilizza il proprio surplus di bilancio per ripagare il debito contratto con banche private, otteniamo che le banche si arricchiscono a spese dei cittadini. Il tutto, da due giorni a questa parte, garantito dalla Costituzione.

 

Il problema, al solito, è che questa modifica è stata fatta passare dai media per un provvedimento tecnico, che agisce sui bilanci dello stato ma non ha “effetti collaterali” sulla popolazione, dunque non è necessario un dibattito pubblico su di essa. La verità è tutt'altra, e in pratica il patto di stabilità obbligherà i governi apolitiche fiscali rigidissime di privatizzazione, austerità, ulteriore distruzione di quel poco che resta dello stato sociale.

 

Il tutto, come puntualizza il prof Giuseppe Di Taranto nel video qui sotto, per soddisfare le esigenze economiche della Germania, terrorizzata dall'eventualità dell'inflazione (un rischio che per quasi tutti gli altri paesi della zona euro sarebbe molto più accettabile della cura di austerità).

 

 

Intanto si moltiplicano le iniziative di protesta contro le politiche fiscali rigide ed il ricatto del debito. Pochi giorni fa, a Bruxelles, è nata la rete internazionale per le auditorie cittadine sul debito (ICAN), che riunisce movimenti e reti in diversi paesi europei e del Nord Africa in lotta contro le misure di austerità attraverso la realizzazione di audit cittadino sul debito.

A.D

FONTE IL CAMBIAMENTO.IT

 

fino al 1 gennaio 2013 c'e' tempo per farlo togliere dalla costituzione.....vogliamo davvero aspettare quel giorno???? DENUNCIAMOLI PER GOLPE!!!!!

 

 
 
 

il MUOS di Niscemi un'altra schifezza USA in casa nostra

Post n°817 pubblicato il 07 Maggio 2012 da ironwoman63

Il sistema MUOS, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. Un'installazione che sta già comportando costi altissimi per l'ambiente e per la salute degli abitanti
 
Antonio MazzeoA Niscemi, in provincia di Caltanissetta, nel cuore di un'importante riserva naturale, sta per essere installato uno dei quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari per i conflitti del XXI secolo, quelle con i missili all'uranio impoverito, gli aerei senza pilota e le armi nucleari in miniatura, conflitti sempre più "virtuali", computerizzati, disumanizzati. Disumanizzanti. 

Il sistema MUOS, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. E finanche quelli per scatenare la guerra al clima e all'ambiente. Collegherà tra loro i centri di comando e controllo delle forze armate, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento e gli arsenali di morte sparsi in tutto il pianeta. La nuova rete di satelliti e terminali terrestri consentirà di moltiplicare di dieci volte il numero delle informazioni che saranno trasmesse nell'unità di tempo, accrescendo in modo esponenziale i rischi che venga scatenato l'olocausto per un mero errore tecnico.

Il MUOS incarna le mille contraddizioni della globalizzazione neoliberista. Elemento chiave delle future guerre stellari, avrà effetti devastanti sull'ambiente, il territorio e la salute delle popolazioni. Le tre mega-antenne emetteranno micidiali microonde che si aggiungeranno all'inquinamento elettromagnetico generato dalla stazione di telecomunicazione della marina militare USA presente da vent'anni in contrada Ulmo. In un recente studio sui rischi del nuovo sistema di telecomunicazioni a firma dei professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di Torino, si riporta che nel periodo compreso tra il dicembre 2008 e l'aprile 2010 «l'Arpa Sicilia ha effettuato una serie di rilievi sulle emissioni generate dalla stazione di radiotrasmissione di Niscemi che hanno consentito di rilevare valori di campo elettrico prossimi al valore di attenzione di 6 V/m». Le misurazioni hanno evidenziato in particolare «la presenza di un campo elettrico intenso e costante in prossimità delle abitazioni, mostrando un sicuro raggiungimento dei limiti di sicurezza per la popolazione e, anzi, un loro probabile superamento. In un caso il valore rilevato è risultato prossimo al limite di attenzione stabilito dalla normativa».

I lavori del MUOS hanno già compromesso irrimediabilmente l'habitat dell'area naturale "Sughereta",Sito di Importanza Comunitaria (SIC). I crescenti processi di militarizzazione, con i loro effetti deleteri sulle attività produttive ed economiche, stanno contribuendo allo spopolamento delle campagne e al massiccio esodo verso il Nord di centinaia di giovani niscemesi. E come se non bastasse, nello sfondo, l'inquietante presenza della criminalità organizzata. A eseguire una parte delle opere per il MUOS sarebbe stata chiamata un'impresa contigua alle "famiglie" mafiose locali.

Il Politecnico di Torino ha pure rilevato che il nuovo terminale per le Stars Wars avrà pesantissimi effetti sul traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di Comiso, riconvertito ad uso di civile dopo avere ospitato negli anni '80 i 112 missili nucleari Cruise della NATO. «La potenza del fascio di microonde del MUOS è senz'altro in grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente», scrivono i professori Zucchetti e Coraddu. «Gli incidenti provocati dall'irraggiamento accidentale di aeromobili distanti anche decine di Km. sono eventualità tutt'altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali della Marina militare USA. I rischi d'interferenza investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante il sito MUOS. Nel raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km». Sigonella e Fontanarossa, tra l'altro, sono già oggetto delle spericolate operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli da guerra senza pilota Global Hawk, Predator e Reaper a disposizione delle forze armate USA e NATO.

Per gli studiosi del Politecnico, l'irraggiamento a distanza ravvicinata, di un aereo militare, potrebbe avereconseguenze inimmaginabili. «Le interferenze generate dalle antenne possono arrivare infatti a innescare accidentalmente gli ordigni trasportati. È quanto accaduto il 29 luglio 1967 nel Golfo del Tonchino alla portaerei US Forrestal, quando le radiazioni emesse dal radar di bordo detonarono un missile in dotazione ad un caccia F-14, causando una violenta esplosione e la morte di 134 militari. Tali considerazioni dovrebbero portare a interdire cautelativamente vaste aree dello spazio aereo sovrastanti l'installazione del MUOS».

Gli insostenibili pericoli per il traffico aereo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari sono del tutto noti ai tecnici statunitensi, al punto che sei anni fa fu deciso di dirottare a Niscemi il terminale MUOS destinato originariamente alla stazione aeronavale di Sigonella. A determinare il cambio di destinazione, le risultanze di uno studio sull'impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle grandi antenne (Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model), eseguito da due aziende statunitensi, AGI - Analytical Graphics Inc. e Maxim Systems. Nello specifico, venne elaborato un modello di verifica dei rischi di irradiazione sui sistemi d'armi, munizioni, propellenti ed esplosivi (il cosiddetto HERO - Hazards of Electromagnetic to Ordnance), ospitati nella grande base siciliana. Appurato che le fortissime emissioni elettromagnetiche del MUOS potevano avviare la detonazione degli ordigni, AGI e Maxim Systems raccomandarono i militari statunitensi di non installare i trasmettitori a Sigonella. Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l'esito negativo dello studio sull'impatto elettromagnetico. Nel corso dello speciale di Rai News 24 Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato, trasmesso il 22 novembre 2007, Gemma ha dichiarato che «una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso».

Contro il devastante progetto militare - mai discusso in sede parlamentare - si sono pronunciati tre consigli provinciali (Catania, Ragusa e Caltanissetta) e quasi tutti i Comuni vicini all'installazione USA di contrada Ulmo. In un primo tempo anche il Presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo, si era dichiarato contro il MUOS, poi con un repentino e più che sospetto giro di valzer si è trasformato in uno dei suoi più convinti sostenitori. Ciononostante comitati spontanei di cittadini, istituzioni e associazioni politiche, sindacali e ambientaliste stanno moltiplicando gli sforzi per ottenere la revoca delle autorizzazioni concesse per l'installazione delle mega-antenne. Dopo un corteo di protesta a Niscemi il 31 marzo scorso e un presidio a Comiso il 4 aprile in occasione del trentennale della grande manifestazione contro i missili nucleari Cruise, i No MUOS siciliani si ritroveranno a Niscemi il 29-30 aprile e l'1 maggio per una tre giorni di eventi e iniziative di sensibilizzazione.

«L'intero territorio dell'Isola ha già pagato altissimi costi sociali ed economici per le dissennate scelte di riarmo e militarizzazione», afferma Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. «Il recente conflitto in Libia ha consacrato il ruolo della Sicilia come grande portaerei per le operazioni di attacco USA, NATO ed extra-NATO in Africa e Medio Oriente. Dallo scalo "civile" di Trapani Birgi sono stati scatenati buona parte dei bombardamenti contro l'esercito e la popolazione civile libica. Sigonella è stata trasformata in capitale mondiale dei famigerati Global Hawk mentre prolifera ovunque l'installazione di radar per l'intercettazione delle imbarcazioni di migranti. Tutto ciò per perpetuare il modello di rapina delle risorse energetiche e arricchire i signori del complesso militare-industriale statunitense». Il MUOS, costato già più di sei miliardi di dollari, ha come principale contractor Lockheed Martin, il colosso a capo del dissennato programma dei cacciabombardieri F-35. Il dio di tutte le guerre ha sempre lo stesso volto di morte.

Articolo pubblicato in Lotta Continua, n. 2, aprile 2012.

dal blog di Antonio Mazzeo 

 
 
 
 

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