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Maxi-processo, tutto rinviato.


Sembra la storia di un condannato a morte che fa di tutto per rimandare la propria fine, ma che sa in cuor suo che prima o poi morirà. Questo è quello che sono riuscito a captare dai volti degli avvocati delle squadre deferite. Oggi hanno posto la prima eccezione, che gli è valsa il rinvio a lunedi del dibattimento. Certo è loro diritto leggere le carte per potersi difendere bene, ma il sesto senso dice che faranno di tutto per prolungare il maxo-processo. Alle 9.40 Cesare Ruperto, presidente della Commissione d'appello federale della Figc, aveva dato il fischio d'inizio al maxi-processo nel cuore dello stadio Olimpico, a Roma. «Buon lavoro a tutti - è stata la premessa di Ruperto - mi raccomando: non scivoliamo nella sommarietà. Chi mi conosce sa come agisco. Chi non mi conosce, imparerà a conoscermi». A mezzogiorno ecco la notizia dello slittamento, comunicato dallo stesso Ruperto: «Ci rivediamo lunedì, il programma non è fisso. L'unico elemento fisso è la meta: dobbiamo puntare alla giustizia».  Queste parole co confortano, GIUSTIZIA SUBITO, la CERTEZZA del DIRITTO è SACROSANTA.