non essere triste,

La bambola sporca


 "Ricordo bene quando la mia Livia, la bambina più ubbidiente che esista, si è fatta cogliere da una crisi isterica irrefrenabile, dopo l'incontro folgorante con l'oggetto dei suoi desideri. (...) Lei aveva un anno, non parlava e non camminava bene. Dal suo passeggino ha cominciato a gridare dalla pazza gioia cercando di farsi avvicinare alla vetrina dei suoi sogni: era piena di bambole di pezza. (...) eccola finalmente scegliere qualcosa di veramente suo. Una bambola da accarezzare, accudire, allattare. Ovviamente è stato impossibile resistere, così Livia ha avuto la prima di una lunga serie di esserini da nutrire con tazze di sassi e foglie in giardino. Vallo a dire alle femministe che negano l'esistenza dell'istinto materno." (C.Miriano - Sposati e sii sottomessa pp.73-74)Ricordo che non amavo le bambole. Quando me ne regalavano una mi prendeva quella strana sensazione allo stomaco che ho sempre provato davanti alle imposizioni. Probabilmente chi me ne faceva dono, riconosceva la mia femminilità. In realtà di femminilità ne avevo ben poca. Anche oggi nel guardare i vecchi filmini mi meraviglio nel vedere la rozzezza della mia camminata, la scarsa coordinazione e la poca grazia nel gesticolare: sembravo una scimmietta da addomesticare. Per farla breve, la strana sensazione allo stomaco compariva ogni volta che l'adulto svelava delle attese su di me, attese del tutto innocenti e legittime, ma che io percepivo come un desiderio, da parte dell'altro, di incanalarmi in un cliché contro la mia volontà. Ovvero, non è che non volevo essere femmina, solo desideravo che gli altri non si accorgessero di me, o meglio volevo arrivarci per conto mio ad essere femmina senza interferenze con gli schemi precostituiti della società. Dunque ero diversa nel manifestarmi rispetto alla piccola Livia di cui sopra. Livia vede la bambola, la desidera e la richiede con tutte le sue forze. Quando la ottiene le dedica tutte le sue attenzioni ed energie. Io desideravo e tacevo. Le tiritere sui sacrifici dovevano in qualche modo soffocato la mia spontaneità nel chiedere, tanto che anche oggi vorrei che gli altri si accorgessero delle mie necessità forte del fatto che io, le necessità degli altri le riconosco, le vedo e talvolta anche le prevedo. Desideravo invece avere i capelli lunghi, mentre i miei genitori erano convinti sostenitori che anche per le bambine i capelli corti erano più comodi. Per farli crescere dovetti arrivare a 12 anni, in estate. L'input me lo diede mia cugina Cristiana che era venuta in vacanza da noi. Mentre i miei genitori mi stavano portando dal parrucchiere, Cristiana mi chiese "ma perché non glielo dici?". La mamma allora volle sapere cosa avevo da chiederle e fu così che acconsentì, senza tragedie, a questo mio desiderio. Complicata vero? Insomma, desideravo e non ottenevo perché non mi rivelavo. Altresì ricevere un dono poteva mettermi in imbarazzo, vuoi che non ero capace di manifestare la gioia e in secondo luogo perché non mi volevo mostrare. Ecco perché odiavo il giorno del mio compleanno: non volevo essere al centro dell'attenzione. Amavo invece i pupazzi, di gomma o di peluche, le costruzioni, l'altalena. L'unica bambola ammessa tra i miei giochi era lei: la bambola sporca. Non ricordo chi me la regalò. So soltanto che era una di quelle bambole di gomma che chiudono gli occhi quando le sdrai. Aveva i capelli corti, mossi, castano scuro. In breve tempo la privai dei vestiti che aveva e la scarabocchiai dalla testa ai piedi. Mamma a quel punto la classificò tra i giocattoli da eliminare per dare spazio alle altre bambole più belle, ma da me totalmente ignorate. L'unico "essere" di cui volevo occuparmi, a cui volevo bene e che desideravo difendere era lei, la senza nome "la bambola sporca". E per tutti divenne la bambola sporca. Chissà se in essa si nascondeva la piccola "me" che non voleva essere vista da nessuno o se si nascondeva l'altro, "il bisognoso", l'essere che ti tende la mano e chiede aiuto, vista la mia naturale propensione nel gettarmi, dall'adolescenza ad oggi,  in attività di volontariato e caritatevoli?