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Capitolo 5


Arresti e uccisioni in Iran, Amnesty sollecita un'inchiestaAmnesty International ha espresso il proprio allarme per la recente ondata di violenza nella provincia iraniana del Kordestan e nelle zone limitrofe curde, che ha provocato almeno venti morti e centinaia di feriti, oltre a numerosissimi arresti tra cui quelli di noti difensori dei diritti umani e attivisti curdi. Amnesty International ha sollecitato il governo di Tehran a condurre un’inchiesta urgente, imparziale e indipendente e a renderne pubbliche le conclusioni.Tra gli arrestati figurano: Roya Toloui, attivista per i diritti delle donne, accusata di “disturbo alla pace” e “atti contro la sicurezza nazionale”; Azad Zamani, esponente dell’Associazione per la difesa dei diritti dei bambini; Jalal Qavami, giornalista e membro del comitato di direzione della testata “Payam e-Mardoum”; e Mahmoud Salehi, portavoce del Comitato organizzativo per l’istituzione dei sindacati. Le autorità hanno inoltre chiuso due quotidiani curdi.Secondo le ultime notizie, il governo iraniano ha inviato nella zona un ingente numero di soldati, sostenuti da elicotteri dotati di mitragliatrici. Amnesty International esorta l’Iran a rispettare gli standard internazionali in materia di condotta dei pubblici ufficiali, in particolare il diritto alla vita, alla libertà dalla tortura e dai maltrattamenti e alla libertà dagli arresti arbitrari.L’organizzazione per i diritti umani chiede alle autorità iraniane di fornire immediatamente i nomi di tutte le persone arrestate, chiarendo l’attuale luogo di detenzione, le ragioni dell’arresto e le eventuali imputazioni a loro carico. Tutti i detenuti dovranno essere trattati umanamente e dovrà essere loro consentito immediato accesso agli avvocati, ai familiari e ai medici qualora necessitino di cure sanitarie. Chiunque non sia accusato di un reato di accertata natura penale dovrà essere rilasciato immediatamente e senza condizioni.Roma, 9 agosto 2005