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Capitolo 5


Abdullah, il buon re saudita che perseguita i cristianiGiovedí 25.08.2005 16:31Di Antonino D'AnnaNon l'avrà presa bene, il Papa, la notizia che oggi rimbalza Asianews.it dall'Arabia Saudita: il re Abdullah, successore di Fahad, ha deciso di inasprire la persecuzione contro le religioni, in primis i cristiani. Che vengono perquisiti, specialmente se di nazionalità straniera e preferibilmente indiana, e non possono riunirsi per momenti di preghiera in casa e in privato. Tale e tanta è l'intolleranza, che l'ambasciatore indiano a Riyadh ha diramato un'istruzione per gli immigrati del suo paese, in cui si avverte che i casi di detenzione di indiani coinvolti in attività religiose nel regno saudita sono in aumento; per questo motivo, sono invitati a non portare in Arabia Bibbie, libri religiosi, foto, icone.Non è tutto: l'istruzione invita anche a non organizzare gruppi di preghiera in residenze private o svolgere attività di predicazione. Questo perché il governo saudita impedice la pratica di ogni religione diversa dall'Islam wahabita; e se negli ultimi anni era stata permessa la pratica in privato di altra religione, ora Abdullah ha deciso il giro di vite, eventualmente torturando gli infedeli grazie ad un'apposita polizia religiosa, la Muttawa. Occidentali che però sono i benvenuti se portano tecnologia, investimenti e produttività. Preferibilmente in dollari.Il Santo Padre ha incontrato i musulmani a Colonia. Ha chiesto loro, cambiando volutamente il testo del discorso, non di "rispettare" ma di "amare" reciprocamente i cristiani, facendo luce sugli errori storici delle Crociate e condannando il terrorismo. Re Abdullah, lei non prova neanche un po' di vergogna a perseguitare i cristiani in pieno XXI secolo? O l'importante è incassare qualche dollaro in più chiudendo un occhio sui ricchi occidentali e facendola pagare agli indiani?Musica- Dione warwick - i'll say a little pray