STOP al CARO-FITTI

Lo Stato è un buon amministratore?


Fino a circa il 1970 il bilancio dello Stato italiano era in ottima salute: lo Stato non spendeva più di quanto incassava e, ogni anno poteva vantare una situazione di pareggio, se non di lieve attivo di bilancio. Quando è scoppiata la crisi economica mondiale del 1973, con un enorme aumento del costo del petrolio (da 1,5 dollari il barile il suo costo è aumentato in pochi anni fino a 30 dollari il barile), le necessità di spesa dello Stato sono enormemente aumentate, soprattutto per fare fronte alla spesa sociale. Molte industrie entrarono in difficoltà e furono a vario titolo finanziate dallo Stato, molti lavoratori persero il posto e furono stipendiati con l'intervento della Cassa integrazione, il costo di molti prodotti aumentò notevolmente, costringendo lo Stato ad aumentare gli stipendi dei dipendenti pubblici. Iniziò così un lungo periodo in cui il bilancio dello Stato fu in perdita, tanto che oggi il passivo dello Stato (o disavanzo) è di circa 2,5 milioni di milardi di vecchie lire. Una cifra impressionanate, che dovrà essere assorbita nel corso dei prossimi decenni. Il compito economico delle prossime generazioni di italiani sarà proprio quello di recuperare questo enorme debito pubblico.