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Post n°42 pubblicato il 29 Aprile 2009 da antonellabuffardi
Naturalmente, nei Paesi democratici, non può avvenire, come nel Medioevo, che gli uomini siano costretti a eseguire per tutta la vita un determinato lavoro per altri. Perciò nella costituzione si legge: "la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società" (art. 4). Il lavoro viene considerato così importante nella nostra società, che quando un giovane finisce il proprio ciclo di studi ed entra nel mondo del lavoro questo passaggio viene vissuto come raggiungimento della maturità. In effetti, incominciando a lavorare il giovane trova una propria collocazione nella società, e acquisisce un'autonomia economica. Per lui si pone la responsabilità di iniziare a mantenersi. Il lavoro spesso qualifica la persona, al punto che l'indicazione del proprio lavoro è una sorta di conclusione della propria presentazione, ovvero una delle prime cose che due persone si chiedono reciprocamente al loro primo incontro. Il lavoro comporta anche l'assunzione di precise responsabilità, che sono il preludio a quelle che ci si assume quando si inizia una famiglia con il matrimonio. Nelle sue caratteristiche essenziali, il lavoro è una realtà semplice: si tratta di una persona che compie una prestazione, ricevendo in cambio una retribuzione o compenso. Quando una persona che lavora ha raggiunto un'età avanzata, può decidere di non continuare più il proprio lavoro. Se nel corso degli anni in cui ha lavorato ha accantonato parte della propria retribuzione in una riserva pensionistica, una volta messo di lavorare ha diritto ad una pensione, cioè ad un assegno mensile che gli garantisce il sostentamento fino alla morte. Anche nel corso della propria attività lavorativa tuttavia il lavoratore può incorrere in situazioni che gli impediscono di lavorare. Ad es. una malattia, un infortunio, o un licenziamento, a cui non segua un'immediata nuova assunzione: in questi casi si sono sviluppate nel tempo forme di garanzie, diverse a seconda se il lavoratore sia dipendente o autonomo, che lo proteggono nei periodi di invalidità o di forzata mancanza di retribuzione. |
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