IPERBOLE

UN'ALTRA VITTIMA INNOCENTE PER L'ERODE DI SEMPRE


Anche davanti alla morte ci sono figli e figliastri. Se fosse morto un soldato italiano impegnato in qualche inverosimile missione di pace, la notizia avrebbe avuto un titolo su sei colonne in  prima pagina, i telegiornali sarebbero andati in onda in edizione straordinaria e il fariseume imperante con la benedizione di qualche ambiguo cappellano catto-cristianista, avrebbe parlato di eroe morto per degli ideali che bla, bla, bla.Invece è morto un volontario, non un mercenario con le mostrine strapagato e armato di tutto punto, anzi è stato vigliaccamente assassinato un pacifista, per giunta comunista, che aveva deciso di dedicare le sue vacanze ferragostane ai bambini palestinesi, quindi il tragico evento per quanto notiziabile, non potendo competere con i morti in divisa, si è meritata un taglio basso in prima pagina con rimando nelle pagine interne.Si dirà, ma c'era la notizia degli attentati sventati nel Regno Unito, quelli che avrebbero potuto causare una strage nei cieli. E allora? La vita di un non violento che si spegne nel modo più cruento, vale forse meno di un'indagine di Scotland Yard?E poi chi mi assicura che tutto questo allarmismo da codice rosso non sia funzionale alla tattica di qualche finissimo stratega della guerra preventiva? O di un paio di cosiddetti statisti in crisi di credibilità?Qualcuno ha detto: "Finché non ammazzano un capo di Stato io non ci crederò, mi sembrano manovre per tenere buone le persone (farle vivere nel panico e nel terrore, aggiungo io) e bombardare..." Continuare a bombardare, come se niente fosse, prima in Iraq dove ogni giorno si macellano uomini come se fossero capi di bestiame in eccedenza; da un mese a questa parte si è scelto il Libano, un Paese quasi completamente distrutto nelle sue infrastrutture, dove oggi si sono registrati i raid più violenti dall'inizio della guerra. Un altro mattatoio in cui i carnefici "asimmetrici" e quelli tradizionali usano i civili e gli inermi come bersagli per il loro infame tiro a segno.Un sacco di plastica, quattro assi di truciolato come bara o un bianco lenzuolo di tessuto non tessuto per coprire i cadaveri. Come quello usato per il povero Angelo Frammartino, 24 anni ucciso sul basolato di una stradina di Gerusalemme, impegnato nel gioco più difficile e meno praticato, quello della Pace. Lavorava come animatore in una colonia di bambini palestinesi, il suo compito era divertirli, distrarli, farli sorridere; tenere lontano quanto più possibile da loro quella cieca violenza che lo ha colpito alle spalle in una sera d'agosto a due passi da Porta Erode. Un altro innocente per una strage che ogni giorno miete altre vittime per compiacere l'Erode di sempre."Beati gli operatori di pace, perché potranno chiamarsi figli di Dio" è scritto nelle Beatitudini. Di certo Angelo era un operatore di pace e può dirsi figlio di Dio. Non altrettanto possono dire certi loschi giani bifronte, gli statisti con la guerra nel cuore e nel portafoglio, i retori della pace e i cappellani che in combutta con il dio degli  eserciti frodano il Dio della Pace.