IPERBOLE

PERPETUA BRUCIA LA CASA DEL PARROCO


Her Ratzinger il papa fondamentalista del credo catto-vaticanista, ogni tanto si ricorda di essere stato prefetto dell'ex sant'uffizio, già santa inquisizione e veste i panni che più gli si aggradano, quelli di un Torquemada del terzo millennio che soffia sul fuoco dell'intolleranza per bruciare ogni tentativo di dialogo con chi professa una religione diversa dalla sua. Il Torquemada capostipite, reso famoso per i metodi inquisitori di repressione, prese di mira gli Ebrei e li combatté implacabilmente, il torquemada-ratzinger mostra invece una particolare avversione per i musulmani e non perde occasione per attaccare quella che rimane pur sempre la religione col maggior numero di fedeli. Del suo ritorno alle origini teutoniche sui luoghi di una memoria da santino incartapecorito si è detto e ascoltato di tutto, compresa la toccata e fuga in re min. di Bach, l'unica meritevole di essere ricordata, ma un'accorta regia ha abilmente omesso che si parlasse dei suoi trascorsi nella fervente gioventù nazista, fra le cui file militò precettato anche lo stesso her ratzinger. Un'oscura parentesi della quale non è bene che si sappia, anche perché ci ha pensato già lui con un carico da novanta a spostare di nuovo il tiro su quella che considera la sua "mission" rivendicare cioè l'esclusività di un rapporto con un dio del quale si ritiene l'agente monomandatario, tacciando tutti gli altri di fomentare con la loro religione l'odio e la violenza.L'infelice lectio magistralis sul rapporto fra fede e Ragione e la citazione di una frase di Michele Paleologo, l'imperatore bizantino che definì Maometto latore di "cose cattive e disumane"  ha scatenato le risentite e giuste reazioni del mondo islamico. Come da collaudata ipocrisia si condanna l'altro, l'infedele, l'apostata, l'agnostico e si fa finta di non vedere il verminaio nel quale sono proliferate tante di quelle guerre, poco sante, che con la benedizione di papi e cappellani hanno infestato il pianeta e cancellato intere civiltà in nome di non so più che cosa.Così come si condanna ciclicamente senza mezzi termini chi convive more uxorio e si definisce "contrario al sacramento indissolubile del matrimonio" ogni tentativo di uno Stato sovrano di legiferare laicamente per estendere i diritti civili alle coppie di fatto.Da che pulpito viene la predica, proprio loro che convivono gaudenti con finte perpetue e mogli di fatto, che si affidano alle amorevoli cure di badanti tuttofare e di segretari rigorosamente pederasti, si arrogano il diritto di imporre agli altri quello che il loro catechismo prescrive, salvo eccezioni riguardanti, puta caso, proprio il mondo del clericalume imperante votato ad una invereconda castità.  L'altro giorno in provincia di Messina una caliente perpetua trentanovenne, ex suora brasiliana e "governante tutto fare" ha bruciato la casa del parroco-amante perché, a suo dire, l'avrebbe lasciata per mettersi con un'altra, inoltre per vendicarsi dell'affronto aveva brandito anche un machete con cui voleva affettare l'infoiato settantenne pretacchione fedifrago.Una storia d'amore infuocata e bruciata dalla gelosia, una relazione suffragata da lettere d'amore e foto compromettenti per il prete paraninfo il quale per coprire il rapporto con l'ex suora aveva pensato bene di combinare anche un matrimonio con un "marito" poco contento e tanto cornuto. Notizie simili offrono lo spunto migliore per contestare tutte le stronzate che predicano e forniscono la giusta risposta per rispedire al mittente il pretesco diritto di influenzare con la loro morale dogmatica l'ordinamento e le Leggi di uno Stato che purtroppo continua a genuflettersi dinanzi ad un potere temporale che non ha niente del preteso Spirito Santo.