IPERBOLE

DALL'ULTIMO TRENO PER YUMA AL DOPPIO BINARIO


               
Addio binario triste e solitario! Dopo una secolare attesa, finalmente da stamattina anche il Salento è collegato al doppio senso di marcia della rete ferroviaria nazionale.Oggi è stato inaugurato in pompa magna il raddoppio della tratta Lecce-Bari, presenti tre ministri dell'esecutivo Prodi, fra i quali non poteva mancare il "Deputato di Gallipoli" quel Massimo D'Alema che qui è praticamente di casa, anche se da ultimo ha puntato la prua del suo "Ikarus" verso altri lidi. Massimo si vede sempre più di rado, eppure prima della calderolistica "porcata" questo era il suo collegio elettorale, a Gallipoli e dintorni ha lasciato un buon ricordo, insieme a qualche promessa elettorale non mantenuta forse non per colpa sua, ma per demerito di qualche industrialotto che ha preferito invertire la rotta per investire in Cina, o in qualche Paese dell'Est europeo, invece che nel depresso Sud-Est italico nel quale l'unico aeroporto che c'è forma e sforna i piloti dell'aeronautica militare e dove fino a ieri anche i treni viaggiavano a scartamento ridotto. Se il vice premier fosse più presente in zona, compatibilmente con i suoi impegni istituzionali, forse avrebbe il modo di ascoltare la gente (come dicono i megafoni destrorsi) e sentire gli umori della base che, pur continuando a stare dalla sua parte, mostrano qualche segno di insofferenza, con relativa, sonora fischiata, per il modo col quale è stata gestite "la fiera degli emendamenti" ovvero quella Finanziaria che pur presentata come "di rigore e di sviluppo" è finita per essere un "omnibus" sul quale è stato ricavato qualche scomodo comma-strapuntino per far salire anche i cercatori di miele selvatico nei boschi. D'accordo, siamo sotto Natale e il miele serve per addolcire non solo l'amara medicina prescritta dal dottor "mortadella" ma anche i nostri dolci, le "pittule" forse il più tradizionale dei dolci salentini i cui ingredienti essenziali, farina, sale e olio, insieme al vin cotto, ricordano i prodotti tipici di questa umilissima Terra spesso dimenticata dagli uomini e forse anche dal Buon Dio, sempre più distratto dai mielosi richiami dei tanti teo-dem e teo-con che, insieme agli atei devoti, vorrebbero associare il dio dei cristiani ad un Occidente che col passare del tempo ha smesso di essere un punto cardinale per diventare un semplice "accidente" della Storia, contrapposto ad un Oriente dal quale, giova ricordarlo, è venuto anche quel dio che dicono di adorare. Dopo l'elettrificazione della tratta, fino a qualche anno fa da Lecce a Bari e viceversa, si viaggiava con le motrici diesel e bastava mettere il naso fuori dal finestrino  per sentire tutta l'ebbrezza dei gas di scarico, è arrivato finalmente anche il raddoppio della strada ferrata che dovrebbe garantire tempi di percorrenza più brevi e meno disagi per i passeggeri del tacco d'Italia, molti dei quali, oltre ad essere dei pendolari, continuano ad infoltire la nutrita schiera dei nuovi emigranti senza più le valigie dei loro padri, valigie di cartone legate con lo spago, ma con trolley e ventiquattrore al seguito diretti verso quel Nord opulento nel quale non di rado sono, siamo, trattati da extracomunitari.Dall'ultimo treno per Yuma, così chiamavamo al tempo del liceo, la sferragliante littorina diesel (da littorio, il fascio tanto caro a Benito) che ancora circola sul monobinario di una ferrovia locale che collega i paesini del Salento, all'avveniristico (si fa per dire) intercity che collega Lecce a Milano sul nuovissimo doppio binario di una ferrovia sulla quale hanno viaggiato e viaggiano drammi, sogni e speranze.  Col doppio binario i collegamenti saranno più veloci e si spera che anche il turismo riceva una spinta propulsiva, allungando una "stagione" che non è fatta soltanto di sole, di mare e di coste incontaminate, ma di anche di un entroterra tutto da scoprire con cento paesini che conservano praticamente intatto un centro storico da cartolina. In questo periodo, qui come altrove, è tutto un fiorire di eventi che ruotano intorno al Natale, non c'è paese, rione o contrada che non stia programmando qualcosa, fosse anche un albero addobbato nella piazza principale o un concorso sul presepe più bello e originale allestito in casa. Ultime prove generali per i grandi presepi viventi, si accatastano le fascine per la "focara" il grande falò che sarà acceso la notte di Natale e aspettando il venticinque dicembre, in alcuni paesi all'alba quando ancora è buio pesto, sfila una piccola "banda" per suonare la Pastorale, nenie e canti natalizi che si spandono fra le stradine di paesini nelle piazzette dei quali fra qualche giorno ci sarà l'immancabile sagra delle "pittule" offerte in mille varianti da gustare inzuppate nel dolcissimo "vinu cottu" mosto d'uva non fermentato fatto cuocere a fuoco lento per un tempo interminabile, secondo una ricetta che si perde nella notte dei tempi. A proposito di tempi, i casaliberisti a giugno sostenevano che Prodi non avrebbe mangiato il panettone, che il suo governo non sarebbe arrivato a Natale, ma grazie al classico fattore "C" e ad una nutrita falange di arzilli ottantenni dell'S.P.Q.R. riuscirà a mangiare anche lo zampone, le lenticchie e a brindare al nuovo anno, bevendo anche alla salute di quelli che gli vogliono male e che già pensano alla sorpresa da fargli trovare nell'uovo di Pasqua. Previdenti!