IPERBOLE

IL NUOVO CORSO BUSCISTA ARRUOLA ANCHE I MORTI


    
Gli ultimi sondaggi lo danno in caduta libera, secondo Usa Today il 54 per cento degli americani lo considera uno dei peggiori presidenti della storia, idem per quello pubblicato dal Washington Post secondo il quale il 70 per cento degli intervistati disapprova la disastrosa condotta del comandante in capo nella tragica e sciagurata avventura irachena, ma lui, geoge, l'anatra azzoppata dalle elezioni di medio termine, crede ancora di essere un'aquila e di poter volare alto fregandosene sia dei sondaggi, sia delle raccomandazioni contenute nel rapporto Baker per il quale la strategia scelta dal presidente non funziona, la situazione in Iraq continua a deteriorarsi e solo un immediato cambio di rotta potrebbe ancora salvare l'Iraq dal caos e da una situazione esplosiva per l'intera regione. Ai miti e ragionevoli consigli dell'ex segretario di stato di bush padre, il bush figlio ha preferito quelli ben più folli di una combriccola di falchi guerrafondai e di affaristi neoconservatori senza scrupoli e senza cervello, annunciando un piano che trasformerà il pantano iracheno nella "palude delle vanità". Così definisce la posizione bellicista americana in Iraq un editoriale pubblicato l'altro giorno sul New York Times, in considerazione del fatto che la cosiddetta "nuova strategia" è stata pianificata da un gruppo di persone "incapace di ammettere di essersi sbagliato" perciò le scelte della casa bianca, più che servire l'interesse nazionale "servono a proteggere l'ego di george bush e dei suoi consiglieri" prefigurando un tragico scenario "vietnamita" visto che toccherà al successore di bush "inviare gli elicotteri nella zona verde per evacuare la gente dai tetti" così come avvenne a Saigon nel 1975. Il presidente bugiardo, lobbista e bellicista ha presentato il nuovo corso: "the new way forward". Un nuovo corso che ripercorre pedissequamente la vecchia strada lastricata di bugie, di menzogne e di arrogante inettitudine. Il cambiamento, si fa per dire, della strategia amerikana in Iraq è l'inevitabile risposta alla debacle di una guerra dichiarata "vinta" prim'ancora che si concludesse, le centinaia di migliaia di morti collezionati in questi anni stanno lì a dimostrare tutta l'incomparabile idiozia di un uomo che si fatica a considerare il presidente di quella che dovrebbe essere la più grande democrazia occidentale.  Lo sceriffo dal grilletto facile ha riconosciuto i suoi errori senza peraltro pentirsi più di tanto delle scelte fatte, anzi nel momento in cui ribadisce di voler risolvere il problema iracheno mettendo a disposizione altra carne (da macello) al fuoco cieco della violenza e dell'odio tribale, non fa altro che perseverare, diabolicamente, in quegli stessi errori che così orrendamente hanno caratterizzato la sua squallida avventura presidenziale, segnata da guerre, da attentati e dall'orrore quotidiano. Il contingente americano in Iraq aumenterà, altri ventimila potenziali bersagli andranno a schierarsi per "combattere il terrorismo" ed esportare la democrazia buscista infettata dal petrolio, altri marines schierati come inutili pedine su di uno scacchiere nel quale l'oro nero è l'unica motivazione, l'unico bottino di una guerra combattuta solo per mettere le loro mani sporche di sangue sui giacimenti petroliferi iracheni. Altri soldati da mandare al fronte, altre reclute da sbattere in prima linea con la fondata certezza di collezionare altre bare, forse anche per questo il Pentagono nei giorni scorsi ha richiamato in servizio (udite, udite) 75 militari già morti e sepolti e per questo impossibilitati a rispondere alla cartolina precetto e altri 200 militari feriti in battaglia che, essendo invalidi, non possono naturalmente riprendere le armi. I famigliari dei militari morti e destinatari, loro malgrado, della lettera incriminata, hanno protestato per il macabro richiamo alle armi dei loro congiunti defunti e il dipartimento della difesa americano è stato costretto ad ammettere il marchiano errore attribuendolo al mancato aggiornamento del database del sistema informatico. I soldati americani morti in Iraq hanno superato quota tremila e probabilmente i "cervelloni" americani non avevano preventivato un così altro numero di perdite, tanto da non riuscire a star dietro ad una tragica contabilità che di certo risente di una colpevole approssimazione per difetto.In una nota il Pentagono precisa che alla fine del 2006, sono stati richiamati alle armi anche 5.100 militari in pensione.L'amministrazione si è scusata con le famiglie per aver incluso nella lista i nominativi dei militari deceduti o feriti, quindi "impossibilitati a riprendere l'attività".Giorni fa leggevo un articolo che criticava aspramente la catastrofica politica estera buscista e definiva bush "lo Zorba americano" il quale guardando al suo grande progetto andato in frantumi pronunciò la memorabile frase: "Si è mai visto un disastro più splendido di questo?"I raid amerikani di questi ultimi giorni in Somalia, si inseriscono in questo "splendido disastro" e lungi dal raggiungere e annientare gli obiettivi dichiarati (il target è sempre il solito terrorismo islamista, vera fobia della psicosi buscista) hanno solo acceso un altro pericoloso focolaio di guerra, provocando un centinaio di morti fra i civili e il consueto esodo di nuovi e vecchi profughi.Sarà per quel cognome che si porta dietro, bush: cespuglio, ginepraio; sarà perché nomen omen, nefasta corrispondenza fra nome ed essere, ma le sue azioni, le sue scellerate decisioni rischiano seriamente di trascinare il mondo intero in un intricatissimo ginepraio. "Congratulazioni signor presidente, ha combinato un disastro infernale".