IPERBOLE

ASPETTANDO IL QUORUM CHE VERRA'


                 
Alle cinque della sera Prodi si ripresenta al Senato per un voto di fiducia che non sembra essere scontato, forse in settimana riuscirà a superare l'esame di riparazione al quale lo ha costretto una prassi costituzionalmente consolidata, ma il prof mi ricorda uno di quegli studentelli mediocri che un tempo, prima di essere definitivamente bocciati, venivano rimandati a settembre dopo aver sperperato un intero anno scolastico collezionando una pagella zeppa di insufficienze.  Un esame di riparazione che spesso era una presa in giro per gli stessi studenti che sovente finivano per essere promossi col benevolo aiuto di qualche docente accondiscendente e impietosito dal piagnisteo di mamme e papà esageratamente protettivi, senza comunque riuscire a colmare del tutto quelle lacune che inevitabilmente erano destinate poi ad allargarsi decretando delle sonore e inappellabili bocciature. Questione di tempo e anche Prodi, purtroppo, verrà bocciato, il "ragazzo" si impegna ma le sue capacità mostrano dei limiti acuiti da una carente "formazione" strutturale, di base, che sembra non sostenerlo abbastanza, considerando soprattutto il fatto che il soggetto si lascia facilmente distrarre da mille richiami che cercano in ogni modo di condizionarne il già pessimo rendimento.Lo stesso lessico da lui ultimamente adottato evidenzia quanto ormai il suo operato risponda a finalità eticamente incompatibili con la sua funzione di laico rappresentante di uno Stato nel quale la religione cattolica e i suoi più infervorati e febbricitanti rappresentanti clericali, siano ormai un partito trasversale che mina alle fondamenta l'ordinamento democratico di questo povero Paese, pericolosamente esposto a derive autoritarie a forte influenza clericale. Penso, senza entrare nel merito, al dodecalogo, ai dodici punti programmatici definiti "non negoziabili" da un Prodi intransigente e poco disponibile ad ascoltare gli altri, la base, quegli stessi altri che l'hanno votato turandosi il naso, pensando di trovare in lui almeno la brutta copia di uno statista democraticamente eletto per guidare un governo di centro-sinistra che facesse della laicità un principio non negoziabile, ma che invece  si sono ritrovati fra le scatole un re tentenna e travicello che regna ma non governa, attento com'è a non urtare la suscettibilità di un vaticano, che vaneggia di "principi non negoziabili" trovando nell'esecutivo Prodi-Ruini la corsia preferenziale per imporre nuovamente la dittatura dell'ipocrisia elevata a sistema, già ampiamente sperimentata durante la sciaguratissima era berlusconiana, una vera iattura le cui propaggini continuano a manifestare tutto il loro venefico effetto anche su di un esecutivo il cui premier è ormai in balia dei poteri più o meno occulti che da tempo devastano questo Paese. "Non avrai altro prodi all'infuori di me" un quasi delirio di onnipotenza, un altro dopo quello, patologico, di un certo silvio, il cui complesso di superiorità lo porta a presentarsi come l'uomo della provvidenza, entrambi però accomunati dall'essere già stati inquilini di un palazzo nel quale non dovrebbero più metter piede, a fronte di un disagio bipartisan che li vedrebbe entrambi volentieri in pensione.L'arroganza del potere è in genere spregevole, ma se viene dal centro-sinistra è ancor più ignobile, poiché mostra disprezzo per il popolo che ha solo lo strumento della protesta per manifestare il suo disappunto e la sua delusione per il modo col quale i suoi rappresentanti, derogando al mandato ricevuto, non mantengono le promesse (ma quando mai in Italia un parlamentare ha mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale?) e cambiano la piattaforma programmatica a seconda se il vento soffia da oltre Atlantico o da oltre Tevere. In Italia non si muove foglia senza che il vaticano o la casa bianca voglia e se quella foglia è di fico che va a coprire il vestito adamitico di un re che è già nudo di suo, allora è meglio non prestare ascolto alle sirene di una sinistra cosiddetta riformista molto sensibile ai richiami ammaliatrici di certi sirenetti che sembrano aver smarrito la bussola! Non me ne voglia il deputato di Gallipoli che è diventato Massimo grazie alla gente di un Sud che non sa più a che santo votarsi pur di riprendere solo a sperare senza scendere a compromessi con una destra populista e demagogica, per fortuna che c'è ancora un certo Cesare, il quale per essere nato da queste parti (dovrebbe venire più spesso quaggiù e non solo d'estate) forse conserva nel suo dna le radici di una tradizione antica e si oppone fermamente al tentativo di snaturare un partito che ormai non è più carne né pesce, un ibrido ideologico difficile anche da definire e per il quale anche la botanica si rifiuta di fornire altri appigli validi avendo già dato "margherite" e cespugli vari.  A volte mi sembra di essere l'insignificante signor nessuno, quale d'altronde sono, condannato a vivere per chissà quali colpe, in una poliarchia di stampo medievale nella quale vari poteri si combattono ferocemente fra loro, senza esclusione di colpi, per riuscire a primeggiare controllando zone sempre più vaste di un consenso che forse ha perso il lume della ragione affidando il proprio destino ad una risma d'incapaci vassalli vessatori, buoni solo ad inchinarsi per baciare mani sporche di sangue e pantofole puzzolenti di gentaglia alla quale neanche il buon Dio concederebbe la benché minima fiducia.