Randagio senza meta percorro l'incerto sentiero che sinuoso sul colle s'inerpica e lo sguardo lascio nel cielo di marzo sospeso. Gli occhi tuoi del mio mare pieni, languidi si sciolgono nell'orizzonte dischiuso sull'abisso di un cuore sparito fra le pagine di giorni laceri di vento e madidi d'acre tormento. In attesa del nulla, silente mi arrocco nella mia mente di rorida pioggia siderea e di quel fossile tempo che una musa con arte ancora disperde nel segreto di un sì mai sussurrato . Il prezzo del tuo tutto, il valore del mio niente, il truce baratto infido traspare nel gioco di un baro che amico pensavo. Eurialo e Niso, Castore e Polluce, le Pleiadi e fra quelle, bella fra le belle, resti tu,meteora eclissata dall'improvviso baluginare d'immemori equinozi uccisi dal Fato assassino fra le spire di un sogno svanito nel cieco, folle intrecciarsi d'ellissi smarrite e di mani che si cercano ancora. Su tutto Lilith sovrana ora e per sempre vindice domina, Ecate col suo scuro mantello il cielo ricopre e il cuore della nera signora nel buio apparente sanguina e si scolora. I miti di sabbia e di luce disvela, lenti scorrono nel vitreo vortice ventre dell'Eterna clessidra sempre gravido d'arcana prole e d'immane sventura. Universi paralleli venduti all'incanto, clienti spiantati dalla bieca sfortuna, cuori con violenza dal cielo rapiti, lubrici spettri consunti stanotte danzando bruciano nel gioco fatale della Luna e del Sole. L'eclissi blasfema di un credo mortale le schegge di luce nasconde e i versi furente sopprime nell'eco di un grido che la presaga notte sorprende nell'ora furtiva e dalle tenebre per celia nasce l'astro dell'amor ferente che il tuo nome porta ancora per celare fra le stelle quel che per me poteva essere e non fu mai.