IPERBOLE

LOTTO PER MILLE


     
Puntuale come le tasse, è arrivato lo spot "cercantino" dell'otto per mille commissionato dalla questuante chiesa cattolica per reclamizzare se stessa e "vendere" il prodotto delle sue cosiddette opere pie, un vero esempio di pubblicità ingannevole che anche quest'anno permette a lormonsignori di bussare a denari offrendo l'immagine edulcorata di una chiesa che sfrutta Dio e i poveri per foraggiare e sostenere i bisogni parassitari di una casta clericale dedita al culto del dio mammona.Di converso e in contemporanea, ho avviato con successo, nel mio piccolo, una campagna pubblicitaria alternativa, volta a strappare le pezze d'appoggio con le quali la chiesa cattolica tenta di s...cucire e di spillar quanti più quattrini possibili al popolo bue. Un vero e proprio "passaparola" il mio, per invitare quanta più gente possibile a rispondere "picche" ad un baro sempre più furbo e arrogante che usa la posta in gioco, il cocuzzaro dell'otto per mille, per finalità diverse da quelle propagandate con tanto di preti, croci e bambini, usati come specchietti per le allodole e come comparse di una inguardabile sceneggiata in cui chi ci guadagna è la chiesa cattolica, che specula sui bisogni della povera gente alla quale non giungeranno che le briciole di una torta annualmente preparata per festeggiare i mille, truffaldini cespiti del ricco Epulone papalino e della sua corte di ingordi parassiti di uno spirito poco santo del cosiddetto corpo mistico.Fosse per me taglierei loro i viveri, come peraltro già faccio da qualche tempo, preferendo destinare la mia quota dell'otto per mille a confessioni ogni anno diverse e comunque mai, e sottolineo mai, alla chiesa cattolica. Quest'anno poi, aderendo all'appello lanciato da Micromega per protestare contro "la crociata clericale della conferenza episcopale italiana e all'acquiescenza di gran parte del Parlamento ad essa" ho scelto di destinare il mio otto per mille all'Unione delle chiese metodiste e valdesi, che, al contrario della chiesa cattolica, ha sempre rispettato e anzi promosso le libertà e i diritti degli individui e si distingue dalla chiesa dei papi per l'utilizzo dei proventi dell'otto per mille, esclusivamente impiegati per finanziare opere di beneficenza e non per finalità diverse da queste, come invece fa la truffaldina chiesa di herr ratzinger, che attinge al pozzo senza fondo dello stato italiota per sostenere i suoi preti e le finalità di un culto nel quale anche la liturgia del "chiedete e vi sarà dato" diventa un mezzo molto spudorato, per incrementare gli utili. Per farsi una pallida idea del movimento di denaro che genera la chiesa dei preti e dei papi, basta navigare solo un po' su Internet e visitare il sito dedicato al cosiddetto "Sovvenire" oppure scorrere i bilanci, sempre parziali e forniti con notevole ritardo ed estrema riluttanza, con i quali si giustifica, per così dire, un accaparramento che non ho problemi a definire frutto di un'infida estorsione coercitiva legalmente autorizzata, fatta passare per obolo, offerta, un ladrocinio neanche tanto subdolamente perpetrato, che si vorrebbe ispirato dalla filantropia di un Vangelo nel quale il Lazzaro di sempre deve accontentarsi delle briciole che cadono dalla mensa imbandita del ricco Epulone. Un piccolo esempio, di come i soldi vengano poi effettivamente spesi; nel 2005, la chiesa catto-vaticana, ha ottenuto dal Ministero delle Finanze, la bellezza di 984 milioni di euro, proventi dall'otto per mille del gettito Irpef, una torta di quasi un miliardo di euro che la chiesa cattolica, mostrando una notevole coerenza con lo spot pubblicitario palesemente "ingannevole" in onda in questi giorni e un attaccamento filiale ai suoi principi fondativi, ha così diviso: 315 milioni di euro sono andati al sostentamento dei quasi 39 mila preti italioti, 155 milioni di euro sono stati spesi per le esigenze di culto e pastorale e solo, e sottolineo solo, 85 milioni di euro di quel montepremi iniziale vinto al "lotto" per mille dalla chiesa cattolica, sono stati effettivamente destinati ai tanto propagandati interventi caritativi.   E il resto? Che fine ha fatto il resto di quella somma che poi corrisponde a quasi la metà del totale? Non è dato ufficialmente sapere, stante il ritardo col quale vengono diffusi i bilanci, spesso confusi, poco chiari e la discrezionalità con la quale "chi finanzia chi" eroga fondi per promuovere certi progetti, che mi guardo bene dal definire "caritativi" o la costruzione di nuovi edifici di culto quando poi i vecchi restano squallidamente vuoti; perciò è interessante sapere che ben 60 milioni di euro di questa seconda parte che si perde in mille rivoli, sono confluiti in un fondo intitolato alla "catechesi e alla educazione cristiana".  L'uso dei fondi dell'otto per mille deve essere reso pubblico a norma delle disposizioni interne della conferenza episcopale, ma il rendiconto di tali fondi è il più diverso per criteri e trasparenza. Infatti, se non disaggregata, l'analisi delle varie voci risulta se possibile ancor più incomprensibile e difficile da interpretare anche per una qualificata società di revisione contabile; che significato attribuire, per esempio, ai tre milioni e ottocentomila euro versati alla "curia diocesana di Milano e centri pastorali diocesani" senza nessun'altra indicazione di spesa?Altro esempio, nel bilancio 2004 della conferenza episcopale, compare una nuova voce, generica quanto vaga: 30 milioni di euro spesi per "iniziative pastorali di rilevanza nazionale". La genericità di certe "voci" può dare adito a qualsiasi ipotesi e in un cimitero di "sepolcri imbiancati" qual è la chiesa cattolica, girano troppi soldi e troppi becchini!Interventi caritativi? Mah! Può darsi che io sia rimasto alla chiesa delle origini o agli Atti degli Apostoli, e non mi ricordi di un certo Gesù di Nazareth il quale non aveva neanche "una pietra su cui posare il capo" e scacciò con rabbia i mercanti dal tempio, quegli stessi mercanti che ora, vestiti da preti, campano vendendo il suo nome e spacciando come dio il vitello d'oro papale ingrassato dall'otto per mille e dal Concordato. Dato che una scelta bisogna comunque farla, è bene firmare esprimendo la propria scelta, altrimenti si corre il rischio, Dio non voglia, che per una strana e diabolica norma legislativa, la parte più consistente della quota assegnata all'otto per mille vada automaticamente a finire nelle casse della chiesa cattolica. La quale chiesa cattolica gode già di privilegi economici e tributari non indifferenti, dall'esenzione fiscale totale, comprese imposte su successioni e donazioni, per le parrocchie e gli enti ecclesiastici, ai finanziamenti (pubblici) per le scuole cattoliche (private) passando per il pagamento degli stipendi agli insegnati di religione (nominati dai vescovi) per finire alle intese stipulate ad hoc tra diverse Giunte e conferenze episcopali regionali riguardanti la gestione dei beni culturali ed ecclesiastici, il turismo religioso e la retribuzione del personale ecclesiastico presente negli ospedali. Ci mancava anche l'otto per mille, la classica ciliegina sulla torta, per sputare ancor più nel piatto in cui mangiano reclamando altro foraggio.Un sistema decisamente "scandaloso" prevede che la destinazione delle quote non assegnate dai contribuenti venga poi attribuita alle varie chiese e allo stato, in proporzione delle scelte espresse, un meccanismo che di fatto premia la chiesa cattolica, la quale si vede attribuire "col trucco" un sostanzioso premio di maggioranza che poi è quello che fa la differenza. Nel 2004, per esempio, solo il 38% degli italiani ha espresso una scelta, l'87% dei quali per la chiesa cattolica; l'otto per mille del restante 62% degli italiani, è stato diviso in proporzione tra le varie confessioni religiose (ad eccezione dei valdesi) e lo Stato, in base alla percentuale di preferenza dei contribuenti che hanno invece specificato la loro scelta. Il che significa che la chiesa cattolica ha incamerato non solo l'87% dell'otto per mille di chi ha scelto, ma anche l'87% di chi non ha scelto, convinto magari che così facendo dava a tutti in parti uguali e invece no, perchè la chiesa cattolica, grazie ad una legge...ad ecclesiam, ha incassato quasi un miliardo di euro mentre le altre confessioni, tutte insieme, non hanno superato i 20 milioni di euro. Ergo, la maggior parte delle entrate dell'otto per mille derivano alla chiesa catto-vaticana dalla spartizione delle scelte "non espresse". Così, nel 2005 il totale dell'otto per mille andato alla chiesa cattolica è stato di 984 milioni di euro, dei quali 346,2 derivanti da scelte espressamente indicate e ben 637,7 dalla spartizione delle scelte non espresse (usando, per precisare questa ripartizione, la percentuale dell'88,83% di opzioni a favore della chiesa cattolica che è l'ultimo dato disponibile relativo al 2002).Ecco perché è imperativo firmare, almeno per far scendere quella percentuale-capestro tesa a favorire chi già incassa il premio di maggioranza e abusa della sua posizione predominante come se fosse una rendita vitalizia, e indicare, l'Unione delle chiese metodiste e valdesi, considerando soprattutto le finalità e lo slogan scelto dalla chiesa di Valdus per la campagna di quest'anno, che così recita: "Un pozzo per l'acqua, un profilattico contro l'aids, un sorriso alla vita."Uno slogan che rende evidente un tema controverso, come quello del preservativo e della lotta contro il terribile virus dell'Hiv, sul quale tra valdesi e chiesa cattolica, il disaccordo è completo.Dichiaratamente antitetica a quella vaticana è anche la scelta dei valdesi di dare il 100% dei soldi raccolti attraverso l'otto per mille alla solidarietà: "Nemmeno un euro viene utilizzato per le attività di culto...Non sono soldi nostri" chiarisce il teologo valdese Paolo Ricca "sono soldi dello Stato che le Chiese pensano di gestire con il valore aggiunto della loro particolare identità."I valdesi sin dall'inizio hanno scelto la via della trasparenza nella gestione della loro quota dell'otto per mille: sul sito www.chiesavaldese.org è consultabile l'elenco di tutti i 217 progetti finanziati nel 2006 con i soldi pubblici e delle associazioni ed enti che li hanno realizzati. A scorrere l'elenco dei progetti si trovano fra l'altro, progetti di prevenzione e di educazione contro l'aids in Africa, uno sportello per gli immigrati in Sicilia, programmi di sviluppo rurale in Brasile e in Centroamerica e iniziative di microfinanza in Tanzania.Un altro dato molto eloquente è quello destinato agli interventi caritativi nel Terzo Mondo: la chiesa cattolica dall'alto della sua universale ipocrisia lascia cadere le briciole, appena l'8,1 di quanto introita; i valdesi invece impegnano il circa il 30% della quota loro attribuita dall'otto per mille senza la reclamizzante demagogia catto-clericale che "sfrutta" l'immagine di Madonna Povertà per fare cassa e "sostenersi" appoggiandosi alle spalle di chi sta peggio.Un messaggio pubblicitario di solito reclamizza un prodotto, ma quando le "qualità" reclamizzate con tanta enfasi, nel caso specifico, dalla chiesa cattolica, si dimostrano diverse da quelle propagandate, allora è inevitabile cambiare preferendo chi dimostra perlomeno più coerenza. Certo, l'ideale sarebbe quello di lasciare alla libera scelta di ognuno la possibilità di preferire una qualsiasi "chiesa" senza passare per le forche caudine dell'otto per mille, agganciato alla dichiarazione dei redditi, ma finché vige questo sistema, ingiusto e poco trasparente, è meglio scegliere il "male" minore e regolarsi di conseguenza. Specie pensando al modo col quale la conferenza episcopale italiana spende i soldi incassati con le quote irpef, che è ben diverso da quello contrabbandato dagli spot pubblicitari che in questo periodo abbondano su radio, televisioni e giornali.A mio parere, per salvaguardare la volontarietà contributiva e la laicità aconfessionale, meglio ancora il laicismo, tema a me particolarmente caro, bisognerebbe abrogare l'otto per mille (e il Concordato) a favore di quello che adesso è il cinque per mille, le cui finalità scientifiche e  sociali meriterebbero di essere adeguatamente sostenute e finanziate.P.S. Sarebbe interessante sapere quanto spende ogni anno        la chiesa cattolica per finanziare la campagna          pubblicitaria dell'otto per mille.        Il gioco, evidentemente, vale la candela, perchè più sale         la percentuale di quelli che scelgono di firmare per la         chiesa cattolica e più sale, per il meccanismo di cui sopra,        la percentuale con la quale determinare (e incassare)        la quota rinveniente dalle scelte non espresse.