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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« E VOI PERCHE' GLI AVETE...EPIGRAFE TOMBALE DI UN C... »

IN FORMA DI LETTERA APERTA

Post n°632 pubblicato il 01 Marzo 2011 da bargalla

     


Mi chiedo cos'altro deve ancora succedere prima che certi eminenti burattinai recidano i fili che li legano ai loro onorevoli burattini concedendo a molti di loro perfino il beneficio di strappare il copione concordato e di recitare ad libitum non prima di aver indossato quella maschera che si chiana ipocrisia il cui etimo ben evidenzia un interesse di facciata che rende tutti loro così simili ai sepolcri imbiancati di evangelica memoria.
Conosco molto bene il modus operandi del clericalume imperante e so quanta e quale influenza eserciti sul fariseume trionfante, non dovrei stupirmi più di tanto per tale nefasto ascendente, eppure fatico a rassegnarmi all'idea di una chiesa non più ecclesia, ma cupola, camarilla, centro di potere e comitato d'affari. Quel che di marcio accade, avviene col beneplacito dei pupari in...tonacati, falsi e corrotti tanto quanto certi pupi che, partiti per la tangente, vanno ora per la maggiore o forse si illudono che così sia, si peritano perciò di essere bigotti e accondiscendenti fino alla sciocca piaggeria proprio perché sanno che un provvidenziale colpo di forbici può sempre tagliare quel filo doppio che lega gli uni agli altri in un perverso disegno che la Storia ogni tanto intesse intorno a papi che pensano di essere anche ostetrici e ginecologi (l'aborto terapeutico non esiste, ipse dixit herr ratzinger) e a sedicenti statisti d'infima tacca i quali più che promuovere il Bene Comune e inculcare il senso civico a cittadini ridotti a sudditi, passano il loro tempo a inculare, pardon, a infinocchiare un popolo bue e credulone, a servirsi dello Stato per distruggere la Res Publica, a coltivare i propri sporchi interessi e promuovere quella beata ignoranza grazie alla quale c'è sempre qualcuno che si arroga il diritto di pensare per conto terzi.  

L'attualità italica da qualche tempo è sempre incinta, come la proverbiale mamma dei cretini che invece di abortire eliminando certe notissime tare genetiche connaturate al suo essere un ibrido teocratico coltivato in vitro dall'eversore di turno, partorisce una politica mostruosa ed eversiva certo degna dei vizzi lombi di cotanti padri e delle conseguenti torme di
minus habentes incapaci di discernere il grano dal loglio.  
L'aberrante frutto di una copula contro natura, direbbe il mio vecchio Prof di filosofia pensando al rapporto che in Italia lega indissolubilmente il trono e l'altare, una perversione nata nel momento in cui i preti hanno rubato a Dio quel che era di Dio sottraendo a Cesare perfino il diritto di esercitare il potere temporale senza avere sul collo il fiato mefitico di una gerarchia ecclesiastica deviata che ogni giorno di più si dimostra lontana dall'ideale evangelico e diabolicamente collusa con quanto di peggio possa esprimere una società preda dei peggiori istinti in cui a prevalere sono il falso perbenismo e gli interessi di parte, diventando essa stessa fautrice di una mutazione antropologica e culturale, oltre che religiosa, i cui deleteri effetti sono sotto gli occhi di tutti. 

Mi domando l'origine di tale indulgente complicità e, pur conoscendone la risposta, rifiuto di rispondere quasi che la verità potesse rendermi veramente libero e non più prigioniero di una morale dogmatica che
relega e rimanda nell'escatologia degli ideali traditi, salvo giustificare l'indifendibile comportamento del potente di turno verso il quale hic et nunc si mostra acquiescente e contestualizza la sua immoralità pregustandone il tornaconto ed evitando soprattutto di rivolgersi al novello tetrarca esclamando "Non ti è lecito!"
Era da tanto che volevo scrivervi, reverendi padri delle mie rotanti sfere, e ho evitato finora di farlo nella vana speranza di poter esser ancora fiero di professarmi "cattolico, apostolico e romano".
Ma non sono più niente di tutto questo! Forse è un bene, tuttavia per colpa vostra non vado più in chiesa, per colpa vostra sono diventato figlio della miscredenza e del dubbio, per colpa vostra non mi accosto più ai sacramenti e dubito che potrò farlo ancora, specie al pensiero di essere diventato anche anticlericale; ma non certo ateo, avendo dalla mia un intimo bisogno di Dio che mi porta, come il Poeta, ad affermare: "Ovunque il guardo giro, Immenso Dio ti vedo"! Faccio mio il tormento di Dostoevskji: "Quali terribili sofferenze mi é costata, e mi costa tuttora, questa sete di credere, che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quanto più forti mi appaiono gli argomenti contrari."

Dovreste solo tremare all'idea che voi, reverendi padri, per quelli come me ormai fate parte, purtroppo a pieno titolo, degli
argomenti contrari. Sputate sentenze, vi rotolate come porci nello sterco del diavolo, volete avere il monopolio sullo spaccio dei valori non negoziabili e intanto lucrate sia sulla nascita che sulla fine della vita dei vostri adepti. Perché è di questo che si tratta: lucro, nient'altro che vile pecunia!
Forse bisognerebbe mettere insieme gli scritti di Guglielmo da Ockham, Caterina da Siena e Martin Lutero per cercare di dar voce ad un disagio interiore, da sempre talmente comune ed evidente nella comunità ecclesiale, mai così lontana dalla gerarchia clericale, dinanzi al quale disagio perfino il cammello di evangelica memoria s'imbizzarrisce rifiutando di attraversare la cruna di un ago che la vostra incoerenza ha allargato a dismisura facendovi ipocriti servi di due padroni.
Mi domando se Dio e mammona possano convivere nei cosiddetti sacri palazzi apostoli, mi chiedo se il giovane ricco possa ancora abbracciare la sua croce e servire quel Prossimo dal quale ogni giorno vi allontana un modus vivendi da sfacciati e ricchi epuloni, in stridente contrasto col dettato evangelico e così complici di un potere temporale da Cristo stesso avversato, fino a indurvi ogni giorno a confondere Dio e Cesare, facendoli vostri sgabelli per usurpare il trono e l'altare, a tradire soprattutto la Buona Novella e a crocifiggere il Lazzaro di sempre raccontandogli la storiella di un Regno dei Cieli ad uso e consumo di un potere falsamente spirituale esercitato raschiando il barile di un depositum fidei del quale i più lungimiranti fra voi iniziano a vedere il fondo.

Forse è bene che tutto questo accada, d'altronde voi siete la più evidente manifestazione di quel
Mysterium iniquitatis di cui Paolo ha scritto (2 Ts 2,7) e sul quale la chiesa col suo insegnamento "dottrinario" (oserei dire) ha sempre taciuto. Proprio perché è nella chiesa che il male s'annida, riconoscerlo sarebbe come schiudere le uova di un serpente covate nel luogo dei falsi trionfi dal "dogma del fallimento del cristianesimo nella storia del mondo" come ebbe a scrivere il compianto Sergio Quinzio.
Dovreste andare a Canossa e, invertendo i ruoli, fare il percorso inverso che ogni giorno vi porta a bussare a denari, reclamando prebende e privilegi, a scendere a compromessi tradendo quel Cristo di cui è impossibile che voi possiate essere degli "alter" essendo voi intimamente tutt'altro e lontanissimi dal Gesù di Nazareth.
Mi chiedo se fra un impegno politico e l'altro, trovate ancora il tempo di recitare il Breviario o il Santo Rosario o, magari di celebrare Messa pensando che in fondo, come scrive Nietzsche, è esistito un solo Cristiano ed è morto sulla Croce. Come potere pensare di essere credibili se i primi ad essere in debito con quel che predicate siete proprio voi che razzolate male? Dovreste riscoprire le origini e la bellezza di un messaggio che la vostra incoerenza ha snaturato fino a renderlo palesemente falso, è la vostra stessa condotta di vita a dimostrarlo poiché "è dal frutto che riconoscerete l'albero".  

Che Dio abbia pietà di voi, che quel Cristo di cui abusate fino a servirvene quasi fosse un'ideologia politica e un prodotto commerciale, possa un giorno chiedervi il redde rationem senza "contestualizzare" il mercimonio che del Suo Nome fate con il ricco epulone di sempre, l'attuale si chiama forse silvio?
Per parte mia non posso che parlar chiaro (vi dice niente la parresia?) e biasimarvi fino al punto da scrivere un post in forma di lettera aperta che forse non leggerete mai. 

 

 
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