Cina e Italia...

03/01/07 - L'Italia contro la pena di morte


L'Italia muove per vie ufficiali contro la pena di morte. Su sollecito del radicale Marco Pannella (impegnato nello sciopero della fame) e garanzia del Presidente del Consiglio Romano Prodi, attraverso l'ambasciatore italiano all'Onu Marcello Spatafota, l'Italia ha chiesto al presidente del Consiglio di Sicurezza Churkin di riprendere in considerazione la moratoria universale della pena di morte, affinché in nessun paese del mondo sia più possibile uccidere legalmente. Nella sua prima dichiarazione alla stampa da segretario generale Onu, Ban ki-moon dice di non voler escludere il sollecito riguardo alla questione, posta, ricordiamo, dall'Assemblea generale con un documento emesso lo scorso dicembre. Ban ki-moon aggiunge, però, che "La pena di morte è una questione la cui decisione spetta a ogni singolo Stato" rimandando alla sovranità di questi la decisione. Da Parigi il portavoce del ministero degli Esteri francese, Jean-Baptiste Mattei, comunica il sostegno all'iniziativa dell'Italia, ribadendo l'allineamento con i partner europei, mentre da Roma ci giunge la notizia che Marco Pannella ha deciso di sospendere per due giorni lo sciopero della sete a causa delle sue rischiose condizioni di salute. Il Presidente del Consiglio sollecita la totale sospensione dello sciopero sulla base di un'accoglienza positiva da parte dei Paesi europei. Le statistiche dell'associazione "Nessuno tocchi Caino" indicano tra i primi due posti per numero di esecuzioni nel 2005, Cina (con 5000 esecuzioni capitali) e Iran (con 113 esecuzioni). Si spera in un impegno concreto dell'Onu per porre fine alla barbarie di un sistema epurativo contrario ai diritti umani e di nessuna utilità alla società.