Cina e Italia...

08/01/07 - Raid della polizia cinese nello Xinjiang: uccisi 18 terroristi


(Fonte Asianews) Il 5 gennaio scorso, secondo fonti della polizia, è stato portato a termine dalle autorità cinesi un raid per attaccare un presunto covo di terroristi. E' avvenuto nel Xinjiang, nei pressi del confine pakistano. Il bilancio è di 18 morti e 17 presunti terroristi messi agli arresti, mentre uno degli ufficiali della polizia cinese è morto in azione ed un altro è stato ferito. Tutti i presunti terroristi, che sarebbero legati ad al-Qaeda ed addestrati dal Movimento islamico del Turkestan orientale (Etim), sono, secondo le autorità cinesi, tutti di nazionalità uighura che ricordiamo essere una minoranza etnica su una regione - il Xinjiang - occupata dalla Cina nel 1949, alla fine della rivoluzione comunista. Per essere più precisi il Xinjiang è diventato ufficialmente parte della Cina nel 1946, quando a Yalta - con l'avallo di Stalin - si decise l'annessione alla Cina di Chan Kaishek. Si ricorda che nel 1945 una ribellione anti-cinese condotta dalle minoranze locali ha portato alla fondazione della cosiddetta Repubblica del Turkestan Orientale smantellata all'indomani dell'incontro di Yalta. Durante la Rivoluzione Culturale - periodo di radicale e violenta repressione maoista -, molte sono state le restrizione all'etnia uighura. Le Guardie Rosse, infatti, provvidero alla chiusura di tutte le moschee di Urumqui - capitale provinciale -, distrussero ogni copia del Corano e qualsiasi traccia della vecchia scrittura araba, sostituendo i caratteri con quelli cinesi, senza contare che alle restrizioni di carattere culturale e religioso si aggiunge una presenza forzata di dirigenti e migranti della Cina comunista che esercitarono uno strapotere oligarchico, tagliando fuori dalla vita politica ed economica le popolazioni autoctone. Solo negli anni '80 si vedranno riaprire alcune moschee in seguito alla politica di "apertura" di Deng Xiaoping che, per contro, mantenne - come oggi avviene - un forte controllo delle attività religiose. Dal 1979 poco o nulla è cambiato e allora come oggi, il governo di Pechino riscontra il proliferare di gruppi separatisti di radice fondamentalista. La cosa ha del singolare, tanto che nel settembre dello scorso anno il ministero degli Esteri cinese ha accusato un'esiliata politica, candidata al premio Nobel per la pace 2006, di connivenza con gruppi terroristici separatisti.Pubblicato sul sito dell'associazione culturale Versoriente al link:http://www.versoriente.net/default.asp?riferimento=dettaglioArticolo&idArticolo=73