Cina e Italia...

15/01/07 - Esagerazioni mediatiche: Il governo del Papa secondo Colombo


In riferimento all’editoriale de L’Unità di domenica 14 gennaio 2007 di Furio Colombo, vorrei esprimere una personale opinione. Partiamo dai fatti. L’11 gennaio 2007 il Pontefice incontra il sindaco di Roma (Veltroni), l’amministratore della provincia (Gasbarra) e della regione (Marrazzo) nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.In questa sede Benedetto XVI esprime un giudizio sui pacs, definendo “Pericolosi e controproducenti quei progetti che puntano ad attribuire ad altre forme di unione riconoscimenti giuridici impropri, finendo inevitabilmente per indebolire e destabilizzare la famiglia legittima fondata sul matrimonio”. Il Papa fa appello, inoltre, alla responsabilità degli amministratori per sviluppare una politica a favore del nucleo familiare. La critica all’intervento del Pontefice da parte dell’editorialista Furio Colombo scaturisce da una frase pronunciata dal deputato della Margherita Renzo Lusetti. Questo – rivolgendosi ad alcuni esponenti della Rosa nel Pugno che esortavano i vertici istituzionali ad ignorare le dichiarazioni del Papa e proseguire esclusivamente nel bene della comunità - ha invocato più rispetto per il Santo Padre. Forti i toni di denuncia da parte dell’editorialista de L’Unità, che giudica invasiva la condotta – non solo in questo frangente - di Benedetto XVI responsabile di rendere “ingovernabile l’Italia” separando “in modo drammatico credenti da non credenti e dilaniando la coscienza di molti credenti”. Critica l’uso dell’indicativo presente negli interventi del Pontefice, quasi fosse un imperativo, e la carenza di espedienti che si addicono ad un linguaggio diplomatico. Colombo incalza facendo riferimento alla grande ed indubbia influenza della Chiesa nell’opinione pubblica del popolo italiano e a quanto questa possa decidere le sorti di un referendum o di un’importante decisione che possa mettere a repentaglio la buona cristianità dell’individuo. A mio avviso sono lontani i tempi in cui la Dc la faceva da padrone “scomunicando” – se mi si passa l’ironia del termine – coloro che non si allineavano con i dettami della Chiesa. Oggi, com’è giusto che sia, il cittadino italiano esprime con laicità le sue scelte, pertanto non riconosco il pericolo di una divisione così netta tra “eretici” e “puri di spirito”; il confronto si estende in una ben più una larga zona grigia. Pur essendo d’accordo con quanto Colombo dice riguardo al matrimonio, asserendo che questa istituzione è protetta sia dal vincolo religioso che da quello civile – fugando pertanto ogni qualsivoglia tentativo di dichiararlo sotto scacco – reputo la sua invettiva ne “Il governo del Papa” alquanto esagerata. Penso invece che questo genere di denunce sia uno dei motivi di spaccatura tra l’elettorato di sinistra e quello di destra, i cui rappresentanti ultimamente – lo scorso 2 Dicembre 2006 ne è stato una prova – tendono a farsi depositari e propalatori di valori altresì universali, gettando sulla sinistra un’ombra da “caccia alle streghe” che ben si addice alla dialettica del Cavaliere (con i suoi “guerrieri della libertà”).