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Il turismo in Tibet e la ferrovia Qinghai-Tibet
Roma - 04/05/2007 - Il Dipartimento per il Turismo del Tibet ha promesso di bloccare quest'anno i prezzi dei biglietti per l'ingresso a tutti i siti di interesse turistico. Dall'apertura della ferrovia Qinghai-Tibet - avvenuta il 1 Luglio 2006 - il Tibet ha registrato un afflusso di visitatori di circa 116.000 persone nel primo trimestre con conseguente aumento del business di 105 milioni di yuan (13.64 milioni di dollari americani).
Tra i luoghi più visitati il Potala - un tempo dimora del Dalai Lama, prima della fuga a Dharamsala in India - che riceve 1.400 visite al giorno. A causa del continuo afflusso di turisti in visita al palazzo sacro del Buddismo, l'ufficio preposto sta studiando dei piani per regolare il numero di visitatori giornalieri, al fine di salvaguardare l'integrità dell'antico palazzo.
Il tratto di ferrovia che collega la provincia del Qinghai a Lhasa - capitale provinciale del Tibet - ha apportato notevoli cambiamenti nell'economia della regione autonoma - prima raggiungibile solo via terra o con velivoli - facendo sperare l'amministrazione in un volume d'affari nel 2007 di 3.4 miliardi di yuan.
Se da una parte l'aumento dei guadagni del settore turistico registrato dopo l'apertura della ferrovia Qinghai-Tibet ha portato vantaggio quantomeno all'erario della regione autonoma, da un'altra, i collegamenti facilitati con il resto della Cina sembrano essere uno svantaggio per i tibetani. Il suolo tibetano, infatti, è ricco di giacimenti di petrolio, carbone, uranio, oro e rame che rappresenterebbero, secondo la ong Free Tibet Campaign, il 40 percento delle risorse minerarie cinesi. Si teme, quindi, che i materiali estratti in Tibet vadano a colmare le richieste delle regioni interne cinesi, senza perciò portare vantaggio agli abitanti della regione autonoma del Tibet.
(Fonte: Xinhua, Asianews)
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