Creato da Antwistle il 25/01/2007
Blog di notizie sulla Cina e sull'Italia, con una sezione dedicata alle recensioni dei libri letti da Antonio Liaci

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Inviato da: Anonimo
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Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog...
Inviato da: Anonimo
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Grazie per il suggerimento che mi hai passato!! .. Un...
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Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 04 Maggio 2007 da Antwistle

Il turismo in Tibet e la ferrovia Qinghai-Tibet

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Roma - 04/05/2007 - Il Dipartimento per il Turismo del Tibet ha promesso di bloccare quest'anno i prezzi dei biglietti per l'ingresso a tutti i siti di interesse turistico. Dall'apertura della ferrovia Qinghai-Tibet - avvenuta il 1 Luglio 2006 - il Tibet ha registrato un afflusso di visitatori di circa 116.000 persone nel primo trimestre con conseguente aumento del business di 105 milioni di yuan (13.64 milioni di dollari americani).
Tra i luoghi più visitati il Potala - un tempo dimora del Dalai Lama, prima della fuga a Dharamsala in India - che riceve 1.400 visite al giorno. A causa del continuo afflusso di turisti in visita al palazzo sacro del Buddismo, l'ufficio preposto sta studiando dei piani per regolare il numero di visitatori giornalieri, al fine di salvaguardare l'integrità dell'antico palazzo.
Il tratto di ferrovia che collega la provincia del Qinghai a Lhasa - capitale provinciale del Tibet - ha apportato notevoli cambiamenti nell'economia della regione autonoma - prima raggiungibile solo via terra o con velivoli - facendo sperare l'amministrazione in un volume d'affari nel 2007 di 3.4 miliardi di yuan.
Se da una parte l'aumento dei guadagni del settore turistico registrato dopo l'apertura della ferrovia Qinghai-Tibet ha portato vantaggio quantomeno all'erario della regione autonoma, da un'altra, i collegamenti facilitati con il resto della Cina sembrano essere uno svantaggio per i tibetani. Il suolo tibetano, infatti, è ricco di giacimenti di petrolio, carbone, uranio, oro e rame che rappresenterebbero, secondo la ong Free Tibet Campaign, il 40 percento delle risorse minerarie cinesi. Si teme, quindi, che i materiali estratti in Tibet vadano a colmare le richieste delle regioni interne cinesi, senza perciò portare vantaggio agli abitanti della regione autonoma del Tibet.

(Fonte: Xinhua, Asianews)

 
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Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 26 Aprile 2007 da Antwistle
 
Tag: News

Wen Jiabao: un team per ridurre consumi energetici e inquinamento

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Roma 26/04/2007 - Il premier Wen Jiabao e il vice premier Zeng Peiyan saranno a capo di una commissione per la riduzione dei consumi energetici e dell'inquinamento, per perseguire gli obbiettivi fissati dal governo cinese nel piano quinquennale che va dal 2006 al 2010. In una riunione del Consiglio di Stato avvenuta ieri, in cui è stato esaminato il problema della protezione ambientale, il premier Wen ha attirato l'attenzione sulla necessità di ridurre considerevolmente i consumi ed il livello di inquinamento, in un Paese in cui vi è una continua crescita dei settori economici ad elevata richiesta energetica ed elevato tasso di inquinamento. Wen ha esortato le imprese ad attenersi strettamente alle attuali leggi sulla protezione ambientale.
La Cina dovrà ridurre del 20 percento il consumo energetico domestico e del 10 percento gli scarichi di biossido di zolfo (SO2) e la domanda di ossigeno chimico (COD) nell'arco di tempo che va dallo scorso 2006 al 2010, cercando di evitare i deludenti risultati dello scorso hanno in cui la riduzione di consumo energetico domestico è stata del 1.2 percento, contro i 4 punti percentuali stabiliti.
In aggiunta alla discussione sollevata dal premier, il SEPA (State Environmental Protection Administration), l'organo preposto alla supervisione degli equilibri ambientali, ha preparato ieri un provvedimento, ancora sotto forma di bozza, secondo il quale tutti gli organi coinvolti con l'inquinamento e la salvaguardia ambientale, dovranno rendere note le informazioni sul livello di degrado e contaminazione. I dipartimenti ambientali dovranno, inoltre rendere pubbliche 17 categorie di informazioni sull'argomento, includendo leggi, regolamenti, linee politiche e standard di protezione ambientale. Sono incluse nel provvedimento anche tutte quelle compagnie che non si trovano ancora in linea con gli standard ecologici, rendendo di dominio pubblico le informazioni sul loro conto. Il vice direttore del SEPA, Pan Yue, tende inoltre a precisare la necessità di un coinvolgimento totale del popolo cinese, chiamato a partecipare attivamente alla salvaguardia dell'ambiente.

(Fonte: Xinhua)

 
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Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 24 Aprile 2007 da Antwistle

Cina e India: cooperare per lo sviluppo economico

Roma 24/04/2007 - Cooperazione, la parola d'ordine del Forum Boao asiatico, svoltosi nel fine settimana scorso nella provincia dell'Hainan in Cina, che ha visto avvicendarsi le teorie e le critiche di esperti economisti cinesi e rappresentanti indiani. L'alleanza economica tra Cina e India, definiti dall'agenzia Xinhua Paesi "in rapida crescita economica", è complicata da una convergenza di interessi su mercati comuni, stando alle parole di Alan Rosling, direttore esecutivo della Tata Sons (la più grande compagnia indiana, ndr), ma entrambi i paesi possono ancora trovare settori nei quali cooperare e opportunità di sviluppo reciproco. Rosling sostiene che gli investimenti di capitale cinese in India ammontino a 300 milioni di dollari, ben poca cosa se si rapporta all'economia dell'intero Paese - fa notare il direttore esecutivo - e aggiunge che gli ostacoli alla cooperazione sono riconducibili alla chiusura del governo indiano verso la Cina di settori chiave come le telecomunicazioni, prendendo come scusante la sicurezza nazionale, ed altrettanto alla produzione di automobili e prodotti metallurgici che hanno messo in crisi l'esportazione indiana.
Lin Yinfu, un rinomato economista della Beijing University's China Center for Economic Research (Pechino, ndr), sembra essere anch'egli dell'idea che sia necessario eliminare gli ostacoli alla cooperazione tra i due Paesi asiatici, a fronte del fatto che la Cina può continuare a crescere del 9-10% annuo e l’India del 7-8% (Asianews).
Il disgelo tra l'economia indiana e quella cinese è incominciato lo scorso novembre, quando è stato firmato un accordo per la cooperazione in settori come educazione, cultura, turismo, ricerca spaziale, agricoltura e prevenzione all'inquinamento; la sensazione al termine del Forum Boao è che ci siano grandi aspettative per lo sviluppo e l'integrazione del mercato cinese e indiano.
Un segnale positivo,quindi, l'incontro di ieri a New Delhi tra la delegazione cinese - guidata dal Vice Ministro degli Esteri Dai Bangguo - e quella indiana, al quale hanno partecipato l'ambasciatore cinese in India San Su Si e l'ambasciatore indiano in Cina Nirupama Rao, riuniti per discutere sul progresso dei rapporti sino-indiani.

(fonti: Xinhua, Asianews)

 
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Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 13 Aprile 2007 da Antwistle
 
Tag: News

Scontri nella Chinatown milanese

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Roma - 13/04/2007 - Lanci di bottiglie, cariche della polizia in assetto antisommossa, auto ribaltate, bandiere della Repubblica Popolare che sventolano in pugno ai dimostranti, cartelli e striscioni che riportano slogan come "Basta razzismo e repressione" e come quelli in italiano sgrammaticato "Chiediamo il diritto del commercio". Una protesta allargatasi a macchia d'olio ieri, in via Paolo Sarpi a Milano, nel cuore del quartiere cinese il cui bilancio è di almeno 19 feriti tra agenti della pubblica sicurezza e dimostranti. Dalle diverse e contrastanti versioni dei fatti si desume che la causa di tutto sia la protesta di una commerciante cinese (Rouwei Bu, 26 anni) multata per aver lasciato l'auto in divieto di sosta e scaricato della merce con un veicolo non autorizzato e fuori dall'orario prestabilito per i trasporti. La cinese, con al seguito la sua bambina di tre anni, avrebbe reagito verbalmente e con le maniere forti nei confronti dei vigili urbani, attirando l'attenzione dei connazionali. La donna è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale, trattenuta insieme alla figlia per alcune ore ed in seguito rilasciata. Nel frattempo scoppia la sommossa e non basta nemmeno la visita del console cinese presso Milano, Zhang Limin, a calmare gli animi. Intorno alle 15 un corteo spontaneo attraversa le vie di Chinatown protestando contro un presunto accanimento del Comune nei confronti degli esercizi commerciali cinesi. Da tempo, infatti, la comunità cinese covava risentimento nei confronti dell'amministrazione comunale per via della politica di "tolleranza zero" che si è tradotta, da circa due mesi a questa parte, in sanzioni inflitte soprattutto ai commercianti che effettuano trasporti con veicoli non autorizzati (compresi carrelli a mano) e fuori dall'orario in cui le operazioni di scarico e carico merci sono permesse occupando impropriamente il suolo pubblico. La polizia municipale ha pertanto motivo di sospettare, malgrado la smentita del console Zhang, la premeditazione della sommossa al fine di dissuadere le forze di polizia dai controlli diventati sempre più frequenti.
Il premier cinese Wen Jiabao dal Giappone, dove si trova in visita ufficiale, ha chiesto un rapporto sugli avvenimenti di via Sarpi e non si esclude che la rivolta milanese, aggiunta al sequestro di container provenienti dalla Cina - alla fine di marzo sono stati bloccati dalla Squadra Mobile di Roma dieci container contenenti merce contraffatta - possa incrinare le relazioni sino-italiane. Si apprende nel rapporto inviato al premier la convinzione dei rappresentanti cinesi «che le autorità di pubblica sicurezza italiane si accaniscano in modo particolare nei confronti degli immigrati cinesi» e questa è aggravata da un eccessivo riserbo del sindaco Moratti nel parlare con il console Zhang Limin, che pure ha fatto più volte espressa richiesta di colloquio, senza pertanto ricevere risposta.

Foto: Newpress; Fonti: Corriere della Sera, Ansa.

 
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Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 10 Aprile 2007 da Antwistle
 

Stella Rossa sulla Cina - Edgar Snow

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Stella Rossa sulla Cina è stato una delle rare fonti dirette sulla rivoluzione cinese, nonchè la prima esperienza di un giornalista occidentale nei soviet della Cina pre-comunista. Il libro, redatto nel 1938 è il risultato di un viaggio attraverso i distretti rossi e la conoscenza dei capi rivoluzionari ha apportato una lunga serie di minuziose descrizioni personali e di interviste. Tra le più importanti interviste vi è senza dubbio quella a Mao Zedong nelle quali, con riluttanza, parla della sua storia personale e successivamente dei programmi passati e futuri dell'Armata Rossa.
Senza dubbio un libro importante per i sinologi ed i neofiti, da leggere con estremo senso critico dato il suo contenuto entusiastico e schierato, da confrontare con i recenti studi sull'operato di Mao privi, probabilmente, di quell'abbandono idealistico che caratterizzava la novità della rivoluzione contadina cinese negli anni precedenti e successivi al Secondo Conflitto Mondiale.
Reperire Stella Rossa sulla Cina non è semplice, perchè l'ultima edizione (secondo le mie informazioni) risale al 1970 (Collana: Nuova Universale Einaudi, traduzione di Renata Pisu, introduzione di Enrica Colotti-Pischel), bisogna quindi armarsi di pazienza e cercarlo in internet o da qualche rigattiere.

 
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