Nel buio...

ODISSEA


è un poema epico attribuito a Omero, un poeta vissuto circa 2.700 anni fa. Il poema è suddiviso in 24 canti, per un totale di circa 12.000 versi, e narra le avventure di Ulisse, re di Itaca, dalla fine della guerra di Troia al ritorno in patria. IL LUNGO RITORNO A CASAL’Odissea si apre con un consiglio degli dei, che devono decidere le sorti di Ulisse. Da molti anni l’eroe greco è tenuto prigioniero sull’isola di Ogigia dalla ninfa Calipso, che vorrebbe farne il suo sposo. Gli dei decidono però che è giunto il momento che l’eroe torni a casa. Partito da Ogigia su una zattera, Ulisse incorre nell’ira del dio del mare Poseidone, che scatena una tempesta e lo fa naufragare sull’isola dei feaci. Qui viene ricevuto dal re dei feaci e narra le sue avventure. LE AVVENTURE DI ULISSEUlisse aveva lasciato Troia con alcuni compagni e dopo aver navigato a lungo era giunto sull’isola dei ciclopi. Qui era stato fatto prigioniero da Polifemo, ma grazie a uno stratagemma era riuscito a scappare. Aveva raggiunto l’isola della maga Circe, dove era rimasto per un anno, prima di riprendere il mare verso Itaca.Aveva superato indenne le lusinghe delle sirene, facendosi legare all’albero della nave e tappando con la cera le orecchie dei compagni, ma nel corso di una tempesta scatenata da Poseidone era infine naufragato sull’isola di Ogigia, dove Calipso lo aveva accolto e si era innamorata di lui. ULISSE GIUNGE A ITACATerminato il suo racconto, Ulisse viene riaccompagnato dai feaci a Itaca. Giunto in patria, si mostra al figlio Telemaco e si presenta al suo palazzo travestito da mendicante. Qui viene riconosciuto solo dal suo vecchio cane Argo, che dopo averlo salutato, muore.Al palazzo viene schernito dai proci (i suoi rivali, che hanno tentato di portargli via il trono), ma è accolto dalla sua sposa Penelope, che non lo riconosce. Svela la propria identità alla donna e, con l’aiuto del figlio Telemaco e di due fedeli servitori, si vendica dei proci, riconquistando il trono. ASTUZIA E INTELLIGENZANell’Odissea, l’astuzia e l’intelligenza hanno la meglio sulla forza bruta e sul coraggio. Ulisse e i suoi compagni riescono a lasciare la grotta di Polifemo nascosti sotto la pancia di una pecora; riesce a non farsi incantare dalle sirene perché si fa legare all’albero della nave e riesce a sorprendere i proci perché si presenta loro sotto le spoglie di un mendicante. Allo stesso modo, Penelope riesce a non cedere alle pressioni dei proci promettendo che sceglierà il suo nuovo sposo quando avrà terminato la tela che sta tessendo. Però di giorno fila e di notte disfa quello che ha tessuto! Altri valori importanti nel poema sono quello della fedeltà (di Penelope, dei due servitori e anche del cane Argo) e l’ospitalità (il re dei feaci accoglie Ulisse, così come Penelope accoglie il falso mendicante, senza sapere che si tratta del suo sposo). Prossimo: “ L’Orlando furioso “