Nel buio...

ORLANDO FURIOSO


“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l’ire e i giovenil furori d’Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. Dirò d’Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, né in rima: che per amor venne in furore e matto, d’uom che sì saggio era stimato prima...”Quelli che hai letto sono i primi versi dell’Orlando furioso, un poema epico-cavalleresco in ottava rima (cioè composto da strofe di otto versi ciascuna), scritto da Ludovico Ariosto. Il poema narra le avventure di Orlando e dei paladini cristiani di Carlo Magno contro gli infedeli (i mori), e della pazzia di Orlando, che per amore perde il senno. L’ORLANDO FURIOSO E LA TRADIZIONE CAVALLERESCA Ariosto iniziò la stesura del suo capolavoro nel 1502-1503 e continuò a lavorarci per i successivi 30 anni, fino alla morte. Il poema, che è dedicato al cardinale Ippolito d’Este, mecenate di Ariosto, venne pubblicato per la prima volta nel 1516, in 40 canti. Fu poi ristampato, con correzioni nella lingua e nello stile, nel 1521; l’ultima edizione, quella definitiva, uscì nel 1532, in 46 canti. L’Orlando furioso è legato alla tradizione della letteratura epica e cavalleresca medievale. La storia di Orlando e dei paladini di Carlo Magno (raccontata nei poemi del ciclo carolingio) aveva avuto molto successo presso le corti italiane, e altrettanto successo avevano avuto i poemi del ciclo bretone, nei quali comparivano maghi, draghi, fate, incantesimi e cavalieri erranti. I poemi dei due cicli erano letti e apprezzati nelle corti italiane, anche alla corte degli estensi di Ferrara, e nella seconda metà del Quattrocento avevano ispirato molti poemi. Tra questi, il più importante era l’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo. L’Orlando furioso ne è la continuazione e prende l’avvio proprio dal momento in cui l’Orlando innamorato si chiudeva. UNA STORIA “DISORDINATA”La trama dal poema non è lineare e riassumerla è quasi impossibile. È un insieme di vicende cavalleresche, amorose e fantastiche che si intrecciano tra loro. È un continuo presentarsi sulla scena di personaggi nuovi che raccontano la propria vicenda, distogliendo l’attenzione da quella principale. Carlo Magno decide di affidare la bella Angelica, figlia del re del Catai, al duca Namo di Baviera perché con la sua avvenenza la giovane ha causato molte rivalità fra i cavalieri cristiani, più occupati a cercare di conquistare lei che a difendere la Francia. Angelica, però, riesce a fuggire. Tutti i cavalieri si mettono sulle sue tracce e ognuno di loro incappa in molte avventure, che si intrecciano con quelle degli altri, in una serie di duelli, battaglie, magie, incontri, fino al combattimento finale tra un campione saraceno e uno cristiano sull’isola di Lipadusa: la vittoria del paladino cristiano porterà alla liberazione della Francia. L’ORDINE NEL “DISORDINE”L’apparente confusione e disordine della vicenda, piena di digressioni, è in realtà frutto di una sapiente costruzione narrativa, che ci permette di individuare i tre filoni principali lungo i quali la storia si svolge. La battaglia tra cristiani e saraceni per la conquista di Parigi. I cristiani sono in difficoltà perché Orlando, Rinaldo e tutti i paladini più valorosi hanno lasciato il campo di battaglia e sono all’inseguimento della bella Angelica. Alla fine, i cristiani riusciranno a liberare Parigi grazie all’arrivo dei rinforzi dall’Inghilterra. Nella battaglia finale, Orlando sconfigge i saraceni. L’amore di Orlando per Angelica. la bellissima figlia del re del Catai, della quale si innamorano i più valorosi cavalieri, sia cristiani sia saraceni. Orlando, innamoratissimo, la insegue, affronta una serie di avventure mirabolanti, fa strage di nemici, cade vittima degli incantesimi del mago Atlante e finisce per perdere la ragione, per diventare “matto furioso”. Solo quando Astolfo recupererà il suo senno, conservato in un recipiente posto sulla Luna, il paladino tornerà in sé e parteciperà alla vittoriosa battaglia per la riconquista di Parigi. Angelica, da parte sua, sposerà l’umile fante Medoro, che aveva raccolto ferito sul campo di battaglia. L’amore tra Ruggiero e Bradamante. Bradamante, sorella del paladino Rinaldo, si innamora, ricambiata, del saraceno Ruggiero. Dopo una serie di avventure, Ruggiero si converte al cristianesimo, viene battezzato, passa nel campo dei franchi e infine sposa la fanciulla. Da questa coppia Ariosto fece discendere gli Este, i signori di Ferrara, dei quali il poeta era al servizio. Prossimo:” Piccolo Principe “