Nel buio...

ITALO CALVINO


è uno degli scrittori italiani più importanti della seconda metà del Novecento. Dalla sua fantasia sono usciti il visconte Medardo (diviso in due da una palla di cannone), il barone Cosimo Piovasco di Rondò (che decide di andare a vivere sugli alberi), il cavaliere Agilulfo (che non ha più il corpo, e usa solo la ragione per conoscere il mondo), Marcovaldo (un manovale che vive in una grande, anonima città del Nord, tutta cemento, e che però cerca di trovare qualche piccolo spazio di natura). LA VITA E LE OPEREItalo Calvino nacque a Santiago de Las Vegas, nell’isola di Cuba, nel 1923, da Mario Calvino, un agronomo sanremese, ed Eva Mameli. Nel 1925 la famiglia tornò a Sanremo, dove Calvino trascorse l’infanzia e l’adolescenza. Allo scoppio della seconda guerra mondiale interruppe gli studi e a vent’anni entrò nella Resistenza, usando il nome di battaglia di “Santiago”. L’esperienza partigiana fa da sfondo alle prime due opere pubblicate da Calvino: Il sentiero dei nidi di ragno (1947) e la raccolta di racconti Ultimo viene il corvo (1949). Nel primo, la Resistenza è narrata dal punto di vista di un ragazzino, Pin; nel secondo, il punto di vista, sempre molto originale, è quello di un gruppo di vagabondi. Alla fine della guerra Calvino si trasferì a Torino, dove completò gli studi in Lettere; si laureò nel 1947. Iniziò a collaborare con la casa editrice Einaudi ed entrò in contatto con due scrittori e intellettuali italiani, Elio Vittorini e Cesare Pavese. Gli anni Cinquanta furono anni molto fecondi: tra il 1952 e il 1959 compose i tre romanzi brevi che sarebbero poi stati raccolti nel volume I nostri antenati (1960): Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959).  Tutti e tre i romanzi sono ambientati nel mondo dei cavalieri; sono storie di fantasia, ricche però di agganci con la realtà e di occasioni di riflessione. Il visconte Medardo, del Visconte dimezzato, è stato diviso in due da una palla di cannone ed è così diventato il simbolo del bene e del male; il barone Cosimo, che decide di andare a vivere per sempre sugli alberi, rappresenta l’uomo che tenta di guardare il mondo dall’alto, rimanendo al di sopra delle leggi e delle regole. Infine, il cavaliere Agilulfo, che è senza corpo e usa solo la ragione per affrontare il mondo, diventa il simbolo del fallimento di una vita basata unicamente sulla razionalità. Nel 1956, Calvino selezionò duecento favole della tradizione popolare e le pubblicò nella raccolta Fiabe italiane.Accanto a queste opere ricche di fantasia, Calvino scrisse anche romanzi in cui compie un’analisi della società e del ruolo dell’intellettuale. Questi temi sono affrontati nella cosiddetta Trilogia industriale, che comprende: La formica argentina (1952), La speculazione edilizia (1957) e La nuvola di smog (1958). Nel 1963 uscì Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città. Marcovaldo, il protagonista dei venti racconti che compongono il libro, è un personaggio poetico, un eroe-poveraccio che fa il manovale in una metropoli del Nord Italia, ma che aspira a una vita migliore e cerca, senza grande successo, un angolo di verde sopravvissuto al cemento. Nel 1964 Calvino si trasferì a Parigi, dove insegnò all’università continuando a coltivare i suoi interessi per la scienza, la filosofia e l’antropologia. Dal soggiorno parigino nacquero i racconti delle Cosmicomiche (1965) e Ti con zero (1967), con i quali si avvicinò al genere della fantascienza. Agli anni Settanta risalgono Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973) e Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979). Calvino morì a Castiglione della Pescaia la notte tra il 18 e il 19 settembre 1985. Proprio in quel periodo avrebbe dovuto recarsi negli Stati Uniti per tenere alcune lezioni alla Harvard University. Gli appunti per le lezioni furono pubblicati postumi, cioè dopo la sua morte, con il titolo di Lezioni americane (1988).  Prossimo “ LEWIS CARROL “