Nel buio...

PADOVA


Città e capoluogo di provincia del Veneto; sorge in pianura, a nord-est dei colli Euganei e a ovest della laguna di Venezia e del corso del Brenta. È bagnata dal fiume Bacchiglione. Padova è il principale mercato per i prodotti del circostante territorio agricolo, nonché notevole centro industriale, con stabilimenti tessili, chimici, di meccanica di precisione, alimentari (zuccherifici, birrifici e distillerie). Il territorio della provincia, che comprende 104 comuni, è pianeggiante, fatta eccezione per il rilievo dei colli Euganei. Le principali attività economiche sono l'agricoltura intensiva (cereali, vite, barbabietola da zucchero, ortaggi, frutta e tabacco), l'allevamento di bovini e di animali da cortile e l'industria del turismo nelle stazioni idrotermali dell'area euganea.La città fu fondata, secondo un'antica leggenda, nel 1184 a.C. dall'eroe troiano Antenore; in realtà ebbe origine da un insediamento paleoveneto, probabilmente nell'VIII-VII secolo a.C., e venne citata da Tito Livio come città fluviale esistente già nel 302 a.C. Centro commerciale, alleato dei romani contro i galli cisalpini (226 a.C.) e municipio nel 49 a.C., Patavium (questo era il suo nome romano) divenne un ricco centro agricolo e produttivo (tessuti), ma decadde nel periodo delle invasioni barbariche e nel 602 fu distrutto dal longobardo Agilulfo. Dopo la ripresa, prima sotto i franchi e quindi sotto gli imperatori Ottone, con un governo però vescovile, dal 1138 si diede ordinamenti comunali, partecipò alle guerre contro il Barbarossa e si arricchì con la lavorazione della lana e della seta. Nel 1222 vi fu fondata la celebre Università e nel 1231 vi morì il predicatore francescano universalmente noto come sant'Antonio da Padova. Dopo aver fatto parte dei possedimenti di Ezzelino da Romano, Padova riconquistò il suo ruolo egemonico sul territorio e agli inizi del Trecento ospitò Giotto.  Fu retta dalla signoria dei Carraresi e dei Visconti fra il 1318 e il 1405, quando venne conquistata da Venezia, di cui da allora seguì le sorti, mantenendo tuttavia per tutto il secolo l'acquisita preminenza nel campo dell'arte, con l'opera di maestri del Rinascimento toscano, fra cui Donatello, e del padovano Mantegna.