meglio conosciuto come il Canaletto (
Venezia,
7 ottobre 1697 –
Venezia,
19 aprile 1768), è stato un
pittore e
incisore italiano, noto soprattutto come
vedutista.
I suoi quadri, oltre a unire nella rappresentazione topografica architettura e natura, risultavano dall'attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un'indagine condotta con criteri di scientifica oggettività, in concomitanza col maggiore momento di diffusione delle idee razionalistiche dell'
Illuminismo. Insistendo sul valore matematico della prospettiva, l'artista, per dipingere le sue opere si avvaleva talvolta della
camera ottica. Nacque a
Venezia da Bernardo quondam Cesare Canal e Artemisia Barbieri. Esisteva una famiglia
Canal ascritta al
patriziato, ma quasi certamente non aveva legami con quella di Giovanni Antonio, che comunque era di estrazione benestante.Il soprannome "Canaletto" gli venne probabilmente dato per distinguerlo dal padre, che era pure pittore (di
scenografie teatrali), o forse per la bassa statura
[1]. Sarà proprio attraverso il padre che il giovane Giovanni Antonio viene avviato alla
pittura. Così come il padre, anche il fratello maggiore, Cristoforo, si occupa della pittura di
fondali per il teatro. Antonio comincia così a collaborare con il padre e il fratello e le prime commissioni, nel
1716, riguardano la realizzazione dei fondali per alcune opere di
Antonio Vivaldi.Tra il
1718 e il
1720 il giovane si trasferisce, insieme a Bernardo e a Cristoforo, a
Roma per realizzare le scene di due drammi teatrali di
Alessandro Scarlatti. Il viaggio a Roma è decisivo per Giovanni Antonio Canal in quanto proprio a Roma ha i primi contatti con i pittori
vedutisti. In particolare, i suoi modelli di riferimento sono tre importanti artisti che si cimentarono con il genere della veduta: il primo è
Viviano Codazzi, che Antonio non può conoscere da vivo in quanto scomparso nel
1670, il secondo è
Giovanni Paolo Pannini, famoso per le sue vedute fantastiche, molte delle quali ispirate alle antichità romane, e il terzo è
Gaspar van Wittel, olandese, considerato tra i padri del vedutismo.