il blog di ANZAN

TUTELA DELLA PRIVACY?


Chi sbaglia paga!Dati relativi alla solvibilità segnalati erroneamente ad una centrale rischi? Da oggi il danno si paga. Questo quanto stabilito dal Tribunale di Roma con sentenza n. 31848 depositata a fine 2004,  a seguito di domanda di risarcimento danni avanzata da una società operativa nel settore informatico in occasione di una vicenda relativa all’erroneo trattamento di dati. Nei fatti la società di informatica subiva un arrestamento nel proprio disegno di sviluppo dell’attività a causa di due episodi contemporanei aventi come controparti, banche. In un caso alla società di informatica veniva revocato un fido a suo tempo concesso, in un altro le veniva rigettata la domanda di allargamento del fido. Indagando sulle motivazioni di tali rifiuti, la società veniva a conoscenza che un istituto di credito di cui era cliente  aveva segnalato alla centrale rischi della Banca d’Italia – che monitora i dati relativi alla solvibilità di privati ed imprese – dati erronei relativamente ad un credito classificato “in sofferenza” (ovvero “etichettando” la società di informatica non adempiente su quel pagamento). Errore sulla rilevazione del dato costato assai caro all’istituto di credito: il Tribunale di Roma lo ha infatti condannato ad un maxi-risarcimento di ben 1.200.000 euro!!! La sentenza rispecchia sostanzialmente una conseguenza della violazione di quanto sancito  Meditate gente, meditate...all’art. 11 del Testo Unico sulla privacy, il quale stabilisce che i dati personali oggetto di trattamento devono essere “esatti”. Ciò perché evidentemente l’erroneità può cagionare dei danni, ed è proprio il caso di dire che in questa vicenda “qualcuno ne ha fatto le spese”….