il blog di ANZAN

Melissa P.... no grazie!


Breve riassunto: una liceale dagli occhioni blu, il cui papà è lontano (ah, la figura paterna, il valore della famiglia eccetera eccetera...) e che si accompagna alla classica amica cicciona e complessata, si eccita guardandosi allo specchio (è già perdizione). Poi conosce un ragazzino, il primo «demonio», che in riva al mare le chiede di dargli un bacio... sulle parti intime, per così dire (primissimo piano sull’occhio vitreo e terrorizzato di lei, che pure si innamora istantaneamente). Da lì inizia l’inferno, l’orrore, tra la madre che non capisce un tubo e la nonna troppo simpatica ma anche lei con un passato un po’ discutibile (Geraldine Chaplin, perché lo hai fatto?). Prima la ragazza si fa venire un orgasmo arrampicandosi sulla corda durante l’ora di ginnastica (il male, è evidente, la possiede), poi si fa assoggettare facilmente - la svergognata - da questi adolescenti che sembrano usciti da un fumetto erotico tipo "Jakula", i quali le chiedono prima di farlo in due, poi in cinque, sei o sette (abbiamo perso il conto), con lei bendata e trascinata in una specie di scantinato-horror dalla forma metaforicamente geometrica (il labirinto della mente?). Ovviamente la ragazzina, sempre più triste e cupa, ha il computer e vede bene di chattare con un altro pervertito, che la fa vestire come solo don Abbondio può immaginare si vesta una puttana (parrucca compresa): prima lei lo frusta, poi lui si eccita al punto che sarà lui a frustare lei, e così - nel momento culminante dell’aberrazione morale, sessuale, etica, fisica, corporea, psichica - l’amata nonnetta (sì, la nonnetta!) muore di crepacuore nell’ospizio dove l’ha spedita la mamma. Catartica, la morte (quanto fa bene sorella morte!) della nonna svitata: eh sì, perché la nostra Melissa ritrova l’unico compagno di classe non pervertito nel raggio di duecento chilometri, con il quale supponibilmente instaurerà una relazione platonica, e farà la pace con la mamma, ché la mamma è sempre la mamma. Infine, ad una festa di liceali che - ovviamente - altro non è che una disgustosa orgia dove persino l’amica cicciona viene pesantemente palpata, lei si tuffa in mare alla maniera di un angelo, per lentamente riemergere verso la luce, chiara metafora dell’Altissimo che la riaccoglie tra le sue braccia.«Melissa P.», sesso e colpa. Ridateci Tintodi Roberto Brunelli, L’Unità 25/11/2005